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31 ottobre 2021
25 ottobre 2021
13 ottobre 2021
11 ottobre 2021
Riapertura Stadi: Conta il quando, il quanto... e conta il come
Il dibattito sulla riapertura degli stadi si è incentrato quasi
unicamente sulle percentuali: 50- 75-100 % sono diventati numeri
quotidiani.
Le società, per provare a rattoppare (molto tardivamente)
le falle dei loro bilanci disastrati, invocano il ritorno alla piena
capienza e in questo ci trovano perfettamente allineati. Tra noi e loro,
tuttavia, cambiano le finalità. Noi vogliamo rientrare per riprenderci
il nostro pezzo di calcio, l’unico che ancora ci fa emozionare e ci
ricorda il perché siamo ancora qui a provarci: gli spalti, gli amici, i
ricordi che ti legano a una moltitudine di compagni di tifo, i rituali. E
le società? Negli anni il calcio si è sempre più svenduto,
principalmente alle televisioni. I ricavi dalla biglietteria
rappresentano ormai un valore inferiore al 10% del totale. Se ne sono
sempre fregati dei tifosi allo stadio, inseguendo sponsor e diritti tv
in una corsa suicida che nemmeno la recente emergenza covid ha frenato.
Nessuna politica di inclusione e coinvolgimento degli spettatori è stata
messa in atto, col risultato che gli stadi italiani, da anni e ben
prima della pandemia, erano e sono i più vuoti tra i campionati ritenuti
di primo piano in Europa. Questa improvvisa presa di coscienza
dell’importanza dei tifosi allo stadio ci pare molto sospetta; se poi la
colleghiamo alle politiche di prezzi attuate in questa prima fase di
campionato (quasi raddoppiati per l’assenza di abbonamenti) il sospetto
che dietro l’invocazione dei tifosi allo stadio ci sia l’intenzione di
farci pagare parte delle loro scelte dissennate diventa molto concreto.
A
quando la riapertura al 100%? Non siamo noi a poterlo dire, sebbene
abbiamo promosso e sottoscritto insieme a una cinquantina di tifoserie
italiane un appello perchè ciò avvenga al più presto.
Nel frattempo
crediamo sia bene iniziare a parlare del COME gli stadi e in particolare
le curve potranno iniziare a riempirsi. La situazione è tutt’altro che
semplice, ed è bene incominciare a prendere coscienza dello stato di
fatto.
Al momento la normativa vigente in Italia indica alcuni punti fermi per quanto riguarda la permanenza nei settori dello stadio:
- Lo spettatore ha il diritto/dovere di occupare il posto a lui assegnato e pertanto con l’acquisto del titolo di accesso si impegna a non occupare posti differenti;
- È vietato Introdurre o esporre striscioni, cartelli, stendardi orizzontali, banderuole,
documenti, disegni, materiale stampato o scritto e diversi da quelli esplicitamente
autorizzati dal Gruppo Operativo per la Sicurezza (G.O.S.).
L’inosservanza di queste indicazioni comporterà: - l’immediata risoluzione del contratto di prestazione, con il conseguente allontanamento dall’impianto del contravventore;
- l’applicazione,
da parte delle autorità competenti, della sanzione amministrativa
pecuniaria da 100 a 500 euro. Qualora il contravventore risulti già
sanzionato, nella stessa stagione sportiva anche in un impianto diverso,
per la medesima violazione del regolamento d’uso, la sanzione può
essere aumentata sino alla metà del massimo e può essere comminato il
divieto di accesso alle manifestazioni sportive (cd. DASPO);
Tutto è ben specificato nel “regolamento d’uso dello stadio” (vedi per esempio quello della Sampdoria https://www.sampdoria.it/biglietteria/regolamento-stadio/) che viene accettato automaticamente da chi acquista un biglietto o l’abbonamento. L’origine di questo strumento repressivo non è recente: si basa sul famoso “decreto Pisanu” del 2005. Uno strumento che all’epoca avevamo aspramente contestato, con iniziative anche clamorose come la Gradinata vuota in Sampdoria-Inter di quell’anno https://www.ultrastito.com/sampdoria-inter-29-
ottobre-2005.html.
A distanza di 16 anni, poggiando su questo strumento, numerose persone in giro per l’Italia si sono viste recapitare una multa per “cambio posto”, altri alla seconda
segnalazione sono stati diffidati. Oggi, con le prescrizioni integrative inserite nei regolamenti d’uso (ad esempio l’obbligo di mascherina o di distanziamento interpersonale), l’elenco delle “violazioni”
in cui un tifoso può incappare finendo nelle maglie della repressione a totale discrezione della questura di turno, si è ulteriormente ampliato.
Fino a quando questa normativa non verrà modificata, COVID o non Covid, la spada della
repressione, aggravata dalla discrezionalità, sarà sulle teste di tutti i tifosi italiani.
Eppure qualcosa si muove: nelle scorse settimane la società Us Avellino ha “promesso” ai propri tifosi la prossima creazione di “un settore dedicato al sostegno della squadra” https://www.usavellino1912.com/appello-alla-curva-sud-da…/.
Cosa intende? In pratica un settore dove i tifosi possano fare il tifo nella maniera più libera possibile, stando in piedi e con gli strumenti di tifo liberi, come bandieroni, tamburi, megafoni.
Utopia? Tutt’altro: questi settori esistono già in Germania, ad esempio, ma anche in Russia, in Austria e in altri paesi europei. Addirittura, e anche questa è notizia recente, anche in Inghilterra è in atto la creazione di settori dedicati al tifo, le cosiddette “safe standing area”. Esistono già le
linee guida da parte della SGSA, l’autorità inglese che si occupa di sicurezza negli impianti sportivi https://sgsa.org.uk/…/09/SG01-Safe-standing-in-seated-
areas.pdf e se le società interessate dal progetto presenteranno la documentazione richiesta le safe standing area saranno realtà già dal 1 gennaio 2022. Abbiamo letto con attenzione le linee guida e naturalmente non si sta parlando di un cambio di rotta totale. Si tratta pur sempre dello Stato in cui per 32 anni ha dominato la visione di stadi totalmente asettici, più simili a teatri, imposta dal celebre rapporto Taylor seguito alla strage di Sheffield del 1989 (che successive
indagini hanno dimostrato essere stata causata non dalla folla in sovrannumero ma da una mala gestione dell’ordine pubblico).
Si parla di braccialetti per identificare i tifosi nelle standing area, di pannelli di plexiglas per limitare i movimenti, di obbligo di occupare un determinato posto.
Insomma, molte cose sono ben lontane dal nostro concetto di “tifo libero”. Tuttavia sia il caso di Avellino che quello inglese, rappresentano un piccolo passo verso la modifica delle accezioni inutilmente repressive che hanno contribuito ad allontanare la passione e tanti tifosi dagli stadi.
Pertanto meritano l’attenzione e la consapevolezza di tutti.
fonte : Ultras Tito Cucchiaroni
8 ottobre 2021
7 ottobre 2021
Addio allo storico ultras Fabio "Lu Gatto" (Freak Brothers)
E' morto all'età di 61 anni Fabio Fabrizi, da tutti conosciuto come 'Lu Gatto',
tra i membri fondatori dello storico gruppo ultras Freak Brothers.
Tutti sanno che gli ultras della Ternana si chiamavano così in omaggio
al fumetto di Gilbert Shelton che raccontava le lisergiche e
psichedeliche avventure dei tre fratelli Fat Freddy Freekowtski,
Freewheelin' Franklin, Phineas T. Freakears. Il merito di quella scelta
fu proprio di Fabio Fabrizi, che durante un 'pellegrinaggio' ad
Amsterdam nel 1980 scoprì in un'emeroteca quel volumetto a colori con le
strisce di questo fumetto strabiliante, per meglio dire 'stupefacente'.
Un fumetto che raccontava le passioni e le follie dei tre
protagonisti che rispecchiavano quelle di un'intera generazione.
Rendendo vivide le allucinazioni e assegnando al tempo stesso alla
devianza un gioioso tratto costituente. Così nacque il mito dei Freak
Brothers in curva Est, in poco tempo la mania dilagò in città anche
grazie a magliette, adesivi, striscioni che venivano sfornati in
quantità industriale e alle spettacolari coreografie che trovavano posto
in curva. Erano gli anni in cui la Ternana cercava di barcamenarsi sui
campi di Serie C, ma sugli spalti non c'era partita contro nessuna
tifoseria avversaria.
Dietro all'estro creativo dei Freak
Brothers c'era proprio 'Lu Gatto' a cui non si deve solo il merito di
aver portato a Terni il nome 'Freak Brothers' ma anche quello di aver
creato centinaia di adesivi originali e striscioni rimasti nella memoria
collettiva. Ma soprattutto per aver fondato, insieme a Bibbo, Renzo
Tolomei e Marcello Viali, un gruppo ultras capace in quegli anni di far
parlare tutta Italia. Negli ultimi tempi si era dedicato a raccogliere e mettere da parte tantissime foto del tifo rossoverde,
nel tentativo di recuperare e preservare la passione e la memoria per
le Fere. Ultrà di tendenza metropolitana venivano definiti i Freak
Brothers dalle altre curve italiane, trasgressivi, festosi e pensanti.
Il mito dei Freak Brothers tra le prime, più apprezzate e temute curve
di tutta Italia, lo si deve in primis a quel viaggio ad Amsterdam de 'Lu
Gatto'.
fonte: Sportterni.it
6 ottobre 2021
Striscioni a Milano contro Donnarumma
UEFA Nations League.
Semifinale
Italia - Spagna
Donnarumma a Milano non sarai mai piu il benvenuto..
4 ottobre 2021
3 ottobre 2021
🏀 Scioglimento ORIGINAL FANS 1999
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