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31 gennaio 2020
26 gennaio 2020
23 gennaio 2020
22 gennaio 2020
21 gennaio 2020
20 gennaio 2020
Ultras Napoli, torneranno al San Paolo
Non solo i problemi in campo e nello spogliatoio, quest'anno il Napoli sta facendo i conti anche con un ambiente incandescente e con la diatriba che si è creata tra il club ed i gruppi ultras. Stando a quanto riportato dall'edizione oggi in edicola del quotidiano "Il Mattino", però, potrebbe essere in arrivo una schiarita. Domani, infatti, in occasione del match di Coppa Italia contro la Lazio, gli ultras sembrerebbero intenzionati a tornare al San Paolo e ad interrompere lo sciopero iniziato in aperta contestazione contro il "Regolamento d'uso" dell'impianto di sicurezza ed il "Decreto sicurezza bis". Al di là di questo, c'è però da dire che fino a questo momento la Questura è stata irremovibile: se ritorno ci sarà, sarà nel rispetto delle regole vigenti dal momento che non sarà riservata nessuna concessione speciale ai gruppi organizzati. C'è un aspetto da non sottovalutare: gli oltre diecimila biglietti già venduti per la gara di domani rendono difficile l'acquisto dei tagliandi: sono 6500 gli abbonati in Curva B, che ha una capienza di 8200 unità ed in quel settore gli ultras sono tutti sprovvisti di abbonamento.
17 gennaio 2020
15 gennaio 2020
Dalle tribune ai settori popolari... NO agli esperimenti sociali
Nelle
scorse settimane in molti avranno letto le notizie riguardanti i fatti
avvenuti in curva Primavera a Torino e, più recentemente, in curva Sud a
Brescia.
In entrambi i casi, i tifosi avversari ospiti sono stati piazzati in mezzo alle tifoserie di casa.
Almeno
nel primo caso, le autorità convocate in conferenza stampa hanno
chiaramente parlato di "esperimento sociale", salvo poi ritrattare e
gridare alla fake news.
Un esperimento sociale è uno strumento di
ricerca in ambito psico-sociologico volto a testare la reazione di una
persona o di un gruppo di persone, sottoposto a determinate situazioni o
eventi, spesso insolite, impreviste e anche estreme.
C'è dunque un esperimento in atto negli stadi italiani?
Cominciamo
col dire che questo accade già da tempo: sono anni ormai che si
sperimentano sui tifosi e sugli ultras in particolare diverse forme di
repressione, dispositivi di privazione della libertà poi successivamente
introdotti anche in altri ambiti, dal DASPO senza un processo alla
tessera del tifoso per schedare i singoli.
Si utilizzano insomma i
tifosi per verificare se una misura restrittiva possa essere allargata
anche a manifestazioni che non siano sportive.
Di fatto, gli stadi sono diventati laboratori di controllo sociale, luoghi in cui questi esperimenti sono sempre più frequenti!
In
seguito ai già citati fatti di Torino, sono stati emessi un centinaio
di Daspo: ma cosa ci facevano insomma i sostenitori avversari nello
stesso settore dei tifosi della squ
adra di casa?
Nonostante le
frettolose smentite, il sospetto è che si sia pensato di mescolare due
tifoserie avversarie per vedere cosa sarebbe successo, magari trattando i
tifosi ancora una volta come cavie.
Il sospetto è quindi che si sia
voluto raggiungere il fine ultimo di fare piazza pulita del tifo
organizzato, dando fuoco alle polveri e poi strillando all'incendio.
Non
è certo normale che, al grido " le famiglie devono tornare allo stadio"
- slogan sempreverde per giustificare ogni forma di repressione - chi
dovrebbe garantire la sicurezza metta invece a repentaglio l'incolumità
delle persone creando le condizioni ideali per generare tafferugli e poi
approfitti dell'occasione per eliminare i "cattivi" dalle curve.
Se questa fosse la verità sarebbe un fatto gravissimo, davvero preoccupante!
Rischiare
sulla pelle di persone inconsapevoli pur di raggiungere un obiettivo,
stabilirebbe un precedente da tenere in considerazione, oltre a
scatenare l'effetto esattamente opposto, allontanando per sempre la
gente dalle curve. Si arriva a tanto pur di "riprogrammare" dei tifosi
in meri fruitori di un servizio di intrattenimento.
È questa la nuova
strategia scelta per sradicare decennali esperienze di aggregazione,
per cancellare la presenza popolare sugli spalti e far posto a
spettatori muti e paganti, statuine in grado di pagare biglietti dai
costi sempre più folli, di sottoporsi all'indice di gradimento delle
società, sempre accondiscendenti davanti al caro biglietti, alle
speculazioni finanziarie, agli scandali del grande business del calcio?
Noi
temiamo di sì ma non lasceremo i nostri gradoni prima di aver fatto
luce sulle oscure manovre, la sospensione dei diritti, gli abusi e le
mire speculative di chi vuole distruggere il nostro mondo e un'idea di
calcio, appassionato, libero e ribelle che inevitabilmente - è bene che
tutti sappiano - finirà con noi.
11 gennaio 2020
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Al Maradona uno striscione per Giulia Tramontano
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