Dopo sedici anni, la maggior parte dei quali trascorsi in “campi di periferia”, lo striscione Ultras non comparirà mai più in nessuno stadio d’Italia.
Il mondo ultras oramai è diventato solo la brutta copia di quello che per anni ci ha affascinato e ci ha spinto a viverlo in maniera totalizzante. Le leggi, la repressione, tessera del tifoso etc.. sono serviti solo a dimostrare che non è mai esistita una vera mentalità ultras condivisa. Ognuno, nei momenti di difficoltà, ha pensato di agire solo per il tornaconto del proprio gruppo. Noi non potremmo mai vivere chiedendo l’autorizzazione per uno striscione o una coreografia, non potremmo mai accettare che “qualcuno” decida per noi. In un calcio in cui viene continuamente calpestata la dignità dei tifosi tra calcioscommesse, società improvvisate, presidenti loschi e affaristi noi non ci riconosciamo più.
La nostra dignità calpestata in continui e indecorosi fallimenti che hanno macchiato indelebilmente l’onore della città. Abbiamo attesto tre anni fuori dallo stadio prima di poter ripartire ma la consapevolezza di trovarci di fronte a una realtà diversa da quella in cui siamo nati e abbiamo vissuto dal 1997 ci spinge a scrivere la parola fine all’esperienza del gruppo Ultras Potenza. Tutto ciò che è stato fatto rimarrà scolpito nella memoria e nei cuori di chi l’ha vissuto. Non tocca a noi dire e rivendicare ciò che è stato fatto ne nome e nell’onore di Potenza, ci basta il pensiero delle mille trasferte fatte al seguito dei colori rossoblù, dei rischi e delle follie condivise con gli amici, dell’adrenalina e delle palpitazioni genuine che solo questo mondo sapeva farci provare. Il Potenza siamo noi Ultras, noi tifosi e pertanto la passione e l’amore per questi colori non muore ma non saremo più lì ad organizzare coreografie, trasferte e lanciare cori certi che chiunque sia Ultras non può continuare a farlo come da 40 anni a questa parte.
Il Potenza non è uno sport, non è una squadra, è un’idea e le idee non muoiono mai.
Ultras Potenza rimarrà solo nel cuore di tuttii, nella storia della Ovest, sui muri della Città.
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