Riceviamo e pubblichiamo il comunicato dei tifosi del forum FoggiaCalcioMania.
"Il Foggia siamo noi", recitava uno dei principali slogan della
tifoseria, fatto proprio dalla società nel 2009 2010 quale claim per il
lancio della campagna abbonamenti.
Partiamo proprio da qui.
Passano le stagioni, si avvicendano le proprietà ma la squadra resta
un patrimonio della sua tifoseria, della sua città, mentre si
susseguono Presidenti che fanno scempio dei nostri colori.
Oggi, spiace dirlo, ma stiamo assistendo alla medesima situazione che si
respirava l'ultimo anno di gestione dei "magnifici otto": stampa e tv
(tranne qualcuno serio e preparato) celebravano la squadra che si
impegnava ed onorava la stagione, con le risate in studio e le parole
dolci che aumentavano progressivamente al peggiorare della posizione in
classifica.
E' giunto il momento di diventare parte attiva,
fautori di un movimento di pressione alla proprietà affinchè faccia
chiarezza sui propri propositi futuri. Soltanto pochi mesi fa si
passava dalla delusione per la perdita di Zeman,(il grande bluff di
Casillo) alla gioia (per chi ci ha creduto) dei proclami della
società, che annunciava la serie B in volata, col suo punto di forza
da individuarsi in Pavone.
In questi mesi di reggenza della attuale
società, subentrata alla precedente senza doversi sobbarcare il
minimo investimento nel riconoscimento di plusvalori, abbiamo
assistito a proclami caduti nel nulla, a promesse mai mantenute nel
silenzio totale di chi invece , investita del diritto-dovere di
cronaca, avrebbe dovuto pretendere con decisione ed indignazione
spiegazioni in merito al mancato acquisto del pullman nuovo, del campo
della FIGC, all'iscrizione senza problemi cui ha fatto seguito la
penalizzazione, mentre abbiamo assistito alla farsa dei comunicati
della scorsa stagione fino ai falsi acquisti pubblicizzati dalla
società, e ci fermiamo a questo, ma potremmo proseguire a lungo con un
minimo sforzo di memoria..
Ai numerosi proclami di
investimenti in beni patrimoniali e calciatori della società fa da
contraltare un investimento complessivo in due stagioni di soli 10.000
euro per un certo Caccetta
Perché illudere un'intera città'
? Perché denigrarla e offenderla in talune sue categorie ? Perché
mettere ai margini la tifoseria identificata come opposta a "quella
buona" che queste spiegazioni le ha sempre chieste dal primo giorno ?
Perché umiliare un' emittente locale e tacciarla per nemica del Foggia
solo perché aveva avuto il coraggio di fare domande legittime?
Non sappiamo come finirà questa stagione, ma i presagi non sono certo
dei migliori e naturalmente ci auguriamo il contrario, non a parole,
ma con i fatti, documentati dalle presenze registrate sino ad oggi sia
allo Zaccheria che fuori, con numeri ben oltre la media della
categoria, nonostante la classifica e la mancanza di nomi altisonanti
in rosa.
Ma soprattutto siamo certi che vacillano le certezze di un
impegno che possa proseguire anche per la prossima stagione. Anzi, se
poi l'impegno deve tradursi in nuove prese in giro, sarebbe meglio
che la proprietà faccia chiarezza da subito, consegnando la squadra al
Sindaco per poter traghettare eventuali trattative nella migliore
condizione ed appetibilità possibile.
E' tempo che tv e giornali
agiscano con professionalità e non cadano nel ruolo di giullari
asserviti , occorre per noi altri smettere i panni dei tifosi
innamorati solo dei propri colori, per mobilitarci affinchè non si
corra il rischio di sparire per mancata iscrizione a giugno prossimo,
quando sarà troppo tardi per porre rimedio e intavolare trattative di
successione, magari tra l'allegria e l'indifferenza dei media.
Resteranno sparuti fedelissimi a seguire la squadra in eccellenza.
Altri si troveranno una nuova squadra o nuovi sport di cui
appassionarsi. Altri ancora, quelli che col calcio ci lavorano, non
potendo più commentare o scrivere per una squadra con così pochi
appassionati dovranno cercarsi un nuovo lavoro oppure occuparsi di
cronaca certamente non sportiva. Perchè aspettare ancora, e soprattutto
aspettare cosa o chi se il rischio è questo?
Adesso basta !
Rivendichiamo il nostro amore per la città, per la squadra, con
dignità e decisione, tutti, dall'ultimo dei tifosi al primo dei
giornalisti e commentatori affinchè la proprietà si esprima senza
falsi ed inutili proclami in merito alla volontà di investire risorse
per questa squadra, altrimenti dica con chiarezza che si fanno da
parte dando il tempo a chi ne ha voglia, di provare a gestire le sorti
della nostra squadra. Auspicando questa volta che si possa parlare di
qualche cifra che possa dare spazio ad un minimo di sogni, di
speranze, cifre più adatte ad individuare il termine nobile e forte di
"investimento" , purtroppo svilito , in una tragica ed assurda
derisione della semantica del termine, dalla misura sino ad oggi
eseguita di 10.000 euro.
Cingiamo tutti d'assedio la
proprietà perché si faccia da parte ed al contempo si invitano coloro
che hanno interesse a rilevare la società a farsi vivi ora, perché
domani è già troppo tardi. Giù le mani dalle nostre maglie.
I Tifosi del Forum di FoggiaCalcioMania
⚠️ Abbiamo deciso di abilitare i commenti su tutti i post del Blog, senza alcuna forma di censura. ⚠️
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29 novembre 2011
11 novembre 2011
COMUNICATO SCIOGLIMENTO VECCHIO JOKER 1997
Il gruppo Vecchio
Joker 1997 comunica che in data 9/11/11, dopo una sofferta ma doverosa
riunione, alle ore 23.25 ha deciso il proprio scioglimento.
Le cause che hanno portato a questa decisione sono bene o male le medesime che hanno portato allo scioglimento di molti altri gruppi in Italia nell’ultimo periodo e che vanno ricercate soprattutto nelle crescenti restrizioni allo stadio culminate con la famigerata tessera del tifoso che ha di fatto cancellato uno dei cardini dello spirito ultras: la trasferta.
Il gruppo ha sempre posto come condizione della propria esistenza la coerenza e per questo motivo nel momento in cui ci rendiamo conto che non è più possibile esprimere i valori e la mentalità che hanno da sempre contraddistinto il mondo ultras abbiamo deciso di chiudere qua la nostra avventura con l’orgoglio di chi non ha mai abbassato la testa e non si è mai piegato a provvedimenti e costrizioni che riteneva ingiuste e contrarie ai propri principi..
Ringraziamo di cuore tutte le persone che in questi anni hanno condiviso con noi momenti sia belli che brutti ma sicuramente indimenticabili, chi ha macinato con noi migliaia di chilometri ma anche chi ha semplicemente indossato qualcosa del nostro materiale e ci ha fatto i complimenti per una qualsiasi iniziativa facendoci capire l’apprezzamento nei nostri confronti.
Grazie anche agli altri gruppi della Curva coi quali abbiamo avuto a volte diversità di vedute ma coi quali abbiamo sempre confrontato idee e opinioni con l’unico medesimo fine che era quello di fare grande la nostra Curva Sud ed onorare al meglio la nostra città al fianco dell’US Cremonese.
Ci teniamo a sottolineare il nostro rispetto per chi se la sente ancora di lottare e per chi ha fatto e farà in futuro centinaia di chilometri senza poter entrare allo stadio ma è comunque determinato a “far presenza” ad ogni costo.
Chiudiamo affermando che se delle assurde leggi hanno fermato il nostro modo di agire non hanno però di certo intaccato il nostro modo di pensare: chi è ultras veramente lo è per sempre sia allo stadio che nella vita di tutti i giorni e questo non ce lo potrà mai togliere nessuno: SAREMO SEMPRE VECCHIO JOKER!!!
VECCHIO JOKER 1997
CREMONA
Le cause che hanno portato a questa decisione sono bene o male le medesime che hanno portato allo scioglimento di molti altri gruppi in Italia nell’ultimo periodo e che vanno ricercate soprattutto nelle crescenti restrizioni allo stadio culminate con la famigerata tessera del tifoso che ha di fatto cancellato uno dei cardini dello spirito ultras: la trasferta.
Il gruppo ha sempre posto come condizione della propria esistenza la coerenza e per questo motivo nel momento in cui ci rendiamo conto che non è più possibile esprimere i valori e la mentalità che hanno da sempre contraddistinto il mondo ultras abbiamo deciso di chiudere qua la nostra avventura con l’orgoglio di chi non ha mai abbassato la testa e non si è mai piegato a provvedimenti e costrizioni che riteneva ingiuste e contrarie ai propri principi..
Ringraziamo di cuore tutte le persone che in questi anni hanno condiviso con noi momenti sia belli che brutti ma sicuramente indimenticabili, chi ha macinato con noi migliaia di chilometri ma anche chi ha semplicemente indossato qualcosa del nostro materiale e ci ha fatto i complimenti per una qualsiasi iniziativa facendoci capire l’apprezzamento nei nostri confronti.
Grazie anche agli altri gruppi della Curva coi quali abbiamo avuto a volte diversità di vedute ma coi quali abbiamo sempre confrontato idee e opinioni con l’unico medesimo fine che era quello di fare grande la nostra Curva Sud ed onorare al meglio la nostra città al fianco dell’US Cremonese.
Ci teniamo a sottolineare il nostro rispetto per chi se la sente ancora di lottare e per chi ha fatto e farà in futuro centinaia di chilometri senza poter entrare allo stadio ma è comunque determinato a “far presenza” ad ogni costo.
Chiudiamo affermando che se delle assurde leggi hanno fermato il nostro modo di agire non hanno però di certo intaccato il nostro modo di pensare: chi è ultras veramente lo è per sempre sia allo stadio che nella vita di tutti i giorni e questo non ce lo potrà mai togliere nessuno: SAREMO SEMPRE VECCHIO JOKER!!!
VECCHIO JOKER 1997
CREMONA
4 novembre 2011
Prato-Carrarese: il comunicato dei "Wild Kaos"
Riceviamo e pubblichiamo il comunicato degli ultras del Prato "Wild Kaos" in merito alla partita di domenica Prato - Carrarese.
"Domenica 6 novembre, Prato - Carrarese; una sfida, un derby che si ripropone, ricordi vicini di una trasferta negata, ma comunque effettuata.
La delusione di una promozione sfumata, vissuta da dietro un muro, con uno stadio ostile e una tifoseria scorretta. Il presente che fa rabbia con quella Carrarese in testa e il Prato complice la sfortuna, dietro a rincorrere.
La Curva Ferrovia sempre a testa alta.
E allora vogliamo ancora di più.
Vogliamo vincere questa partita in campo e maggiormente in curva. Non ci sono scuse per nessuno; i pratesi allo stadio dodicesimo uomo in campo. Tutti presenti".
"Domenica 6 novembre, Prato - Carrarese; una sfida, un derby che si ripropone, ricordi vicini di una trasferta negata, ma comunque effettuata.
La delusione di una promozione sfumata, vissuta da dietro un muro, con uno stadio ostile e una tifoseria scorretta. Il presente che fa rabbia con quella Carrarese in testa e il Prato complice la sfortuna, dietro a rincorrere.
La Curva Ferrovia sempre a testa alta.
E allora vogliamo ancora di più.
Vogliamo vincere questa partita in campo e maggiormente in curva. Non ci sono scuse per nessuno; i pratesi allo stadio dodicesimo uomo in campo. Tutti presenti".
29 ottobre 2011
Comunicato Stampa Ultras Alessandria 1974
CON LA PRESENTE
VOGLIAMO SOTTOLINEARE IN MANIERA NETTA ED INEQUIVOCABILE CHE
L'EPISODIO ACCADUTO MERCOLEDI' 26 OTTOBRE 2011 PRESSO IL PARCHEGGIO DI
UN SUPERMERCATO CITTADINO, CHE TANTO SCALPORE HA SUSCITATO, NON E' IN
NESSUN MODO RICONDUCIBILE ALLA GRADINATA NORD NE' TANTO MENO AL
GRUPPO DEGLI ULTRAS ALESSANDRIA 1974.
GLI AGGRESSORI SONO DA ANNI DEL TUTTO LONTANI E ADDIRITTURA IN CONFLITTUALITA' CON IL MONDO DEL TIFO ORGANIZZATO DI QUESTA CITTA'.
ABBIAMO PURTROPPO LETTO SULLA PAGINA LOCALE DI UN NOTO QUOTIDIANO NAZIONALE CHE SI FANNO SUPPOSIZIONI RELATIVE A "REGOLAMENTI DI CONTI" E "TRAFFICI DI STUPEFACENTI": NON ACCETTEREMO CHE CALUNNIE DI QUESTO GENERE CI PIOVANO ADDOSSO E SE DOVESSERO CONTINUARE CI TUTELEREMO NELLE SEDI COMPETENTI.
TOTALE E COMPLETA SOLIDARIETA' ALLA VITTIMA DELLA FOLLE AGGRESSIONE.
ULTRAS ALESSANDRIA 1974
29/10/2011
GLI AGGRESSORI SONO DA ANNI DEL TUTTO LONTANI E ADDIRITTURA IN CONFLITTUALITA' CON IL MONDO DEL TIFO ORGANIZZATO DI QUESTA CITTA'.
ABBIAMO PURTROPPO LETTO SULLA PAGINA LOCALE DI UN NOTO QUOTIDIANO NAZIONALE CHE SI FANNO SUPPOSIZIONI RELATIVE A "REGOLAMENTI DI CONTI" E "TRAFFICI DI STUPEFACENTI": NON ACCETTEREMO CHE CALUNNIE DI QUESTO GENERE CI PIOVANO ADDOSSO E SE DOVESSERO CONTINUARE CI TUTELEREMO NELLE SEDI COMPETENTI.
TOTALE E COMPLETA SOLIDARIETA' ALLA VITTIMA DELLA FOLLE AGGRESSIONE.
ULTRAS ALESSANDRIA 1974
29/10/2011
31 agosto 2011
Comunicato FAS Udine “FRIULANI AL SEGUITO”
Il gruppo “Friulani
al Seguito” ha deciso di sospendere temporaneamente la propria
attività. Non è uno scioglimento ma un’autosospensione a tempo
indeterminato. Non esistono per noi, in questo momento, i presupposti
morali per poter occupare il nostro posto in “Curva Nord” al fianco
degli altri gruppi e sostenere con passione e costanza la Nostra Amata
Udinese come abbiamo fatto in tutti questi anni. Chi vive la nostra
“Curva” e l’essere “Ultras” condividerà questo nostro importante
segnale; per gli altri sarebbero, come sempre, parole buttate al vento,
l’ennesima pretesto per sparlare e non agire per il bene comune che è e
sarà sempre l’amore per la maglia bianconera. La coerenza, per noi,
prima di tutto.
(fas)
(fas)
26 agosto 2011
Comunicato U.N. 1908 Curva Nord Novara
Comunicato U.N. 1908 Curva Nord Novara contro la tessera del tifoso
Il
Direttivo degli Ultras Novara 1908, in linea con le decisioni prese
negli ultimi anni, nonostante la conquista della massima serie da parte
della nostra squadra, non cambia assolutamente il nostro modo di
pensare ne i nostri ideali e rende noto che ci asterremo dal fare la
tessera del tifoso.
Consapevoli dei sacrifici che ci attenderanno in questa stagione, faremo il possibile e l'impossibile per essere presenti anche lontano dal piola.
U.N 1908 ---- SENZA TESSERA MA A TESTA ALTA ----
Consapevoli dei sacrifici che ci attenderanno in questa stagione, faremo il possibile e l'impossibile per essere presenti anche lontano dal piola.
U.N 1908 ---- SENZA TESSERA MA A TESTA ALTA ----
28 luglio 2011
Comunicato Riunione Tifoseria Brescia1911
In merito a quanto apparso nelle settimane scorse su vari siti internet e quotidiani locali
riguardo ad una possibile riunificazione della tifoseria, vogliamo esprimere per la prima volta
e pubblicamente il nostro pensiero.
Un pensiero inutile dirlo sviluppato negli anni sulla base di ragioni oggettive e di scelte
dettate esclusivamente dalla coscienza di tutti noi.
Un pensiero consolidato ieri sera durante una lunga e appassionata riunione.
Ma prima di procedere, vogliamo chiarire una cosa: sebbene ognuno di noi avrebbe potuto
portare delle ragioni soggettive a difesa di quella che si è poi rivelata la scelta finale del nostro
gruppo, al centro di tutto abbiamo messo come sempre il bene del Brescia e soprattutto -
l'amore per la nostra fantastica Curva e per i suoi Ultras.
Concetti che per quanto ci riguarda sono sempre stati alla base di ogni nostra iniziativa.
Questo naturalmente non ci ha impedito negli anni di fare errori, alcuni dei quali anche
grossolani. Sbagli per i quali abbiamo pagato ampiamente e ai quali abbiamo sempre cercato di
rimediare, riscattando così il nostro onore.
Niente può perciò inficiare la nostra totale buona fede, la nostra lealtà, la nostra trasparenza, la
nostra sincerità e in particolar modo il nostro tentativo di preservare valori e principi che ci
hanno sempre caratterizzato.
Per questo, aldilà della buona volontà di ognuno, quest'unione non è per noi fattibile, almeno
ora (potrebbe però esserlo in futuro, noi non poniamo chiusure definitive): troppe questioni ci
separano ancora, soprattutto quella relativa alla "tessera del tifoso"; uno "strumento" accettato
dagli altri gruppi ma assolutamente rifiutato dal nostro.
Abbiamo quindi deciso di non aderire al "progetto" succitato e di non partecipare alle prossime
riunioni pubbliche.
Lo facciamo chiaramente senza voler insegnare niente a nessuno, con la consueta umiltà, il
necessario rispetto e lasciando senz'altro libertà di scelta a tutti coloro che nobilmente pensano
- e sperano di rilanciare una tifoseria "agitata" e complessa come la nostra.
In virtù degli equilibri raggiunti con molta fatica negli ultimi tempi, sottolineiamo la nostra
intenzione di non ostacolare l'intento degli altri gruppi organizzati; anzi, con la stessa serenità
che ha contraddistinto i vari incontri precedenti a questo "progetto", vogliamo augurare
sinceramente buona fortuna ai fautori dello stesso, con la speranza di vedere la tifoseria trarne
vantaggi veri e duraturi, e con la certezza che tutte le opinioni (quindi anche la nostra) possano
pesare su questa delicatissima scelta.
Brescia 1911
riguardo ad una possibile riunificazione della tifoseria, vogliamo esprimere per la prima volta
e pubblicamente il nostro pensiero.
Un pensiero inutile dirlo sviluppato negli anni sulla base di ragioni oggettive e di scelte
dettate esclusivamente dalla coscienza di tutti noi.
Un pensiero consolidato ieri sera durante una lunga e appassionata riunione.
Ma prima di procedere, vogliamo chiarire una cosa: sebbene ognuno di noi avrebbe potuto
portare delle ragioni soggettive a difesa di quella che si è poi rivelata la scelta finale del nostro
gruppo, al centro di tutto abbiamo messo come sempre il bene del Brescia e soprattutto -
l'amore per la nostra fantastica Curva e per i suoi Ultras.
Concetti che per quanto ci riguarda sono sempre stati alla base di ogni nostra iniziativa.
Questo naturalmente non ci ha impedito negli anni di fare errori, alcuni dei quali anche
grossolani. Sbagli per i quali abbiamo pagato ampiamente e ai quali abbiamo sempre cercato di
rimediare, riscattando così il nostro onore.
Niente può perciò inficiare la nostra totale buona fede, la nostra lealtà, la nostra trasparenza, la
nostra sincerità e in particolar modo il nostro tentativo di preservare valori e principi che ci
hanno sempre caratterizzato.
Per questo, aldilà della buona volontà di ognuno, quest'unione non è per noi fattibile, almeno
ora (potrebbe però esserlo in futuro, noi non poniamo chiusure definitive): troppe questioni ci
separano ancora, soprattutto quella relativa alla "tessera del tifoso"; uno "strumento" accettato
dagli altri gruppi ma assolutamente rifiutato dal nostro.
Abbiamo quindi deciso di non aderire al "progetto" succitato e di non partecipare alle prossime
riunioni pubbliche.
Lo facciamo chiaramente senza voler insegnare niente a nessuno, con la consueta umiltà, il
necessario rispetto e lasciando senz'altro libertà di scelta a tutti coloro che nobilmente pensano
- e sperano di rilanciare una tifoseria "agitata" e complessa come la nostra.
In virtù degli equilibri raggiunti con molta fatica negli ultimi tempi, sottolineiamo la nostra
intenzione di non ostacolare l'intento degli altri gruppi organizzati; anzi, con la stessa serenità
che ha contraddistinto i vari incontri precedenti a questo "progetto", vogliamo augurare
sinceramente buona fortuna ai fautori dello stesso, con la speranza di vedere la tifoseria trarne
vantaggi veri e duraturi, e con la certezza che tutte le opinioni (quindi anche la nostra) possano
pesare su questa delicatissima scelta.
Brescia 1911
27 aprile 2011
Comunicato Sconvolts Savona
NON PIU' ALLO STADIO MA PER SEMPRE SCONVOLTS NELLA VITA
Mai ci siamo distinti per i nostri comunicati, né mai avremmo pensato di scriverne uno così.
Perchè anche le storie più belle sono destinate a finire, ma comunque avremmo pensato ad un altro finale.
Non ci siamo mai distinti per comunicati perchè alle parole sempre abbiamo preferito i fatti, e i nostri fatti son stati per circa 10 ANNI, da quando SCONVOLTS SAVONA era stato ricreato da un gruppo di amici, la presenza e il sostegno assiduo e costante ai nostri colori e alla nostra città.
Questo con quella MENTALITA’ che sempre ci ha caratterizzato, la MENTALITA’ che ci ha portato a seguire i colori biancoblù SEMPRE e dappertutto, anche quando il SAVONA navigava nei bassifondi della serie D durante svariate stagioni anonime e fallimenti vari. Quella MENTALITA’ non ci ha mai fatto abbandonare i nostri colori e il nostro striscione sempre è stato presente dove giocavano i biancoblù.
Certo, i ricordi di Voghera, Acqui e altre trasferte “di massa” rimarranno indelebili, così come i tanti pullman organizzati ma noi preferiamo ricordare le trasferte effettuate in una macchinata, quando del Savona non interessava a nessuno se non a noi, e venivamo additati da molti per la nostra PASSIONE E COSTANZA. La nostra PASSIONE E COSTANZA noi la chiamiamo semplicemente COERENZA.
Son stati 10 ANNI MERAVIGLIOSI, per noi se ne va un PEZZO DI CUORE E DI VITA, ma la nostra COERENZA E MENTALITA’ ci impongono di dire basta.
Abbiamo sempre tentato di agire per IL BENE DELLA GRADINATA, per IL BENE DEL SAVONA, ma forse oggi è giunto il momento di concludere che non siamo riusciti nei nostri propositi.
Non è presunzione ma consapevolezza se diciamo che la nostra assenza si sentirà, si noterà e verremo rimpianti. Per noi, in diverse occasioni criticati per le più svariate e assurde ragioni, sarà una vittoria.
Siamo riusciti negli anni ad avvicinare tanti giovani al SAVONA, tanti ragazzi che avrebbero potuto rappresentare il futuro della gradinata, ma adesso questo futuro non è più così roseo.
Siamo rammaricati per la squadra, perché in questo momento c’era bisogno di noi, per cercare di raggiungere un obiettivo, quello dei play off, al quale tutti insieme potevamo arrivare e in cui noi credevamo.
Ma con COERENZA diciamo basta. Forse stiamo solo anticipando i tempi, perché la repressioni e le assurde leggi di restrizione stavano facendo venire meno quel SENTIMENTO ULTRAS che era dentro ognuno di noi. Certo avremmo preferito un’altra maniera.
Concludiamo ringraziando tutti quei ragazzi che anche per un giorno si sono sentiti SCONVOLTS SAVONA, quelli che per esserlo stati ne stanno pagando ancora le conseguenze a livello giudiziario e penale, le tifoserie amiche, in particolare i ragazzi del FRONTE DEL PORTO LA SPEZIA ai quali intimiamo di non mollare, amici veri, e li esortiamo a portare avanti le loro e nostre lotte contro la TESSERA DEL TIFOSO.
Un ringraziamento a parte e speciale ai fratelli della WORKING CLASS SAVONA, che con noi hanno condiviso gran parte di tutto questo e senza i quali probabilmente non sarebbe stato lo stesso. Fratelli di IDEALI, COERENZA E MENTALITA’.
Rimarremo SCONVOLTS SAVONA dentro ognuno di noi, NEI NOSTRI IDEALI E NELLA VITA DI TUTTI I GIORNI, MA MAI PIU’ ALLO STADIO.
SCONVOLTS SAVONA siamo nati e SCONVOLTS SAVONA moriremo.
Mai ci siamo distinti per i nostri comunicati, né mai avremmo pensato di scriverne uno così.
Perchè anche le storie più belle sono destinate a finire, ma comunque avremmo pensato ad un altro finale.
Non ci siamo mai distinti per comunicati perchè alle parole sempre abbiamo preferito i fatti, e i nostri fatti son stati per circa 10 ANNI, da quando SCONVOLTS SAVONA era stato ricreato da un gruppo di amici, la presenza e il sostegno assiduo e costante ai nostri colori e alla nostra città.
Questo con quella MENTALITA’ che sempre ci ha caratterizzato, la MENTALITA’ che ci ha portato a seguire i colori biancoblù SEMPRE e dappertutto, anche quando il SAVONA navigava nei bassifondi della serie D durante svariate stagioni anonime e fallimenti vari. Quella MENTALITA’ non ci ha mai fatto abbandonare i nostri colori e il nostro striscione sempre è stato presente dove giocavano i biancoblù.
Certo, i ricordi di Voghera, Acqui e altre trasferte “di massa” rimarranno indelebili, così come i tanti pullman organizzati ma noi preferiamo ricordare le trasferte effettuate in una macchinata, quando del Savona non interessava a nessuno se non a noi, e venivamo additati da molti per la nostra PASSIONE E COSTANZA. La nostra PASSIONE E COSTANZA noi la chiamiamo semplicemente COERENZA.
Son stati 10 ANNI MERAVIGLIOSI, per noi se ne va un PEZZO DI CUORE E DI VITA, ma la nostra COERENZA E MENTALITA’ ci impongono di dire basta.
Abbiamo sempre tentato di agire per IL BENE DELLA GRADINATA, per IL BENE DEL SAVONA, ma forse oggi è giunto il momento di concludere che non siamo riusciti nei nostri propositi.
Non è presunzione ma consapevolezza se diciamo che la nostra assenza si sentirà, si noterà e verremo rimpianti. Per noi, in diverse occasioni criticati per le più svariate e assurde ragioni, sarà una vittoria.
Siamo riusciti negli anni ad avvicinare tanti giovani al SAVONA, tanti ragazzi che avrebbero potuto rappresentare il futuro della gradinata, ma adesso questo futuro non è più così roseo.
Siamo rammaricati per la squadra, perché in questo momento c’era bisogno di noi, per cercare di raggiungere un obiettivo, quello dei play off, al quale tutti insieme potevamo arrivare e in cui noi credevamo.
Ma con COERENZA diciamo basta. Forse stiamo solo anticipando i tempi, perché la repressioni e le assurde leggi di restrizione stavano facendo venire meno quel SENTIMENTO ULTRAS che era dentro ognuno di noi. Certo avremmo preferito un’altra maniera.
Concludiamo ringraziando tutti quei ragazzi che anche per un giorno si sono sentiti SCONVOLTS SAVONA, quelli che per esserlo stati ne stanno pagando ancora le conseguenze a livello giudiziario e penale, le tifoserie amiche, in particolare i ragazzi del FRONTE DEL PORTO LA SPEZIA ai quali intimiamo di non mollare, amici veri, e li esortiamo a portare avanti le loro e nostre lotte contro la TESSERA DEL TIFOSO.
Un ringraziamento a parte e speciale ai fratelli della WORKING CLASS SAVONA, che con noi hanno condiviso gran parte di tutto questo e senza i quali probabilmente non sarebbe stato lo stesso. Fratelli di IDEALI, COERENZA E MENTALITA’.
Rimarremo SCONVOLTS SAVONA dentro ognuno di noi, NEI NOSTRI IDEALI E NELLA VITA DI TUTTI I GIORNI, MA MAI PIU’ ALLO STADIO.
SCONVOLTS SAVONA siamo nati e SCONVOLTS SAVONA moriremo.
23 aprile 2011
Comunicato Working Class Savona
Dopo 9 anni di
attività e presenza al seguito del SAVONA 1907 F.B.C. la WORKING
CLASS, ritenendo che, al momento, in Gradinata non ci siano piu' quei
valori che fino ad oggi ci hanno spinto ad andare avanti e in linea
con la coerenza che ci ha contraddistinto in questi anni, ha deciso
all'unanimità di non proseguire ulteriormente la propria esperienza
all'interno dello stadio.
Il gruppo ha deciso di concentrarsi unicamente nelle attività sociali esterne che, in misura minore, lo vedevano già coinvolto da prima.
Invitiamo, inoltre, chi è in possesso del nostro materiale a non indossarlo piu' all'interno dello stadio.
Dentro di noi porteremo per sempre ricordi, frasi, risate, gioie e amarezze che hanno reso questi nove anni un'esperienza indimenticabile e di cui saremo sempre orgogliosi.
Ringraziamo i fratelli dei RUDE BOYS VOGHERA e i cari amici dei RUDE BOYS SAMPDORIA e DRUGADOS SANKT PAULI, ringraziamo altresì chi in questi anni ci ha dato la sua stima e la sua amicizia, legami personali che ci porteremo oltre negli anni.
Un pensiero e un ringraziamento particolare ai fratelli degli SCONVOLTS SAVONA 1990 che hanno condiviso con noi buona parte del percorso in gradinata e senza i quali non sarebbe stato lo stesso.
NON PIU' ULTRAS, SEMPRE RIBELLI...
Il gruppo ha deciso di concentrarsi unicamente nelle attività sociali esterne che, in misura minore, lo vedevano già coinvolto da prima.
Invitiamo, inoltre, chi è in possesso del nostro materiale a non indossarlo piu' all'interno dello stadio.
Dentro di noi porteremo per sempre ricordi, frasi, risate, gioie e amarezze che hanno reso questi nove anni un'esperienza indimenticabile e di cui saremo sempre orgogliosi.
Ringraziamo i fratelli dei RUDE BOYS VOGHERA e i cari amici dei RUDE BOYS SAMPDORIA e DRUGADOS SANKT PAULI, ringraziamo altresì chi in questi anni ci ha dato la sua stima e la sua amicizia, legami personali che ci porteremo oltre negli anni.
Un pensiero e un ringraziamento particolare ai fratelli degli SCONVOLTS SAVONA 1990 che hanno condiviso con noi buona parte del percorso in gradinata e senza i quali non sarebbe stato lo stesso.
NON PIU' ULTRAS, SEMPRE RIBELLI...
25 marzo 2011
'Vivere ultras', la clip in esclusiva
Il film di Francesco Corona sulla vita estrema di chi vive per il calcio. Nella clip, le manifestazioni, i cortei, le botte e le urla dei tifosi del Brescia per sostenere il tifoso Paolo, finito in coma per le manganellate della polizia durante una partita col Verona. Dal film documentario "Vivere ultras" di Francesco Corona. Montaggio del teaser: Claudio Domenicali
Video: http://video.espresso.repubblica.it/tutti-i-video/vivere-ultras-la-clip-in-esclusiva/402?fbclid=IwAR2NOlQTACxiqID4KQWKY-m1kzapVIdopg7-GdzkbrojtxPM_qeanIxmK0w
24 marzo 2011
'Così la polizia mi ha massacrato'
fonte: espresso.repubblica.it
Un giovane tifoso del Brescia massacrato a manganellate che finisce in coma. I medici lo danno per spacciato: se ce la farà a sopravvivere, dicono ai genitori, "sarà un vegetale". Dopo più di un mese di buio, invece, il ragazzo si risveglia. Parla, anche se con molta fatica. E' ancora intubato quando, alla fine del 2005, comincia a raccontare tutto a una poliziotta, che ha il coraggio di aprire un'inchiesta sui colleghi. La commissaria indaga in solitudine. Scopre verbali truccati. Testimonianze insabbiate. Filmati spariti. Poi altri poliziotti rompono l'omertà e sbugiardano le relazioni ufficiali di un dirigente della questura. Un giudice ordina di procedere. E adesso, a Verona, sta per aprirsi un processo simbolo contro otto celerini del reparto di Bologna. Una squadraccia, secondo l'accusa, capace non solo di usare "violenza immotivata e insensata su persone inermi", ma anche di inquinare le prove fino a rovesciare le colpe sulle vittime. "L'Espresso" ha ricostruito i retroscena di quella misteriosa giornata di guerriglia tra tifosi e polizia, con testimonianze e filmati inediti, scoprendo un filo nero che collega tanti casi in apparenza separati di degenerazione delle divise. Un viaggio nel male oscuro che contamina e divide le nostre forze di polizia.
"La mia storia è simile a quella di Federico Aldovrandi, Gabriele Sandri, Stefano Cucchi, Carlo Giuliani... La differenza è che io sono ancora vivo e posso parlare". Paolo Scaroni oggi ha 34 anni e il 100 per cento d'invalidità civile. Cammina per Brescia, la sua città, strascicando un piede rimasto paralizzato. La voce esce spezzata e lui se ne scusa ("Sono i postumi del trauma"): "Sono molto legato ai familiari di Aldovrandi. Suonava il clarinetto come me, nelle nostre vicende ci sono coincidenze incredibili. Io sono stato massacrato alle otto di sera, lui è stato ammazzato la stessa notte, sei ore dopo. Ora vogliamo fondare un'associazione: familiari delle vittime della polizia". Suo padre, bresciano di Castenedolo, capelli bianchi e mani callose, riassume il problema scuotendo la testa: "Ho sempre avuto rispetto delle forze dell'ordine. Ma adesso, quando vedo un'uniforme, non ho più fiducia". Quello di Paolo è un dolore speciale: "Oggi la cosa che mi fa più male è che mi hanno cancellato l'infanzia e l'adolescenza. Ho perso tutti i ricordi dei miei primi vent'anni di esistenza".
La vita del ragazzo senza memoria è cambiata il 24 settembre 2005. Paolo, allevatore di tori, fisico da atleta, è in trasferta a Verona con 800 tifosi. Il suo gruppo, Brescia 1911, è il più popolare e radicato. Hanno un loro codice: botte sì, ma solo a mani nude. "Niente coltelli, no droga", scrivono sugli striscioni. In quei giorni si sentono scomodi: tifosi di provincia che protestano contro "i padroni del calcio-tv" e "le schedature". Dopo la partita, i bresciani vengono scortati in stazione. E qui si scatena l'inferno: tre cariche della celere, violentissime. L'inchiesta ha identificato 32 tifosi feriti, quasi tutti colpiti alla schiena. Foto e video recuperati da "l'Espresso" mostrano, tra gli altri, una ragazza con il seno tumefatto e altri due giovani con trauma cranico e mani fratturate. Paolo ha la testa fracassata: salvato dagli amici, si rialza, vomita, sviene. Alle 19,45 entra in coma. L'ambulanza arriva con più di mezz'ora di ritardo.
Secondo la relazione ufficiale firmata da F. M., dirigente della questura di Verona, la colpa è tutta dei tifosi. Il funzionario dichiara che gli ultras bresciani "occupavano il primo binario bloccando la testa del treno", con la pretesa di "far rilasciare due arrestati". Appena le divise si avvicinano, giura il pubblico ufficiale, "il fronte dei tifosi assalta i nostri reparti con cinghie, aste di ferro, calci, pugni e scagliando massi presi dai binari". La celere li carica "solo per prevenire violenze sui viaggiatori". Paolo non è neppure nominato: una riga nella penultima pagina del rapporto cita solo "un tifoso colto da malore a bordo del treno". Chi lo ha picchiato? "Scontri con gli ultras veronesi", è la prima versione, che crolla subito: la stazione era vuota, dentro c'erano solo i bresciani scortati dagli agenti. Quindi un celerino ne racconta un'altra: Paolo sarebbe stato ferito da "uno dei massi lanciati dagli ultras" suoi amici.
Da quel giorno, per tre mesi, i tifosi di Brescia 1911 smettono di andare allo stadio: la domenica vanno a Verona in ospedale a tifare per Paolo. Che il 30 ottobre, quando ogni speranza sembra spenta, improvvisamente si risveglia durante un prelievo di sangue. In novembre la poliziotta Margherita T. riesce a interrogarlo. Mozziconi di frasi, che ricostruiscono il pestaggio: "Erano almeno quattro celerini, con i caschi. Mi urlavano: bastardo. Picchiavano con i manganelli impugnati al contrario per farmi più male". E non volevano solo immobilizzarlo: i referti medici confermano che Paolo è stato colpito "sempre e solo alla testa".
La poliziotta interroga il personale del treno. E scopre che la storia dei binari occupati dagli ultras era una balla. "I tifosi erano assolutamente tranquilli, noi eravamo pronti a partire: non ho visto nessun atto di violenza, provocazione o lancio di oggetti", dichiarano i macchinisti. Ma chi ha scatenato il caos? Quattro agenti della polizia ferroviaria testimoniano che "i disordini sono cominciati solo quando la celere ha lanciato lacrimogeni dentro uno scompartimento dove c'erano tante donne e bambini piangenti". Particolare importante: "Prima non avevamo visto nulla che giustificasse il lancio del gas". Solo allora "un centinaio di tifosi, arrabbiati e lacrimanti, ci hanno minacciato, chiedendoci come fosse possibile lanciare lacrimogeni su un treno con bambini". Ma subito, dicono gli stessi agenti, "i capi ultras si sono messi in mezzo, facendo da pacieri, per calmare gli altri tifosi dicendo che noi della Polfer non c'entravamo". In quel momento la celere carica l'intera tifoseria. Seguono 30 minuti di macelleria da Stato di polizia.
La verità dei fatti è confermata anche dai funzionari presenti della Digos di Brescia, che la stessa notte cominciano a raccogliere testimonianze e referti dei tifosi feriti. Quindi la poliziotta di Verona scopre che i filmati dei suoi colleghi, che in teoria dovrebbero aver ripreso tutti gli scontri, si interrompono proprio nei minuti in cui Paolo è stato massacrato. Peggio: nella versione consegnata ai magistrati è stato tagliato il commento finale di due agenti. "Adesso il questore ci incarna...". "Ascolta, tu prova a guardare subito le immagini di quando il...". Fine del filmato della polizia.
Mentre Scaroni passa altri 64 giorni in rianimazione, i suoi amici di Brescia 1911 si tassano per pagargli le spese legali e imbandierano la curva con uno striscione mai visto: "Giustizia per Paolo". Il tam tam unisce decine di tifoserie rivali. In febbraio Brescia è invasa da ultras di mezza Italia. Un corteo con migliaia di tifosi, preceduto da uno storico abbraccio tra i capi delle curve "nemiche" del Brescia e dell'Atalanta. "Non ci interessa che i poliziotti finiscano in galera, noi vogliamo la verità", dice ora Diego Piccinelli, il responsabile di Brescia 1911. "Nessuno potrà ridarmi la memoria o il lavoro", aggiunge Paolo, "ma il mio processo deve fermare i poliziotti violenti: a scatenare la parte peggiore è la sicurezza di farla franca".
Come molti altri processi contro uomini della legge, però, anche questo naviga conrocorrente. Solo la ricostruzione dei fatti, cioè la demolizione delle bugie ufficiali, è durata quattro anni. Il pm di turno a Verona aveva chiesto per due volte l'archiviazione, sostenendo che i caschi impedivano di riconoscere gli agenti picchiatori. Il rinvio a giudizio è stato imposto da un ex giudice istruttore, Sandro Sperandio. Ora finalmente si va in aula: prima udienza il 25 marzo. Ma l'avvocato di parte civile, Alessandro Mainardi, teme un finale all'italiana: "Rischiamo una prescrizione che sarebbe vergognosa. Se non c'è certezza della pena per le forze di polizia, come si può pretendere che i cittadini abbiano fiducia nella giustizia? Sulle responsabilità individuali siamo tutti garantisti. Ma qui, dopo tante menzogne, una cosa è certa: un ragazzo inerme è stato ridotto in fin di vita da una squadraccia che indossa ancora la divisa. Uno Stato civile avrebbe almeno risarcito i danni. Invece, dopo cinque anni, il ministero dell'Interno non si è ancora degnato di offrire un soldo". Tre mesi fa Paolo ha scritto al ministro Roberto Maroni: "La violenza va condannata e l'omertà va combattuta prima di tutto da chi rappresenta la legge". Da Roma nessuna risposta.
Le cariche dopo una partita. Le manganellate alla testa. Un mese di coma. Poi il risveglio, ma con un'invalidità che durerà tutta la vita. Poi lui trova la forza di parlare e un'agente coraggiosa fa scoppiare il caso
di Paolo BiondaniUn giovane tifoso del Brescia massacrato a manganellate che finisce in coma. I medici lo danno per spacciato: se ce la farà a sopravvivere, dicono ai genitori, "sarà un vegetale". Dopo più di un mese di buio, invece, il ragazzo si risveglia. Parla, anche se con molta fatica. E' ancora intubato quando, alla fine del 2005, comincia a raccontare tutto a una poliziotta, che ha il coraggio di aprire un'inchiesta sui colleghi. La commissaria indaga in solitudine. Scopre verbali truccati. Testimonianze insabbiate. Filmati spariti. Poi altri poliziotti rompono l'omertà e sbugiardano le relazioni ufficiali di un dirigente della questura. Un giudice ordina di procedere. E adesso, a Verona, sta per aprirsi un processo simbolo contro otto celerini del reparto di Bologna. Una squadraccia, secondo l'accusa, capace non solo di usare "violenza immotivata e insensata su persone inermi", ma anche di inquinare le prove fino a rovesciare le colpe sulle vittime. "L'Espresso" ha ricostruito i retroscena di quella misteriosa giornata di guerriglia tra tifosi e polizia, con testimonianze e filmati inediti, scoprendo un filo nero che collega tanti casi in apparenza separati di degenerazione delle divise. Un viaggio nel male oscuro che contamina e divide le nostre forze di polizia.
"La mia storia è simile a quella di Federico Aldovrandi, Gabriele Sandri, Stefano Cucchi, Carlo Giuliani... La differenza è che io sono ancora vivo e posso parlare". Paolo Scaroni oggi ha 34 anni e il 100 per cento d'invalidità civile. Cammina per Brescia, la sua città, strascicando un piede rimasto paralizzato. La voce esce spezzata e lui se ne scusa ("Sono i postumi del trauma"): "Sono molto legato ai familiari di Aldovrandi. Suonava il clarinetto come me, nelle nostre vicende ci sono coincidenze incredibili. Io sono stato massacrato alle otto di sera, lui è stato ammazzato la stessa notte, sei ore dopo. Ora vogliamo fondare un'associazione: familiari delle vittime della polizia". Suo padre, bresciano di Castenedolo, capelli bianchi e mani callose, riassume il problema scuotendo la testa: "Ho sempre avuto rispetto delle forze dell'ordine. Ma adesso, quando vedo un'uniforme, non ho più fiducia". Quello di Paolo è un dolore speciale: "Oggi la cosa che mi fa più male è che mi hanno cancellato l'infanzia e l'adolescenza. Ho perso tutti i ricordi dei miei primi vent'anni di esistenza".
La vita del ragazzo senza memoria è cambiata il 24 settembre 2005. Paolo, allevatore di tori, fisico da atleta, è in trasferta a Verona con 800 tifosi. Il suo gruppo, Brescia 1911, è il più popolare e radicato. Hanno un loro codice: botte sì, ma solo a mani nude. "Niente coltelli, no droga", scrivono sugli striscioni. In quei giorni si sentono scomodi: tifosi di provincia che protestano contro "i padroni del calcio-tv" e "le schedature". Dopo la partita, i bresciani vengono scortati in stazione. E qui si scatena l'inferno: tre cariche della celere, violentissime. L'inchiesta ha identificato 32 tifosi feriti, quasi tutti colpiti alla schiena. Foto e video recuperati da "l'Espresso" mostrano, tra gli altri, una ragazza con il seno tumefatto e altri due giovani con trauma cranico e mani fratturate. Paolo ha la testa fracassata: salvato dagli amici, si rialza, vomita, sviene. Alle 19,45 entra in coma. L'ambulanza arriva con più di mezz'ora di ritardo.
Secondo la relazione ufficiale firmata da F. M., dirigente della questura di Verona, la colpa è tutta dei tifosi. Il funzionario dichiara che gli ultras bresciani "occupavano il primo binario bloccando la testa del treno", con la pretesa di "far rilasciare due arrestati". Appena le divise si avvicinano, giura il pubblico ufficiale, "il fronte dei tifosi assalta i nostri reparti con cinghie, aste di ferro, calci, pugni e scagliando massi presi dai binari". La celere li carica "solo per prevenire violenze sui viaggiatori". Paolo non è neppure nominato: una riga nella penultima pagina del rapporto cita solo "un tifoso colto da malore a bordo del treno". Chi lo ha picchiato? "Scontri con gli ultras veronesi", è la prima versione, che crolla subito: la stazione era vuota, dentro c'erano solo i bresciani scortati dagli agenti. Quindi un celerino ne racconta un'altra: Paolo sarebbe stato ferito da "uno dei massi lanciati dagli ultras" suoi amici.
Da quel giorno, per tre mesi, i tifosi di Brescia 1911 smettono di andare allo stadio: la domenica vanno a Verona in ospedale a tifare per Paolo. Che il 30 ottobre, quando ogni speranza sembra spenta, improvvisamente si risveglia durante un prelievo di sangue. In novembre la poliziotta Margherita T. riesce a interrogarlo. Mozziconi di frasi, che ricostruiscono il pestaggio: "Erano almeno quattro celerini, con i caschi. Mi urlavano: bastardo. Picchiavano con i manganelli impugnati al contrario per farmi più male". E non volevano solo immobilizzarlo: i referti medici confermano che Paolo è stato colpito "sempre e solo alla testa".
La poliziotta interroga il personale del treno. E scopre che la storia dei binari occupati dagli ultras era una balla. "I tifosi erano assolutamente tranquilli, noi eravamo pronti a partire: non ho visto nessun atto di violenza, provocazione o lancio di oggetti", dichiarano i macchinisti. Ma chi ha scatenato il caos? Quattro agenti della polizia ferroviaria testimoniano che "i disordini sono cominciati solo quando la celere ha lanciato lacrimogeni dentro uno scompartimento dove c'erano tante donne e bambini piangenti". Particolare importante: "Prima non avevamo visto nulla che giustificasse il lancio del gas". Solo allora "un centinaio di tifosi, arrabbiati e lacrimanti, ci hanno minacciato, chiedendoci come fosse possibile lanciare lacrimogeni su un treno con bambini". Ma subito, dicono gli stessi agenti, "i capi ultras si sono messi in mezzo, facendo da pacieri, per calmare gli altri tifosi dicendo che noi della Polfer non c'entravamo". In quel momento la celere carica l'intera tifoseria. Seguono 30 minuti di macelleria da Stato di polizia.
La verità dei fatti è confermata anche dai funzionari presenti della Digos di Brescia, che la stessa notte cominciano a raccogliere testimonianze e referti dei tifosi feriti. Quindi la poliziotta di Verona scopre che i filmati dei suoi colleghi, che in teoria dovrebbero aver ripreso tutti gli scontri, si interrompono proprio nei minuti in cui Paolo è stato massacrato. Peggio: nella versione consegnata ai magistrati è stato tagliato il commento finale di due agenti. "Adesso il questore ci incarna...". "Ascolta, tu prova a guardare subito le immagini di quando il...". Fine del filmato della polizia.
Mentre Scaroni passa altri 64 giorni in rianimazione, i suoi amici di Brescia 1911 si tassano per pagargli le spese legali e imbandierano la curva con uno striscione mai visto: "Giustizia per Paolo". Il tam tam unisce decine di tifoserie rivali. In febbraio Brescia è invasa da ultras di mezza Italia. Un corteo con migliaia di tifosi, preceduto da uno storico abbraccio tra i capi delle curve "nemiche" del Brescia e dell'Atalanta. "Non ci interessa che i poliziotti finiscano in galera, noi vogliamo la verità", dice ora Diego Piccinelli, il responsabile di Brescia 1911. "Nessuno potrà ridarmi la memoria o il lavoro", aggiunge Paolo, "ma il mio processo deve fermare i poliziotti violenti: a scatenare la parte peggiore è la sicurezza di farla franca".
Come molti altri processi contro uomini della legge, però, anche questo naviga conrocorrente. Solo la ricostruzione dei fatti, cioè la demolizione delle bugie ufficiali, è durata quattro anni. Il pm di turno a Verona aveva chiesto per due volte l'archiviazione, sostenendo che i caschi impedivano di riconoscere gli agenti picchiatori. Il rinvio a giudizio è stato imposto da un ex giudice istruttore, Sandro Sperandio. Ora finalmente si va in aula: prima udienza il 25 marzo. Ma l'avvocato di parte civile, Alessandro Mainardi, teme un finale all'italiana: "Rischiamo una prescrizione che sarebbe vergognosa. Se non c'è certezza della pena per le forze di polizia, come si può pretendere che i cittadini abbiano fiducia nella giustizia? Sulle responsabilità individuali siamo tutti garantisti. Ma qui, dopo tante menzogne, una cosa è certa: un ragazzo inerme è stato ridotto in fin di vita da una squadraccia che indossa ancora la divisa. Uno Stato civile avrebbe almeno risarcito i danni. Invece, dopo cinque anni, il ministero dell'Interno non si è ancora degnato di offrire un soldo". Tre mesi fa Paolo ha scritto al ministro Roberto Maroni: "La violenza va condannata e l'omertà va combattuta prima di tutto da chi rappresenta la legge". Da Roma nessuna risposta.
8 marzo 2011
Tafferugli dopo Napoli-Brescia Arrestati sette ultrà bresciani
fonte: ilgiorno.it
Brescia, 7 marzo 2011 - Sette bresciani sono stati arrestati ieri al termine della gara tra Napoli e Brescia dagli agenti della Digos partenopea diretti dal primo dirigente, Filippo Bonfiglio. I supporter bresciani, nella vicinanza dello stadio San Paolo, in via Terracina, sono scesi dal loro pullman ed hanno ingaggiato un breve scontro gli ultras napoletani che, armati di bastoni e a volto coperto, hanno lanciato oggetti contro i bus che li conducevano all’interno dello stadio. Lo scontro è stato a tratti molto violento: una rissa nel cuore della città, sotto gli occhi dei passanti.
Gli arresti sono avvenuti dopo l’esame dei filmati da parte della polizia scientifica, che dopo aver seguito la situazione hanno girato le informazioni ai colleghi che garantivano l’ordine pubblico all’interno dello stadio.
In questo modo è stato possibile intervenire subito e bloccare i supporter facinorosi, che rischiano ora di essere processati per direttissima. L’indagine, tuttavia, è ancora in corso, e non è escluso che nelle prossime ore possano essere adottati altri provvedimenti.
Brescia, 7 marzo 2011 - Sette bresciani sono stati arrestati ieri al termine della gara tra Napoli e Brescia dagli agenti della Digos partenopea diretti dal primo dirigente, Filippo Bonfiglio. I supporter bresciani, nella vicinanza dello stadio San Paolo, in via Terracina, sono scesi dal loro pullman ed hanno ingaggiato un breve scontro gli ultras napoletani che, armati di bastoni e a volto coperto, hanno lanciato oggetti contro i bus che li conducevano all’interno dello stadio. Lo scontro è stato a tratti molto violento: una rissa nel cuore della città, sotto gli occhi dei passanti.
Gli arresti sono avvenuti dopo l’esame dei filmati da parte della polizia scientifica, che dopo aver seguito la situazione hanno girato le informazioni ai colleghi che garantivano l’ordine pubblico all’interno dello stadio.
In questo modo è stato possibile intervenire subito e bloccare i supporter facinorosi, che rischiano ora di essere processati per direttissima. L’indagine, tuttavia, è ancora in corso, e non è escluso che nelle prossime ore possano essere adottati altri provvedimenti.
8 febbraio 2011
Comunicato Scioglimento C.A.V.
Comunicato ufficiale :
CON DECISIONE UNANIME IN DATA 5/2/2011 IL COLLETTIVO AUTOMO VIOLA HA DECISO DI SCIOGLIERE IL GRUPPO.
DA OGGI IN POI NESSUNO VEDRA' PIU' IL NOSTRO STRISCIONE APPESO NEGLI STADI.
PER PRENDERE QUESTA DECISIONE ABBIAMO RITENUTO GIUSTO E DOVEROSO AVVISARE ANCHE TANTI RAGAZZI CHE,ANCHE SE ATTULMENTE NON FACEVANO PIU' PARTE DEL GRUPPO,NEGLI ANNI PASSATI HANNO AVUTO COME NOI UN RUOLO IMPORTANTE NEL CREARE LA STORIA DEL NOSTRO GRUPPO E QUINDI CI E' SEMBRATO INDISPENSABILE ASCOLTARE ANCHE LA LORO OPINIONE.
PER AMORE DI FIRENZE E DELLA FIORENTINA ABBIAMO SEMPRE DATO IL MEGLIO DI NOI STESSI CREANDO DELLE GRANDI AMICIZIE CHE RESISTONO ALL'USURA DEL TEMPO E CHE SONO SICURAMENTE FRA LE COSE PIU' BELLE CHE CI SONO CAPITATE NELLA NOSTRA VITA E CHE HANNO PERMESSO AL NOSTRO GRUPPO DI RENDERE LA NOSTRA CURVA FIESOLE FRA LE PIU' BELLE E RISPETTATE NEL PANORAMA DEGLI ULTRAS ITALIANI.
RINGRAZIAMO QUINDI TUTTI COLORO CHE HANNO CONTRIBUITO IN QUALSIASI MODO A RENDERE GRANDE LA NOSTRA STORIA.
FIERI DI QUESTO MITO....ORGOGLIOSI DI AVERLO VISSUTO
CON DECISIONE UNANIME IN DATA 5/2/2011 IL COLLETTIVO AUTOMO VIOLA HA DECISO DI SCIOGLIERE IL GRUPPO.
DA OGGI IN POI NESSUNO VEDRA' PIU' IL NOSTRO STRISCIONE APPESO NEGLI STADI.
PER PRENDERE QUESTA DECISIONE ABBIAMO RITENUTO GIUSTO E DOVEROSO AVVISARE ANCHE TANTI RAGAZZI CHE,ANCHE SE ATTULMENTE NON FACEVANO PIU' PARTE DEL GRUPPO,NEGLI ANNI PASSATI HANNO AVUTO COME NOI UN RUOLO IMPORTANTE NEL CREARE LA STORIA DEL NOSTRO GRUPPO E QUINDI CI E' SEMBRATO INDISPENSABILE ASCOLTARE ANCHE LA LORO OPINIONE.
PER AMORE DI FIRENZE E DELLA FIORENTINA ABBIAMO SEMPRE DATO IL MEGLIO DI NOI STESSI CREANDO DELLE GRANDI AMICIZIE CHE RESISTONO ALL'USURA DEL TEMPO E CHE SONO SICURAMENTE FRA LE COSE PIU' BELLE CHE CI SONO CAPITATE NELLA NOSTRA VITA E CHE HANNO PERMESSO AL NOSTRO GRUPPO DI RENDERE LA NOSTRA CURVA FIESOLE FRA LE PIU' BELLE E RISPETTATE NEL PANORAMA DEGLI ULTRAS ITALIANI.
RINGRAZIAMO QUINDI TUTTI COLORO CHE HANNO CONTRIBUITO IN QUALSIASI MODO A RENDERE GRANDE LA NOSTRA STORIA.
FIERI DI QUESTO MITO....ORGOGLIOSI DI AVERLO VISSUTO
C.A.V. 1978
fonte: dodicesimouomo.net
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