Ci siamo presi qualche ora per riflettere, all’indomani della conferenza stampa di Joseph Tacopina. Un evento inutile nei contenuti, dal quale è scaturito un ricatto che, con molta benevolenza, vogliamo definire surreale.
Non saremo brevi. La questione merita di essere spiegata e approfondita in modo molto circostanziato, per il bene della nostra S.P.A.L.
PREMESSA
All’insediamento della famiglia Colombarini e del Presidente Mattioli abbiamo chiesto due cose: rispetto dei ruoli e trasparenza. Le abbiamo avute, i concetti erano semplici e chiari per tutti gli interlocutori.
Lo stesso abbiamo fatto con Joseph Tacopina, quando è arrivato a Ferrara.
IL RUOLO DELLA CURVA
il nostro ruolo, come curva, è quello di fare i tifosi.
I tifosi vigilano affinché il patrimonio sportivo, storico, culturale e sociale della S.P.A.L., venga preservato e valorizzato e, guarda un po’, TIFANO.
In questa stagione abbiamo onorato questo ruolo al massimo delle nostre potenzialità, con una presenza massiccia in casa e in trasferta, nonostante i risultati sportivi deludenti. Abbiamo inscenato diverse coreografie monumentali, ideandole e assemblandole fino a tarda notte, nonostante una deprimente posizione di classifica. Ci siamo resi disponibili a promuovere e a partecipare alle iniziative benefiche delle associazioni sul territorio. Abbiamo fatto donazioni a ragazzi diversamente abili della nostra provincia. Abbiamo organizzato iniziative aggregative e culturali, dedicando impegno e competenze al tessuto sociale cittadino. E ancora, il 9-10-11 giugno, nonostante la retrocessione in serie C, organizzeremo la festa della Curva Ovest nel sottomura, ai piedi del baluardo di S. Pietro. Abbiamo dimostrato coi fatti di non arrenderci mai, e non lo faremo ora. Anzi, rilanceremo, anche in serie C.
Tutto questo l’abbiamo fatto solo per amore della S.P.A.L., non per promuovere la nostra immagine come asserisce l’attuale proprietario.
Tornando al nostro ruolo, quello di tifosi, solo nell’ultima partita casalinga della stagione, dopo il gol subito dal Parma che ci condannava matematicamente alla serie C, abbiamo contestato squadra e allenatore, ma soprattutto colui che riteniamo il principale responsabile di questa stagione sportiva. Colui che da due anni millanta doti da vincente facendo promesse irricevibili, persino per un ambiente “pessimista” come il nostro, nelle sue interpretazioni.
Fa parte del nostro ruolo e lo abbiamo fatto, in maniera più o meno colorita, seguiti e condivisi da oltre tremila persone tra curva e altri settori dello stadio.
Allo stesso modo in cui avviene da quasi un secolo in tutti gli stadi d’Italia: chi sceglie di fare questo remunerativo mestiere dovrebbe saperlo bene.
Di queste azioni, che, lo ripetiamo, competono al nostro ruolo di tifosi organizzati, ne rispondiamo solo ed esclusivamente alla Curva, ai tifosi della S.P.A.L., alla nostra città e alla legge italiana, peraltro fin troppo severa su questo tipo di dinamiche.
Non di certo a Joseph Tacopina, il quale, dimenticando gli onori e gli oneri del suo ruolo, dopo aver tentato di aggredire alcuni tifosi in tribuna, ha mostrato il dito medio a una tifoseria intera. Una tifoseria che nell’arco di due campionati deludenti e fallimentari ha sostenuto con dedizione e amore incondizionati la squadra che lui presiede. E che venerdì, come sempre, sarà a Pisa per la maglia e per i colori, come fosse una finale, anche da retrocessa.
IL RICATTO
Dopo questo episodio, il proprietario della S.P.A.L. ha indetto una conferenza stampa in cui ha vincolato la sopravvivenza di un patrimonio sportivo, culturale e sociale di questa città a delle scuse da ricevere non si sa bene da chi, visto che la contestazione gli è stata mossa da diverse migliaia di persone nel pieno delle loro facoltà mentali.
Ha vincolato a una benemerita cazzata non solo l’esistenza della prima squadra, ma la vita di parecchie decine di dipendenti, che con il loro lavoro alla S.P.A.L. sostengono le proprie famiglie.
Ha vincolato a dinamiche infantili il futuro di centinaia di ragazzi e bambini delle giovanili, disorientando tutte le famiglie ferraresi che vogliono crescere i loro figli nei valori dello sport e dello spirito di squadra, e lo vogliono fare nella nostra città.
Ha vincolato all’orgoglio personale la sopravvivenza e il futuro delle squadre femminili, di decine e decine di ragazze che con coraggio si sono emancipate, battendosi come leoni e vincendo tantissimo in uno sport che culturalmente è sempre stato concepito per soli uomini.
Ha vincolato alle scuse per un coro legittimo e prevedibile il rispetto verso le centinaia di piccole e medie aziende ferraresi che, per quello che hanno potuto in questi anni, come sponsor, hanno sostenuto economicamente la S.P.A.L.
Ha vincolato al suo ego il rispetto verso l’immenso patrimonio sportivo, culturale e sociale di cui è capofila, da cui riceve immensi onori e verso il quale ha altrettanto immensi e inderogabili oneri.
Ha vincolato la sopravvivenza e il rispetto verso tutte queste componenti sociali della città di Ferrara al ricevimento delle nostre scuse durante un incontro. E cercando, ancora una volta, di fuggire ai propri doveri, al proprio ruolo e alle proprie responsabilità, tentando di scaricarle su di noi.
PER TUTTI QUESTI MOTIVI, NON FAREMO LE NOSTRE SCUSE A JOSEPH TACOPINA E ALLO STESSO TEMPO NON PRETENDIAMO DI RICEVERLE: NON SIAMO BAMBINI E NON SAPREMMO CHE FARCENE, NON SIAMO INTERESSATI ALLE CAZZATE MA SOLO ALLA S.P.A.L. E AL SUO FUTURO.
L’INCONTRO
Messa a fuoco la dinamica di quanto avvenuto in questi giorni, affrontiamo anche il tema dell’incontro richiestoci dal proprietario della S.P.A.L.
Alla luce del senso di responsabilità che sentiamo verso la prima squadra della S.P.A.L., verso i ragazzi e i bambini del settore giovanile e delle loro famiglie, verso le ragazze delle squadre femminili e delle loro famiglie, verso i dipendenti della Società S.P.A.L. e delle loro famiglie e verso le aziende ferraresi che fanno da sponsor (tutti oneri che dovrebbero essere in seno al Presidente), accettiamo di partecipare all’incontro proposto.
Ma alle nostre condizioni: ci rifiutiamo di farlo come Curva Ovest, come entità singola, sia perché non abbiamo il diritto di affrontare il tema della sopravvivenza della S.P.A.L. come unici interlocutori, sia perché non vogliamo dar luogo ad una riunione infantile, nella quale si finirebbe col fare soltanto a gara a chi ha il cazzo più lungo. Non è minimamente di nostro interesse.
Di nostro interesse sono solo ed esclusivamente il bene e il futuro della S.P.A.L., e di questo Joseph Tacopina dovrà rispondere. Ma non a noi, QUANTO ALLA CITTÀ DI FERRARA, come il suo ruolo impone.
Per questo, se vorrà incontrarci, estenderemo l’invito al “Centro di Coordinamento S.P.A.L. Club” (già informato e aderente) in rappresentanza di quei tifosi che da anni macinano kilometri su kilometri al pari della Curva, e al Sindaco di Ferrara Alan Fabbri (per il quale questo comunicato funge già da invito ufficiale), in rappresentanza dei tifosi non organizzati e di tutte le parti sociali ferraresi coinvolte da questo ricatto insensato.
E non si parlerà di chi deve chiedere scusa a chi, MA SOLO ED ESCLUSIVAMENTE DELLA S.P.A.L. E DEL SUO FUTURO.
Attendiamo una risposta della proprietà in tempi celeri per organizzarci in tal senso.
Curva Ovest Ferrara.