Il ritorno allo stadio di Claudio Galiberti, storico capo ultrà dell’Atalanta noto ai più come il Bocia, non è mai stato così vicino.
Dopo che, a metà luglio, il Tar ha annullato il Daspo emesso a suo carico il 29 maggio 2018 e che allungava di un anno e mezzo il divieto di frequentare stadi (e zone limitrofe), lunedì 24 ottobre il Tribunale di Bergamo ha assolto il Bocia anche dalle accuse (penali) di quattro violazioni di Daspo, con il pm che aveva chiesto una condanna a tre anni e tre mesi più quindicimila euro di sanzione pecuniaria.
«Queste due sentenze gli hanno fatto molto piacere, ma Claudio sa bene che ci sono ancora alcuni paletti da superare», spiega l’avvocato Federico Riva, che insieme al collega Andrea Pezzotta rappresenta Galimberti. «È ancora lunga, le due sentenze favorevoli sono importanti e ci danno spunti importanti, ma bisogna avere pazienza».
Sulla testa del Bocia, infatti, è ancora pendente il Daspo emesso dalla Questura di Terni, risalente al 2021 e della durata di ben otto anni, basato proprio sulla presunta violazione del precedente Daspo del 2018 annullato dal Tar in estate. «È quindi evidente - spiega Riva - che, a nostro parere, quest’ultimo provvedimento non abbia ragione di esistere».
La vittoria amministrativa rappresenta dunque l’appiglio più importante in questa battaglia legale che il Bocia sta portando avanti ormai da anni, ma l’assoluzione del 24 ottobre dà ai legali ancora più forza: «Grazie a queste sentenze possiamo imbastire una nuova linea difensiva in merito alle violazioni che lui avrebbe commesso per il Daspo dichiarato illegittimo. Questa situazione ci può aiutare per il ricorso che abbiamo già presentato e per cui stiamo aspettando la fissazione dell’udienza».
fonte : https://primabergamo.it/
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