NO ALLA TESSERA DEL TIFOSO, LA NORD NON SI ABBONA
I Gruppi della Curva Nord "Maurizo Alberti" confermano quanto detto nel
precedente comunicato: essendo gli abbonamenti riservati solo ai possessori
della tessera del tifoso, i Gruppi organizzati NON SI ABBONANO.
Questa è una decisione irremovibile e crediamo sia l'unico segnale forte da
dare a chi questa tessera vuole imporla, da Maroni all'Osservatorio, alla
Lega calcio.
Il nostro amore e la nostra passione per i colori neroazzurri sono
smisurati, dimostrati da anni e anni di attaccamento al Pisa sia durante i
momenti bui, sia in quelli belli. Ma possiamo ora rinunciare alla nostra
dignità facendo l'abbonamento e dunque tesserandoci? Possiamo abbassare la
testa e subire in silenzio l'ennesimo sopruso da parte di chi vuole
riservare gli stadi e il calcio, da sempre sport popolare e sinonimo di
aggregazione, soltanto a una élite e costringere tutti gli altri a pagare
per stare davanti alla televisione, ognuno da solo in casa propria?!
CERTAMENTE NO... NOI NON CI STIAMO.
Contestiamo la tessera perché è anticostituzionale ed è legata a un mondo
fatto di business che non ci appartiene. Non temiamo di essere smentiti
quando affermiamo che la tessera è anticostituzionale. A tale proposito,
riportiamo di seguito un passo del testo ufficiale dell'Osservatorio che
riguarda la sua introduzione:
*
"DIPARTIMENTO DELLA PUBBLICA SICUREZZA
SEGRETERIA DEL DIPARTIMENTO
Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive
Determinazione nr 27 /2009 del 17 agosto 2009 "Tessera del Tifoso" 3
determina
La Lega Nazionale Professionisti e la Lega Pro provvederanno a dare la
massima diffusione tra le proprie società delle disposizioni richiamate in
premessa, precisando in particolare che:
* * -sono temporaneamente escluse dal programma quelle persone condannate
per reati da stadio anche con sentenza non definitiva, fino al completamento
dei 5 anni successivi alla condanna medesima;
* * -le modalità di verifica dei motivi ostativi di cui sopra è fissata
nelle pagg. 17 - 18 del programma tessera del tifoso.
I competenti Uffici del Dipartimento della Pubblica Sicurezza vorranno
valutare la possibilità di ribadire nuovamente quanto sopra alle Questure
interessate.
La presente determinazione è adottata all´unanimità.
Roma, 17 agosto 2009
Il Presidente dell´Osservatorio
Dirigente Generale della P. di S."*
Ora prendiamo ad esempio la situazione di Pisa. Negli ultimi anni, come
tutti sapranno, hanno falcidiato e diffidato metà Curva per striscioni,
bandiere, tamburi, lancio di cartaigenica ecc. Tutti "reati" assurdi,
inventati ad hoc per allontanarci dallo stadio e che nulla hanno a che fare
con la sicurezza, come si sono resi conto tutti quelli che frequentano
l'Arena. Per tali "reati da stadio" ognuno ha gia pagato, scontando i suoi
anni di daspo e pagando una multa. Com'è possibile che queste persone siano
invece escluse per 5 anni dalla tessera del tifoso? Anche se volessero fare
l'abbonamento, la cosa, di fatto, gli è negata. Ciò non è discriminatorio?
Perfino coloro che hanno una "sentenza non definitiva" ne sono esclusi!!
Non siamo tutti innocenti di fronte alla legge fino a quando la giustizia
non ci giudica colpevoli? Magari il processo riterrà la fantomatica persona
innocente ed estranea ai fatti... ma intanto niente tessera e niente
abbonamento.
Tutto questo non è forse anticostituzionale e discriminante?
Per noi il calcio è passione, aggregazione, emozione, solidarietà,
campanilismo e confronto.... Questa carta di credito, chiamata "tessera del
tifoso", appartiene ad un'altra concezione del calcio legato al dio
denaro... e noi non possiamo che aborrirla.
Continueremo a lottare contro questa infame repressione.
CURVA NORD "MAURIZIO ALBERTI"
⚠️ Abbiamo deciso di abilitare i commenti su tutti i post del Blog, senza alcuna forma di censura. ⚠️
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28 luglio 2010
26 luglio 2010
Io non mi tessero. Comunicato degli ULTRAS MATERA
IO NON MI TESSERO
Giorni importanti per i nostri colori BIANCAZZURRI e giorni altresì delicati per il futuro ULTRAS! Ultimamente non si parla altro che del RITORNO in Lega Pro del Matera, ma tutti noi vorremo essere li a festeggiare più che mai, pensando già al prossimo Campionato e alle prossime avventure che potrebbero attenderci! Ma negli ultimi mesi sarà capitato a molti se non a tutti di sentir parlare del CASO DEVASTANTE "TESSERA DEL TIFOSO" : disegno di legge proposto dal Ministro Maroni, connesso al tesseramento dei tifosi, che in questi giorni sta diventando pura e cruda realtà. Con quanto segue cercheremo di dare un'idea più realistica di quanto proposto dal nostro Ministro. La TESSERA DEL TIFOSO, ha la stessa natura e forma di UNA CARTA RICARICABILE BANCARIA, con costi di gestione e di ricarica praticamente come una normale carta di credito; e in più rappresenta una vera e propria forma di SCHEDATURA PREVENTIVA, attraverso la quale la Questura saprà di ciascun tesserato nome, co
gnome, indirizzo e quant'altro concerne. Come se non bastasse, ogni tessera disporrà di un chip interno della tecnologia RFID, che grazie alla piattaforma telematica della Telecom sarà in grado di rintracciare il suo possessore ovunque egli sia. Si tratterebbe insomma di un espediente anti-terrorista. Il gruppo ULTRAS MATERA ribadisce con fermezza la sua contrarietà al decreto-legge "Tessera del Tifoso", e sta cercando di sensibilizzare la società locale, anche forse mal o poco informata, riguardo a questo provvedimento, apparentemente a scopo preventivo, ma puramente anti-democratico. La fede di un ultras cosi come quella di un "vero" tifoso non potrà mai essere dimostrata con un tesserino, che sa molto di carta fedeltà di una qualsiasi attività commerciale. Fin dall'inizio, noi ULTRAS MATERA, abbiamo mostrato il nostro disapprovo in merito a questa nuova norma di legge, che non fa altro che aumentare la speculazione e il commercio, dove invece hanno regnato finora passi
one e fedeltà verso la propria squadra, i propri colori e la propria Città. La tessera del tifoso, nata come uno strumento puramente commerciale, viene presentata come un rimedio alla violenza negli stadi, nascondendo il giro di denaro che vi è sotto. La stessa proposta di legge, definisce impropriamente il mondo ultras come il vero e solo colpevole della violenza nello sport. Nel presentare questo rimedio "anti-sociale", il governo trascura e evita di rendere noto, la sua particolarità più sgradevole, la sua retroattività: noi ULTRAS MATERA condanniamo fortemente l'art. 9 della legge 41 del 2007, che prevede il divieto assoluto di permettere la sottoscrizione della tessera a chi ha commesso in passato reati da stadio, anche se successivamente assolto e ritenuto non colpevole, vietando "definitivamente" l'ingresso allo stadio, limitando in questo modo la libertà personale e marchiando a vita qualsiasi cittadino libero. Emendamento che sarebbe adottato per la prima volta in
assoluto nel nostro Sistema Italiano, dato che nemmeno nell'ambito politico e governativo è stato mai applicato, li dove invece avrebbe molto più senso farlo esigere. Tali motivi e circostanze, sono fuori da ogni ideologia ultras: ogni individuo ha diritto alla sua libertà. Da sempre ultras del Matera e per sempre lo saremo, e come ogni ultras, mai ci piegheremo a queste assurde regole. Per far fronte a questo assurdo provvedimento, noi ULTRAS MATERA, abbiamo deciso di non abbonarci ai prossimi campionati di calcio, finché tale tessera avrà modo di esistere, augurandoci che tale "risposta", che certamente non vuole danneggiare la Società, spinga la stessa ad alzare la voce ed imporsi agli organi competenti. Stando a quanto si evince dalla "bella pensata" del nostro amato Ministro Maroni, noi ultras saremo fuori da quegli amati gradoni, a malincuore, ma continueremo a sostenere i nostri colori e la maglia, altrove o fuori le mura del perimetro di gioco, solo perché qualcun
o ha deciso cosi per noi! Lotteremo in questa battaglia, cercando anche sempre più alleati possibili, per far capire a chi ha inventato questo "pezzo di carta", che il calcio senza tifo, senza colore e calore di noi Ultras è finito. Infine, ci auguriamo che la nostra società, ora più che mai, consideri in modo attento e scrupoloso le nostre riflessioni, per tutti quei valori messi in campo in questi anni. Ci auguriamo che la stessa continui a vederci per quello che realmente siamo: Ultras, non clienti; perché in palio non ci sono soltanto abbonamenti e biglietti di trasferta, bensì dignità, coerenza, rispetto, e soprattutto libertà individuale; valori e condizioni -nonché diritti- che noi cercheremo sempre d'esprimere e mantenere anche allo stadio, nonostante tutto. Proprio ora che il Matera fa il suo ritorno nel Calcio che conta...non svuotiamo gli stadi, e non priviamo i nostri giocatori e il nostro ambiente calcistico del giusto e vero sostegno!... anzi portiamo il giust
o sostegno lì dove da anni aspettavamo di esserci! Siamo convinti che le nostre riflessioni possano sensibilizzare ed essere d'esempio per molti altri, ultras e non! Accettare tale normativa, vorrebbe dire ACCETTARE e AUTOCOLPEVOLIZZARSI DI QUALCOSA CHE NON ESISTE, E IN Più PERDERE LA PROPRIA LIBERTA', RENDENDOSI complici di un Governo che invece di andare a combattere lo schifo imperante, e che invece di dare l'ergastolo a chi rovina vite e famiglie, a chi toglie la dignità, a chi macchia l'adolescenza altrui con stupri o quant'altro, preferisce accanirsi contro le pedine più deboli di un gioco meschino, che vede già condannati gli unici non colpevoli, gli unici non "mostri" dell'intero Sistema. E' TROPPO FACILE fare terra bruciata là dove le "autorità" possono fare da padroni. Noi siamo TIFOSI, siamo ULTRAS, siamo INNAMORATI DELLA NOSTRA MAGLIA E DELLA NOSTRA CITTA' ... NON siamo CRIMINALI , NON siamo TERRORISTI ... EPPURE COSI VOGLIONO FARCI APPARIRE !
ULTRAS MATERA
Giorni importanti per i nostri colori BIANCAZZURRI e giorni altresì delicati per il futuro ULTRAS! Ultimamente non si parla altro che del RITORNO in Lega Pro del Matera, ma tutti noi vorremo essere li a festeggiare più che mai, pensando già al prossimo Campionato e alle prossime avventure che potrebbero attenderci! Ma negli ultimi mesi sarà capitato a molti se non a tutti di sentir parlare del CASO DEVASTANTE "TESSERA DEL TIFOSO" : disegno di legge proposto dal Ministro Maroni, connesso al tesseramento dei tifosi, che in questi giorni sta diventando pura e cruda realtà. Con quanto segue cercheremo di dare un'idea più realistica di quanto proposto dal nostro Ministro. La TESSERA DEL TIFOSO, ha la stessa natura e forma di UNA CARTA RICARICABILE BANCARIA, con costi di gestione e di ricarica praticamente come una normale carta di credito; e in più rappresenta una vera e propria forma di SCHEDATURA PREVENTIVA, attraverso la quale la Questura saprà di ciascun tesserato nome, co
gnome, indirizzo e quant'altro concerne. Come se non bastasse, ogni tessera disporrà di un chip interno della tecnologia RFID, che grazie alla piattaforma telematica della Telecom sarà in grado di rintracciare il suo possessore ovunque egli sia. Si tratterebbe insomma di un espediente anti-terrorista. Il gruppo ULTRAS MATERA ribadisce con fermezza la sua contrarietà al decreto-legge "Tessera del Tifoso", e sta cercando di sensibilizzare la società locale, anche forse mal o poco informata, riguardo a questo provvedimento, apparentemente a scopo preventivo, ma puramente anti-democratico. La fede di un ultras cosi come quella di un "vero" tifoso non potrà mai essere dimostrata con un tesserino, che sa molto di carta fedeltà di una qualsiasi attività commerciale. Fin dall'inizio, noi ULTRAS MATERA, abbiamo mostrato il nostro disapprovo in merito a questa nuova norma di legge, che non fa altro che aumentare la speculazione e il commercio, dove invece hanno regnato finora passi
one e fedeltà verso la propria squadra, i propri colori e la propria Città. La tessera del tifoso, nata come uno strumento puramente commerciale, viene presentata come un rimedio alla violenza negli stadi, nascondendo il giro di denaro che vi è sotto. La stessa proposta di legge, definisce impropriamente il mondo ultras come il vero e solo colpevole della violenza nello sport. Nel presentare questo rimedio "anti-sociale", il governo trascura e evita di rendere noto, la sua particolarità più sgradevole, la sua retroattività: noi ULTRAS MATERA condanniamo fortemente l'art. 9 della legge 41 del 2007, che prevede il divieto assoluto di permettere la sottoscrizione della tessera a chi ha commesso in passato reati da stadio, anche se successivamente assolto e ritenuto non colpevole, vietando "definitivamente" l'ingresso allo stadio, limitando in questo modo la libertà personale e marchiando a vita qualsiasi cittadino libero. Emendamento che sarebbe adottato per la prima volta in
assoluto nel nostro Sistema Italiano, dato che nemmeno nell'ambito politico e governativo è stato mai applicato, li dove invece avrebbe molto più senso farlo esigere. Tali motivi e circostanze, sono fuori da ogni ideologia ultras: ogni individuo ha diritto alla sua libertà. Da sempre ultras del Matera e per sempre lo saremo, e come ogni ultras, mai ci piegheremo a queste assurde regole. Per far fronte a questo assurdo provvedimento, noi ULTRAS MATERA, abbiamo deciso di non abbonarci ai prossimi campionati di calcio, finché tale tessera avrà modo di esistere, augurandoci che tale "risposta", che certamente non vuole danneggiare la Società, spinga la stessa ad alzare la voce ed imporsi agli organi competenti. Stando a quanto si evince dalla "bella pensata" del nostro amato Ministro Maroni, noi ultras saremo fuori da quegli amati gradoni, a malincuore, ma continueremo a sostenere i nostri colori e la maglia, altrove o fuori le mura del perimetro di gioco, solo perché qualcun
o ha deciso cosi per noi! Lotteremo in questa battaglia, cercando anche sempre più alleati possibili, per far capire a chi ha inventato questo "pezzo di carta", che il calcio senza tifo, senza colore e calore di noi Ultras è finito. Infine, ci auguriamo che la nostra società, ora più che mai, consideri in modo attento e scrupoloso le nostre riflessioni, per tutti quei valori messi in campo in questi anni. Ci auguriamo che la stessa continui a vederci per quello che realmente siamo: Ultras, non clienti; perché in palio non ci sono soltanto abbonamenti e biglietti di trasferta, bensì dignità, coerenza, rispetto, e soprattutto libertà individuale; valori e condizioni -nonché diritti- che noi cercheremo sempre d'esprimere e mantenere anche allo stadio, nonostante tutto. Proprio ora che il Matera fa il suo ritorno nel Calcio che conta...non svuotiamo gli stadi, e non priviamo i nostri giocatori e il nostro ambiente calcistico del giusto e vero sostegno!... anzi portiamo il giust
o sostegno lì dove da anni aspettavamo di esserci! Siamo convinti che le nostre riflessioni possano sensibilizzare ed essere d'esempio per molti altri, ultras e non! Accettare tale normativa, vorrebbe dire ACCETTARE e AUTOCOLPEVOLIZZARSI DI QUALCOSA CHE NON ESISTE, E IN Più PERDERE LA PROPRIA LIBERTA', RENDENDOSI complici di un Governo che invece di andare a combattere lo schifo imperante, e che invece di dare l'ergastolo a chi rovina vite e famiglie, a chi toglie la dignità, a chi macchia l'adolescenza altrui con stupri o quant'altro, preferisce accanirsi contro le pedine più deboli di un gioco meschino, che vede già condannati gli unici non colpevoli, gli unici non "mostri" dell'intero Sistema. E' TROPPO FACILE fare terra bruciata là dove le "autorità" possono fare da padroni. Noi siamo TIFOSI, siamo ULTRAS, siamo INNAMORATI DELLA NOSTRA MAGLIA E DELLA NOSTRA CITTA' ... NON siamo CRIMINALI , NON siamo TERRORISTI ... EPPURE COSI VOGLIONO FARCI APPARIRE !
ULTRAS MATERA
22 luglio 2010
Clamoroso: la Tessera del Tifoso è illegale
di Maurizio Martucci
(Fonte: LIBERAL del 22/07/2010, pag. 21)
Ne sapevamo già tante: la Tessera del Tifoso non è un obbligo di legge e poggia su un dispositivo che il TAR Lazio ne valuterà l‘incostituzionalità. E’ un’imposizione per i club e una scrematura preventiva del pubblico, senza la certezza di estirpare i fenomeni violenti. Limita le libertà di movimento dei cittadini e mina la privacy, colpa il micro-chip con identificazione a radio frequenza. E’ un’operazione di marketing speculativo e il Presidente dell’UEFA l’ha bocciata senza riserve. E così via, sciorinando a più non posso le criticità di questa rivoluzione all’italiana. Ma l’ultima scoperta ha davvero del clamoroso: la Tessera del Tifoso è illegale! Contrasta una legge dello Stato varata dopo la morte dell’Ispettore di Polizia Filippo Raciti e va contro il Codice di Giustizia Sportiva della Federazione Italiana Giuoco Calcio.
L’art. 8 della Legge 4 Aprile 2007 N° 41, che ha convertito il Decreto dell’8 Febbraio 2007 N°8 recante “misure urgenti per la prevenzione e la repressione di fenomeni di violenza connessi a competizioni calcistiche”, obbliga i club di Serie A, B, Lega Pro e Dilettanti ad escludere qualsiasi tipo di facilitazione per i tifosi, pena una sanzione amministrativa del Prefetto con multa dai 50.000 ai 200.000 euro. Ecco il passaggio in questione: “E’ parimenti vietato alle società sportive corrispondere contributi, sovvenzioni, facilitazioni di qualsiasi genere ad associazioni di tifosi comunque denominate”. Un divieto che riguarda anche le cosiddette associazioni di fatto, disciplinate dal codice civile, nelle quali si fanno rientrare anche i possessori della Tessera del Tifoso che, per il peculiare elitarismo voluto dal Ministro dell’Interno Maroni, sono facilitati da offerte commerciali e proposte logistiche atipiche: esclusività per l’acquisto di abbonamenti stagionali e biglietti in trasferta per i settori ospiti. Esclusività per i biglietti in casa nelle gare giudicate a rischio dal CASMS. Accesso dedicato allo stadio con varchi prioritari (ancora da costruire). Agevolazioni per l’acquisto di merchandising e pacchetti finanziari (per i supporter della Fiorentina anche prestiti di denaro e mutui viola!) In parole povere, benefit per una cerchia di tifosi ufficiali, per i quali l’Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive spinge le società a favorire “la concessione di facilitazioni, privilegi e/o benefici”. Cioè quanto vietato dalla legge pubblicata in Gazzetta Ufficiale nel 2007, dopo la m
Stesse prescrizioni nel Titolo I delle norme di comportamento previste dal Codice di Giustizia Sportiva della FIGC, al primo comma dell’art. 12 (“Prevenzione di fatti violenti”): “Alle società è fatto divieto di contribuire, con interventi finanziari o con altre utilità, alla costituzione e al mantenimento di gruppi, organizzati e non, di propri sostenitori”. Cos’altro sarebbe la Tessera del Tifoso se non uno strumento per contribuire con altre utilità alla costituzione e al mantenimento di gruppi di tifosi? Cos’altro intendono i marketing manager per “community da fidelizzare” con la fidelity card? Regolamento sportivo e legge parlano chiaro: i titolari delle nuove carte non aderiscono ad un’associazione legalmente riconosciuta con finalità di divulgazione dei valori della Carta Olimpica e non hanno nemmeno l’obiettivo di gemellaggi con altri tifosi (art. 8, L. 41/07).
“Nella fretta di varare la tessera del tifoso – sostiene l’Avv. Lorenzo Contucci, esperto di cause per reati da stadio –
ci si è dimenticati di coordinare le norme. Forse non sarebbe stato
possibile, visto che la tessera non ha fondamento normativo ma si basa
su una circolare amministrativa. In realtà i Prefetti dovrebbero
contravvenzionare le società che, con la tessera, costituiscono la
categoria dei tifosi ufficiali senza formare prima un’associazione
legalmente riconosciuta. Potrebbe configurarsi l’omissione di atti di
ufficio. Agevolazioni come per l’abbonamento sono una violazione di
legge”. “Già il decreto del 1995 postumo l’omicidio Spagnolo vieta
legami tra società e tifosi – ribatte Giovanni Adami, legale di molti sostenitori di curva – La
tessera è una facilitazione che va contro questo principio. Oltre che
in sede penale e amministrativa, si può pensare ad un esposto alla
Procura Federale della FIGC.”
l’Avv. Adami – ma il legislatore ha creato misure restrittive circoscritte alle sole manifestazioni sportive. La giurisprudenza (TAR Toscana e Liguria) dice che il DASPO non può colpire il delinquente abituale. Non vedo il motivo di estenderlo ai dediti ad attività criminale: c’è già il codice di procedura penale”. Segno dei tempi: sta partendo la Tessera del Tifoso e, seppur fuori legge, tra i magistrati partenopei c’è già chi propone di superarla. Se non ce ne fossimo accorti, gli stadi sono diventati il Nuovo Laboratorio Italia. Tra un pallone, un coro e una bandiera si sperimentano misure di controllo sociale di massa e ardite peripezie giurisprudenziali.
(Fonte: LIBERAL del 22/07/2010, pag. 21)
Ne sapevamo già tante: la Tessera del Tifoso non è un obbligo di legge e poggia su un dispositivo che il TAR Lazio ne valuterà l‘incostituzionalità. E’ un’imposizione per i club e una scrematura preventiva del pubblico, senza la certezza di estirpare i fenomeni violenti. Limita le libertà di movimento dei cittadini e mina la privacy, colpa il micro-chip con identificazione a radio frequenza. E’ un’operazione di marketing speculativo e il Presidente dell’UEFA l’ha bocciata senza riserve. E così via, sciorinando a più non posso le criticità di questa rivoluzione all’italiana. Ma l’ultima scoperta ha davvero del clamoroso: la Tessera del Tifoso è illegale! Contrasta una legge dello Stato varata dopo la morte dell’Ispettore di Polizia Filippo Raciti e va contro il Codice di Giustizia Sportiva della Federazione Italiana Giuoco Calcio.
L’art. 8 della Legge 4 Aprile 2007 N° 41, che ha convertito il Decreto dell’8 Febbraio 2007 N°8 recante “misure urgenti per la prevenzione e la repressione di fenomeni di violenza connessi a competizioni calcistiche”, obbliga i club di Serie A, B, Lega Pro e Dilettanti ad escludere qualsiasi tipo di facilitazione per i tifosi, pena una sanzione amministrativa del Prefetto con multa dai 50.000 ai 200.000 euro. Ecco il passaggio in questione: “E’ parimenti vietato alle società sportive corrispondere contributi, sovvenzioni, facilitazioni di qualsiasi genere ad associazioni di tifosi comunque denominate”. Un divieto che riguarda anche le cosiddette associazioni di fatto, disciplinate dal codice civile, nelle quali si fanno rientrare anche i possessori della Tessera del Tifoso che, per il peculiare elitarismo voluto dal Ministro dell’Interno Maroni, sono facilitati da offerte commerciali e proposte logistiche atipiche: esclusività per l’acquisto di abbonamenti stagionali e biglietti in trasferta per i settori ospiti. Esclusività per i biglietti in casa nelle gare giudicate a rischio dal CASMS. Accesso dedicato allo stadio con varchi prioritari (ancora da costruire). Agevolazioni per l’acquisto di merchandising e pacchetti finanziari (per i supporter della Fiorentina anche prestiti di denaro e mutui viola!) In parole povere, benefit per una cerchia di tifosi ufficiali, per i quali l’Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive spinge le società a favorire “la concessione di facilitazioni, privilegi e/o benefici”. Cioè quanto vietato dalla legge pubblicata in Gazzetta Ufficiale nel 2007, dopo la m
Stesse prescrizioni nel Titolo I delle norme di comportamento previste dal Codice di Giustizia Sportiva della FIGC, al primo comma dell’art. 12 (“Prevenzione di fatti violenti”): “Alle società è fatto divieto di contribuire, con interventi finanziari o con altre utilità, alla costituzione e al mantenimento di gruppi, organizzati e non, di propri sostenitori”. Cos’altro sarebbe la Tessera del Tifoso se non uno strumento per contribuire con altre utilità alla costituzione e al mantenimento di gruppi di tifosi? Cos’altro intendono i marketing manager per “community da fidelizzare” con la fidelity card? Regolamento sportivo e legge parlano chiaro: i titolari delle nuove carte non aderiscono ad un’associazione legalmente riconosciuta con finalità di divulgazione dei valori della Carta Olimpica e non hanno nemmeno l’obiettivo di gemellaggi con altri tifosi (art. 8, L. 41/07).
l’Avv. Adami – ma il legislatore ha creato misure restrittive circoscritte alle sole manifestazioni sportive. La giurisprudenza (TAR Toscana e Liguria) dice che il DASPO non può colpire il delinquente abituale. Non vedo il motivo di estenderlo ai dediti ad attività criminale: c’è già il codice di procedura penale”. Segno dei tempi: sta partendo la Tessera del Tifoso e, seppur fuori legge, tra i magistrati partenopei c’è già chi propone di superarla. Se non ce ne fossimo accorti, gli stadi sono diventati il Nuovo Laboratorio Italia. Tra un pallone, un coro e una bandiera si sperimentano misure di controllo sociale di massa e ardite peripezie giurisprudenziali.
21 luglio 2010
Scioglimento del Porro Group 1998 Spal Ferrara
Dopo aver passato
dodici anni al seguito dei colori biancoazzurri, il Porro Group 1998
ha preso la sofferta decisione di sciogliersi.
Questa decisione è frutto delle perplessità nate nel portare avanti un ideale, uno stile di vita, un modo di essere che tanto è sbandierato ma in realtà poco applicato. La nostra mentalità era già stata messa a dura prova con il decreto Amato, privandoci degli strumenti di tifo e comunicazione con i quali siamo cresciuti e venendo identificati preventivamente con il biglietto nominale. Ora con l'introduzione della tessera del tifoso si apre uno scenario devastante per chi vuole vivere lo stadio in un certo modo, mettendoci di fronte ad un bivio: sottoscrivere la tessera stando alla regole, o non sottoscriverla diventando, secondo noi, un ultras a gettone, o meglio a discrezione dell'osservatorio.
Il calcio va a rotoli, succube della televisione e della speculazione finanziaria, rispecchiando pienamente la ridicola situazione economico, politica e culturale del nostro paese. Le società di calcio si sono mostrate indifferenti alle nostre problematiche, dimenticandosi che siamo i primi loro contribuenti, essendo sempre presenti in casa e in trasferta, volendo farci credere che c'è bisogno di una tessera per essere fidelizzato, termine che si addice più ad una situazione di marketing e clienti, che non di passione e tifo.
Il mondo ultras in generale, secondo noi, ha perso i principi che lo contraddistingueva. Tifoserie che del business hanno fatto il loro credo principale, sempre più curve con infiltrazioni politiche, politica che di qualsiasi schieramento ha fatto di tutto per renderci la vita impossibile allo stadio.
In realtà come la nostra, il ricambio generazionale assente è la problematica maggiore, giovani che questo sistema vuole davanti alla tv prima che allo stadio, giovani che sono attratti principalmente dalle grandi del calcio, dimenticando la squadra ed i colori della propria città.
Noi Porro Group 1998 per tutti questi motivi siamo stanchi di combattere in modo sterile questo sistema, ormai lo stadio non è più campo di lotta per le battaglie sociali, la propria libertà personale è calpestata in tutto e per tutto e per noi è giunto il momento di dire basta, è troppo!
Un ringraziamento speciale va a tutti quelli che hanno fatto parte del gruppo, a quelli che ci hanno appoggiato attivamente e a quelli che hanno semplicemente aderito alle iniziative. Infine un saluto fraterno a Carrarini ed Anconetani, ed un caloroso abbraccio alla famiglia di Vincenzo Mengoni.
PORRO GROUP 1998
FERRARA
Questa decisione è frutto delle perplessità nate nel portare avanti un ideale, uno stile di vita, un modo di essere che tanto è sbandierato ma in realtà poco applicato. La nostra mentalità era già stata messa a dura prova con il decreto Amato, privandoci degli strumenti di tifo e comunicazione con i quali siamo cresciuti e venendo identificati preventivamente con il biglietto nominale. Ora con l'introduzione della tessera del tifoso si apre uno scenario devastante per chi vuole vivere lo stadio in un certo modo, mettendoci di fronte ad un bivio: sottoscrivere la tessera stando alla regole, o non sottoscriverla diventando, secondo noi, un ultras a gettone, o meglio a discrezione dell'osservatorio.
Il calcio va a rotoli, succube della televisione e della speculazione finanziaria, rispecchiando pienamente la ridicola situazione economico, politica e culturale del nostro paese. Le società di calcio si sono mostrate indifferenti alle nostre problematiche, dimenticandosi che siamo i primi loro contribuenti, essendo sempre presenti in casa e in trasferta, volendo farci credere che c'è bisogno di una tessera per essere fidelizzato, termine che si addice più ad una situazione di marketing e clienti, che non di passione e tifo.
Il mondo ultras in generale, secondo noi, ha perso i principi che lo contraddistingueva. Tifoserie che del business hanno fatto il loro credo principale, sempre più curve con infiltrazioni politiche, politica che di qualsiasi schieramento ha fatto di tutto per renderci la vita impossibile allo stadio.
In realtà come la nostra, il ricambio generazionale assente è la problematica maggiore, giovani che questo sistema vuole davanti alla tv prima che allo stadio, giovani che sono attratti principalmente dalle grandi del calcio, dimenticando la squadra ed i colori della propria città.
Noi Porro Group 1998 per tutti questi motivi siamo stanchi di combattere in modo sterile questo sistema, ormai lo stadio non è più campo di lotta per le battaglie sociali, la propria libertà personale è calpestata in tutto e per tutto e per noi è giunto il momento di dire basta, è troppo!
Un ringraziamento speciale va a tutti quelli che hanno fatto parte del gruppo, a quelli che ci hanno appoggiato attivamente e a quelli che hanno semplicemente aderito alle iniziative. Infine un saluto fraterno a Carrarini ed Anconetani, ed un caloroso abbraccio alla famiglia di Vincenzo Mengoni.
PORRO GROUP 1998
FERRARA
1 luglio 2010
Accanimento giudiziario, quello vero…
Accanimento giudiziario. Tante volte abbiamo sentito pronunciare
questa frase da personaggi ricchi e potenti, che mal sopportanto le
attenzioni di certa magistratura nei loro confronti.
Questa però non è la storia di un politico, di un imprenditore o di un presidente del consiglio. Questa è la storia di Topazio!
Torniamo ad occuparci della sua vicenda pubblicando la mail inviataci dalla Ciurma Nemica Foggia.
“Che siete venuti a fare?”
Con questa domanda – cinica, spregevole, arrogante – il giudice della libertà del Tribunale di Bari ha accolto Topazio e il suo avvocato all’appuntamento. Era stata fissata per oggi, 24 giugno, l’udienza per i domiciliari.
Istanza respinta.
Non è stato concesso neppure il tempo al legale per esprimere la propria “interpretazione” della sentenza. La decisione era già stata presa prima della messinscena. Prima che Topazio fosse accompagnato – come un delinquente d’altri tempi – sotto scorta fino al Tribunale di Bari.
“La vostra interpretazione – ha dichiarato il giudice – sarebbe senz’altro FUNAMBOLICA!”. Liquidate così, in poche parole, in pochi attimi, intere settimane di speranze, di attivismo, di passione. Liquidati in pochi secondi, nel più freddo linguaggio della burocrazia nostrana, i sogni di LIBERTA’ di un nostro FRATELLO “colpevole” d’essere un ULTRAS e di non aver ottemperato a tutti gli obblighi della libertà vigilata che il suo status gli imponeva.
La giustizia italiana ha dimostrato ancora una volta la sua vera natura: debole, remissiva, accondiscende con i forti, i potenti, i protetti; forte, inflessibile, punitiva nei confronti dei deboli, dei soggetti poco tutelati, di quelli da sbattere dentro per lavarsi la propria mala coscienza.
Topazio – in carcere dal 23 aprile scorso per una firma saltata durante un precedente periodo di diffida – è ormai un esempio di ACCANIMENTO GIUDIZIARIO. E questo è il dato che, più di tutti, deve balzare agli occhi degli ignari, delle anime belle, dei garantisti ad oltranza di questo Paese.
Da parte nostra giunga ai giudici, agli sbirri e ai leccaculo di turno tutto il disprezzo di cui siamo capaci. E una promessa: non ci fermeremo. Continueremo a lottare perché simili vergogne non accadano più, a nessun ULTRAS, a nessun CITTADINO di questo stato allo sbando. Non ci fermeremo. Per la libertà – bene su tutti non barattabile – del nostro FRATELLO e di tutti coloro che, senza padroni o padrini, subiscono le angherie del potere.
Non ci fermerete.
mai potrei viver come voi che avete sempre la certezza della terra sotto i piedi.
Ciurma Nemica Foggia
Questa però non è la storia di un politico, di un imprenditore o di un presidente del consiglio. Questa è la storia di Topazio!
Torniamo ad occuparci della sua vicenda pubblicando la mail inviataci dalla Ciurma Nemica Foggia.
“Che siete venuti a fare?”
Con questa domanda – cinica, spregevole, arrogante – il giudice della libertà del Tribunale di Bari ha accolto Topazio e il suo avvocato all’appuntamento. Era stata fissata per oggi, 24 giugno, l’udienza per i domiciliari.
Istanza respinta.
Non è stato concesso neppure il tempo al legale per esprimere la propria “interpretazione” della sentenza. La decisione era già stata presa prima della messinscena. Prima che Topazio fosse accompagnato – come un delinquente d’altri tempi – sotto scorta fino al Tribunale di Bari.
“La vostra interpretazione – ha dichiarato il giudice – sarebbe senz’altro FUNAMBOLICA!”. Liquidate così, in poche parole, in pochi attimi, intere settimane di speranze, di attivismo, di passione. Liquidati in pochi secondi, nel più freddo linguaggio della burocrazia nostrana, i sogni di LIBERTA’ di un nostro FRATELLO “colpevole” d’essere un ULTRAS e di non aver ottemperato a tutti gli obblighi della libertà vigilata che il suo status gli imponeva.
La giustizia italiana ha dimostrato ancora una volta la sua vera natura: debole, remissiva, accondiscende con i forti, i potenti, i protetti; forte, inflessibile, punitiva nei confronti dei deboli, dei soggetti poco tutelati, di quelli da sbattere dentro per lavarsi la propria mala coscienza.
Topazio – in carcere dal 23 aprile scorso per una firma saltata durante un precedente periodo di diffida – è ormai un esempio di ACCANIMENTO GIUDIZIARIO. E questo è il dato che, più di tutti, deve balzare agli occhi degli ignari, delle anime belle, dei garantisti ad oltranza di questo Paese.
Da parte nostra giunga ai giudici, agli sbirri e ai leccaculo di turno tutto il disprezzo di cui siamo capaci. E una promessa: non ci fermeremo. Continueremo a lottare perché simili vergogne non accadano più, a nessun ULTRAS, a nessun CITTADINO di questo stato allo sbando. Non ci fermeremo. Per la libertà – bene su tutti non barattabile – del nostro FRATELLO e di tutti coloro che, senza padroni o padrini, subiscono le angherie del potere.
Non ci fermerete.
mai potrei viver come voi che avete sempre la certezza della terra sotto i piedi.
Ciurma Nemica Foggia
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