Di seguito il comunicato stampa integrale
rilasciato dalla Curva Sud Avellino dopo l’episodio avvenuto nel
post-partita di Avellino-Novara. I calciatori biancoverdi in seguito al
pareggio casalingo non hanno scambiato il classico saluto con i tifosi
sotto la curva a fine match. Rientrando negli spogliatoi dagli spalti si
alzato un coro di protesta. Ecco le motivazioni della tifoseria
avellinese:
“Essere considerati ignoranti da chi lo è più di noi fa veramente sorridere. Ci riferiamo agli attacchi che abbiamo subito da alcuni tifosi e giornalisti riguardo il rapporto calciatori/tifosi relativamente alle modifiche introdotte dalla FIGC nel codice di giustizia sportivo. Quindi consideriamo doveroso ed inevitabile pubblicare l’articolo del codice in questione per fare chiarezza. Il codice di giustizia sportivo, titolo I bis “norme di comportamento”, art. 12 “prevenzione di fatti violenti” al comma 8 recita:
Ai tesserati è fatto divieto di avere interlocuzioni con i sostenitori durante le gare e/o di sottostare a manifestazioni e comportamenti degli stessi che, in situazioni collegate allo svolgimento della loro attività, costituiscano forme di intimidazione, determinino offesa, denigrazione, insulto per la persona o comunque violino la dignità umana. In caso di violazione del divieto si applicano le sanzioni di cui all’art. 19, comma 1, lett. e) oh)(ovvero squalifica di 1 o più giornate o a tempo). In ambito professionistico, unitamente alla sanzione di cui al capoverso precedente, si applica la sanzione di cui all’art.19, comma 1, lett. d). L’ammenda è applicata nelle seguenti misure: euro 20.000 per violazioni in ambito di Serie A; euro 8.000 per violazioni in ambito di Serie B; euro 4.000 per violazioni in ambito di Lega Pro. Ora fateci capire cosa vieta ai nostri calciatori di venire a salutare i propri tifosi sotto la curva! Il dispositivo non lo vieta. Non c’è scritto. Se qualche professore ci vuole aiutare a leggere siamo pronti con il foglio in mano a seguire la lezione ma non ci pare che su questo necessitiamo di insegnamenti. Quello che ora è vietato è l’interlocuzione tra calciatori e tifosi. Su tutti i dizionari italiani leggiamo testualmente che interloquire significa: a) prendere parte come interlocutore a un dialogo, a una discussione b) intervenire in una conversazione, mettere bocca in un discorso. Vogliamo ricordare che le modifiche al codice di giustizia sportivo sono state introdotte a seguito di due episodi che hanno avuto una grande eco mediatica: 1) la finale di Coppa Italia tra Napoli e Fiorentina quando l’inizio della partita fu ritardato da un confronto tra tifosi, polizia e giocatori sotto la curva napoletana 2) la gara tra Genoa e Siena di qualche anno fa quando i tifosi del Genoa, durante la partita, si fecero consegnare le maglie dai propri giocatori. La FIGC ha quindi voluto interrompere e regolarizzare questo tipo di situazioni. Il giro sulla pista di atletica, ascoltare gli incoraggiamenti oppure pigliarsi fischi e applausi, lanciare le maglie, esultare per un gol sono tutte situazioni non vietate. Quindi non deve meravigliare il coro di fine partita rivolto a chi indossa le nostre maglie che, rientrando negli spogliatoi, per un timore infondato ovvero quello di rischiare multe o squalifiche ha offeso la curva e un’intera tifoseria, mostrando poco attaccamento alla maglia ed agendo appunto da “classico mercenario” Il coro scaturisce solo da questo episodio. Se poi alla base ci sono scelte societarie e/o altre motivazioni ne prendiamo atto ma noi non possiamo passare per ignoranti. Comunque questa squadra la stiamo sostenendo con tutte le nostre forze. Non accettiamo lezioni di tifo”.
“Essere considerati ignoranti da chi lo è più di noi fa veramente sorridere. Ci riferiamo agli attacchi che abbiamo subito da alcuni tifosi e giornalisti riguardo il rapporto calciatori/tifosi relativamente alle modifiche introdotte dalla FIGC nel codice di giustizia sportivo. Quindi consideriamo doveroso ed inevitabile pubblicare l’articolo del codice in questione per fare chiarezza. Il codice di giustizia sportivo, titolo I bis “norme di comportamento”, art. 12 “prevenzione di fatti violenti” al comma 8 recita:
Ai tesserati è fatto divieto di avere interlocuzioni con i sostenitori durante le gare e/o di sottostare a manifestazioni e comportamenti degli stessi che, in situazioni collegate allo svolgimento della loro attività, costituiscano forme di intimidazione, determinino offesa, denigrazione, insulto per la persona o comunque violino la dignità umana. In caso di violazione del divieto si applicano le sanzioni di cui all’art. 19, comma 1, lett. e) oh)(ovvero squalifica di 1 o più giornate o a tempo). In ambito professionistico, unitamente alla sanzione di cui al capoverso precedente, si applica la sanzione di cui all’art.19, comma 1, lett. d). L’ammenda è applicata nelle seguenti misure: euro 20.000 per violazioni in ambito di Serie A; euro 8.000 per violazioni in ambito di Serie B; euro 4.000 per violazioni in ambito di Lega Pro. Ora fateci capire cosa vieta ai nostri calciatori di venire a salutare i propri tifosi sotto la curva! Il dispositivo non lo vieta. Non c’è scritto. Se qualche professore ci vuole aiutare a leggere siamo pronti con il foglio in mano a seguire la lezione ma non ci pare che su questo necessitiamo di insegnamenti. Quello che ora è vietato è l’interlocuzione tra calciatori e tifosi. Su tutti i dizionari italiani leggiamo testualmente che interloquire significa: a) prendere parte come interlocutore a un dialogo, a una discussione b) intervenire in una conversazione, mettere bocca in un discorso. Vogliamo ricordare che le modifiche al codice di giustizia sportivo sono state introdotte a seguito di due episodi che hanno avuto una grande eco mediatica: 1) la finale di Coppa Italia tra Napoli e Fiorentina quando l’inizio della partita fu ritardato da un confronto tra tifosi, polizia e giocatori sotto la curva napoletana 2) la gara tra Genoa e Siena di qualche anno fa quando i tifosi del Genoa, durante la partita, si fecero consegnare le maglie dai propri giocatori. La FIGC ha quindi voluto interrompere e regolarizzare questo tipo di situazioni. Il giro sulla pista di atletica, ascoltare gli incoraggiamenti oppure pigliarsi fischi e applausi, lanciare le maglie, esultare per un gol sono tutte situazioni non vietate. Quindi non deve meravigliare il coro di fine partita rivolto a chi indossa le nostre maglie che, rientrando negli spogliatoi, per un timore infondato ovvero quello di rischiare multe o squalifiche ha offeso la curva e un’intera tifoseria, mostrando poco attaccamento alla maglia ed agendo appunto da “classico mercenario” Il coro scaturisce solo da questo episodio. Se poi alla base ci sono scelte societarie e/o altre motivazioni ne prendiamo atto ma noi non possiamo passare per ignoranti. Comunque questa squadra la stiamo sostenendo con tutte le nostre forze. Non accettiamo lezioni di tifo”.
Fonte: avellino-calcio.it
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