RITORNIAMO.
IL NOSTRO POSTO È SUI GRADONI E NELLE STRADE.
Ritorniamo.
Per noi, per la sopravvivenza di tutto quello che abbiamo costruito in questi anni, per non fornire nessun precedente che possa essere preso da modello quando la pandemia sarà definitivamente debellata.
Queste ultime sono state settimane particolarmente intense, di dialogo fitto e di costante confronto per trovare risposte e modalità di azione all’interno di uno dei momenti più caotici e complessi mai affrontati dalla nostra curva.
Questo comunicato arriva dopo un confronto importante e prolungato con le varie realtà della curva e al termine di una partecipata riunione aperta a tutti coloro volessero esprimere un parere in merito.
La risposta vera, fuori dai denti, è che una cosa giusta da fare non esiste.
Non c’è una soluzione percorribile che non presenti lati negativi, per questo abbiamo dovuto seguire il criterio della priorità, e la priorità, in questo momento, è la nostra sopravvivenza: la sopravvivenza degli ultras, la sopravvivenza di quei tifosi che generano un movimento aggregativo in città, la sopravvivenza di quei tifosi che ci sono sempre, che danno alla curva il senso del gruppo, della famiglia. In sintesi abbiamo voluto preservare il tifo come lo conosciamo, in tutte le sue componenti. Componenti però che dopo due anni di assenza forzata, a Ferrara così come altrove in maniera più o meno grave, sono in grande sofferenza.
Non possiamo più rimanere lontani dalla nostra curva, dalla nostra gente, dalla nostra squadra, dai nostri colori, e torneremo subito a fare quello per cui siamo nati: governare la Ovest, aggregare, portare entusiasmo, diffondere i nostri valori.
E lo faremo ovunque, in casa e in trasferta. Ogni volta che sarà possibile.
Siamo pronti a calpestare anche dogmi decennali del tifo ponendo il gruppo davanti a tutto, soprattutto a divieti o imposizioni per i quali onestamente riesce difficile cogliere il legame con l’emergenza sanitaria.
Continuando a restare fuori saremmo stati destinati, molto velocemente, a morte certa. Noi invece vogliamo vivere, continuare ad esistere e a resistere.
Il più grande ostacolo da superare è stato quello legato ai dubbi sul contingentamento ma come detto abbiamo dovuto seguire la strada delle priorità e delle urgenze e, a dirla tutta, la capienza ridotta del Mazza è dovuta in parte a fattori che ci sono estranei, che riguardano i tecnici e i tribunali, e che siamo fiduciosi vengano risolti quanto prima.
Pur in questa condizione, durante la partita d’esordio casalingo contro il Pordenone, la Ovest non era del tutto esaurita, quindi è giusto ed i tempi sono maturi affinché chi c’è sempre stato, chi tifa la maglia a prescindere dalla categoria, chi ha lavorato sul tifo facendone il più grande centro aggregativo della città, torni al suo posto.
Ovviamente la situazione è in continuo divenire e prenderemo assieme le decisioni in base all’evolversi della pandemia e ai provvedimenti ad essa legata, ma il faro guida sarà sempre e solo la nostra sopravvivenza e quella del tifo così come l’abbiamo conosciuto fino ad oggi.
Ci vediamo quindi alla S.P.A.L. contro il Monza, e anche se saremo solo 2.500, dobbiamo tirare giù il Mazza!
Curva Ovest Ferrara
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