Pensavamo potesse esserci un limite alla vergogna di questa società e questo presidente che da anni mortificano tutta la tifoseria cosentina, ma evidentemente ci sbagliavamo.
Non bastava l’ennesimo campionato pietoso, con una squadra messa in piedi ancora una volta con i saldi di fine mercato che sta sprofondando sempre più in fondo alla classifica, come ampiamente prevedibile. Adesso il presidentissimo Guarascio ha deciso anche di chiudere la bocca ai tifosi e agli ultras che lo contestano. Una multa è stata notificata ad uno dei nostri lanciacori per aver osato intonare un coro offensivo, accompagnata da minacce di DASPO.
Del resto l’imprenditore lametino non è nuovo a gesti di questo tipo: già qualche anno fa aveva applicato il cosiddetto “daspo societario” ad un tifoso ultrasessantenne che aveva osato contestarlo nella tribuna centrale. Sappiano, però, il presidente e i solerti tutori dell’ordine che non sarà certo una multa o la minaccia di qualche DASPO a fermare la nostra protesta contro questa ridicola società. Come sempre successo nella storia, anche calcistica, di questa città, la limitazione della libertà d’espressione e di dissenso si trasformerà in un boomerang verso chi la invoca e chi la applica. Con buona pace per la corte di lecchini del padrone che per un accredito o qualche notizia di calciomercato in anteprima ha venduto anche la dignità.
Domani, in occasione della partita contro l’Ascoli, saremo presenti come sempre sui gradoni della Curva Nord “Catena”, ma staremo in silenzio per i primi 15 minuti. Un silenzio assordante, che serva a far riflettere su quale sarebbe l’atmosfera nel nostro stadio senza la spinta e la passione del suo pubblico. Dopodichè inizieremo a tifare per i nostri colori, a sostenere la squadra e a contestare questa società, come abbiamo sempre fatto in questi anni e come faremo fino a quando avremo fiato in gola. Se ne faccia una ragione, caro presidente…
IL COSENZA E’ DEL SUO POPOLO… GUARASCIO VATTENE!
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