Dopo aver passato
dodici anni al seguito dei colori biancoazzurri, il Porro Group 1998
ha preso la sofferta decisione di sciogliersi.
Questa decisione è
frutto delle perplessità nate nel portare avanti un ideale, uno stile
di vita, un modo di essere che tanto è sbandierato ma in realtà poco
applicato. La nostra mentalità era già stata messa a dura prova con il
decreto Amato, privandoci degli strumenti di tifo e comunicazione con
i quali siamo cresciuti e venendo identificati preventivamente con il
biglietto nominale. Ora con l'introduzione della tessera del tifoso
si apre uno scenario devastante per chi vuole vivere lo stadio in un
certo modo, mettendoci di fronte ad un bivio: sottoscrivere la tessera
stando alla regole, o non sottoscriverla diventando, secondo noi, un
ultras a gettone, o meglio a discrezione dell'osservatorio.
Il
calcio va a rotoli, succube della televisione e della speculazione
finanziaria, rispecchiando pienamente la ridicola situazione economico,
politica e culturale del nostro paese. Le società di calcio si sono
mostrate indifferenti alle nostre problematiche, dimenticandosi che
siamo i primi loro contribuenti, essendo sempre presenti in casa e in
trasferta, volendo farci credere che c'è bisogno di una tessera per
essere fidelizzato, termine che si addice più ad una situazione di
marketing e clienti, che non di passione e tifo.
Il mondo ultras in
generale, secondo noi, ha perso i principi che lo contraddistingueva.
Tifoserie che del business hanno fatto il loro credo principale,
sempre più curve con infiltrazioni politiche, politica che di
qualsiasi schieramento ha fatto di tutto per renderci la vita
impossibile allo stadio.
In realtà come la nostra, il ricambio
generazionale assente è la problematica maggiore, giovani che questo
sistema vuole davanti alla tv prima che allo stadio, giovani che sono
attratti principalmente dalle grandi del calcio, dimenticando la
squadra ed i colori della propria città.
Noi Porro Group 1998
per tutti questi motivi siamo stanchi di combattere in modo sterile
questo sistema, ormai lo stadio non è più campo di lotta per le
battaglie sociali, la propria libertà personale è calpestata in tutto e
per tutto e per noi è giunto il momento di dire basta, è troppo!
Un ringraziamento speciale va a tutti quelli che hanno fatto parte del
gruppo, a quelli che ci hanno appoggiato attivamente e a quelli che
hanno semplicemente aderito alle iniziative. Infine un saluto fraterno a
Carrarini ed Anconetani, ed un caloroso abbraccio alla famiglia di
Vincenzo Mengoni.
PORRO GROUP 1998
FERRARA
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