Con l’Atalanta ai suoi massimi livelli da ormai qualche anno, la Curva Nord bergamasca si scioglie. Lo riporta Il Corriere della Sera, spiegando che la notizia – non ancora confermata ufficialmente dalla tifoseria –, è stata comunicata dal capo ultrà Claudio Galimberti a 350 fedelissimi.
Come spiega il quotidiano, la lontananza dallo stadio, a causa della pandemia, ha rappresentato l’ultimo tassello di un puzzle probabilmente più complicato, che in particolare nell’ultimo anno e mezzo ha fatto emergere qualche problema nel gruppo, tra visioni non sempre uniformi e una guida non più così ferma.
Galimberti vive nelle Marche da tre anni e dopo l’ultimo Daspo rimediato a Terni, ad aprile, sarà lontano dagli spalti per i prossimi otto anni. Lui, come gli altri coinvolti, rimandano a un comunicato in fase di definizione dove forse saranno spiegate le ragioni della decisione.
Una scelta che ha comunque del clamoroso, dopo gli ultimi 23 anni tra feste della Dea, con i giocatori caricati su mongolfiere e carrarmati, alle mega trasferte in charter per le sfide in Europa; dalle iniziative benefiche, come l’ospedale da campo per i malati di Covid, ai capitoli più amari delle inchieste sul tifo violento.
Forse la più eclatante fu quella dopo le bombe carta alla Bèrghem Fest di Alzano Lombardo, nel 2010. È tutto finito, almeno per il momento: il “covo” sarà chiuso e gli striscioni ritirati.
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