LECCE – Si è concluso il vertice in Prefettura sul derby
Lecce-Bari del 6 gennaio. La partita si giocherà a porte chiuse ed è il
primo caso in Italia dall’inizio del campionato. Questo l’esito del
vertice svoltosi in Prefettura stamattina a Lecce e terminato pochi
minuti fa. La decisione è assolutamente clamorosa, in quanto mai nel
corso di questo campionato era stata presa una decisione tanto severa. «Di
fronte alla situazione prospettata dagli organi tecnici preposti alla
sicurezza e all’ordine pubblico – afferma il prefetto Mario Tafaro –
non si poteva che adottare tale provvedimento al fine di garantire il
controllo della manifestazione».
IL PARERE – La riunione si è resa necessaria per organizzare
l’ordine pubblico in vista di una partita ritenuta ad alto rischio.
L’osservatorio sulle manifestazioni sportive, prima di Natale, aveva
indicato alla prefettura di Lecce il suo orientamento: vietare l’accesso
a tutti i tifosi del Bari, in conseguenza degli scontri che si
verificarono nel maggio del 2008 a margine del derby di serie B e per i
quali il sottosegretario all’Interno, Alfredo Mantovano, definì gli
ultras biancorossi dei barbari scatenando un vespaio di polemiche. Ma la
prefettura di Lecce è andata oltre la decisione dell’Osservatorio ed
ha disposto le porte chiuse per la sfida salvezza del prossimo 6
gennaio.
Fonte: il corriere del mezzogiorno
Rileggiamo quanto dice il prefetto: “non si poteva che adottare tale provvedimento al fine di garantire il controllo della manifestazione” tradotto
significa che non avevano alternative e che in Italia non siamo in
grado di garantire la sicurezza durante un Lecce-Bari.
Un’ammissione di inadeguatezza e incompetenza a dir poco sconcertante!!!
Se alzano bandiera bianca in occasioni come questa, possiamo avere
fiducia nelle stesse istituzioni quando sono impegnate in ben altri
ambiti? Davvero un pessimo segnale!
⚠️ Abbiamo deciso di abilitare i commenti su tutti i post del Blog, senza alcuna forma di censura. ⚠️
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29 dicembre 2010
3 dicembre 2010
Mailbombing all’Uefa contro divieti e restrizioni!
Gli amici del sito “La Padova Bene”
lanciano una campagna di mailbombing alla Uefa per protestare contro le
restrizioni e i divieti che settimanalmente vengono imposti alle
tifoserie italiane.
“Stanchi dei continui divieti imposti dall’Osservatorio e dal Casms, spesso con intenti punitivi e non preventivi, anche in partite che non vedono problemi per l’ordine pubblico o che addirittura vedono sfidarsi due tifoserie gemellate (sono i casi recenti di Parma-Sampdoria, Lazio-Inter o Milan-Brescia) e senza che vi sia uno straccio di spiegazione per i provvedimenti che vengono presi, abbiamo deciso di lanciare un’iniziativa mirata, informando di volta in volta l’Uefa (da sempre contraria ai “sistemi italiani” di gestire l’ordine pubblico) via mail ogni volta che escono le disposizioni dell’Osservatorio Nazionale Manifestazioni Sportive. Per far ciò è semplicissimo: basta copiare il testo qui sotto riportato (in inglese) ed inviarlo all’indirizzo info@uefa.com
Ma informare l’Uefa non basta! Il “tam-tam” mediatico deve essere martellante anche nei confronti di chi vede e finge di non vedere: i giornalisti dei principali quotidiani (sportivi e non) italiani ed i politici! Considerata l’atavica difficoltà del nostro popolo con le lingue, a loro bisognerà scrivere in Italiano! Basta inviare loro il testo che si manda all’Uefa, giusto perché siano informati…”
Questo il testo della mail inviata a info@uefa.com all’attenzione di Michel Platini:
“Signor Platini, ancora una volta La avvisiamo di quanto sta accadendo in Italia allo sport che tanto amiamo. Il Ministro degli Interni (onorevole Maroni, Lega Nord), attraverso l’Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive, sta cercando di evitare che i tifosi che non sono d’accordo con il suo progetto della “tessera del tifoso” (una carta prepagata ricaricabile imposta ai tifosi, non regolata da alcuna legge e assolutamente inutile) possano assistere a partite di calcio, anche se NON a rischio.Vendono i biglietti creando discriminazioni territoriali. Chievo/Roma, per esempio, partita assolutamente non a rischio, che ha visto solo la scorsa stagione 20mila tifosi romanisti sulle gradinate senza alcun problema, solo pochi giorni fa è stata individuata come “partita a rischio”, cosicché i tifosi della Roma che sono residenti nella Regione Lazio non possono acquistare i biglietti. Deve sapere che i tifosi che hanno sottoscritto la “tessera del tifoso” non sono soliti recarsi in trasferta, cosìcché il risultato è che i settori ospiti degli stadi sono sempre vuoti, anche per partite non a rischio. Stanno indicando come partite a rischio anche match come Parma/Sampdoria, le cui tifoserie sono gemellate da 20 anni, solo perché i loro correttissimi tifosi hanno detto no alla tessera del tifoso. Se paragona l’affluenza negli stadi con le precedenti stagioni potrà facilmente vedere come gli stadi siano mezzi vuoti e questo è dovuto ai sistemi diabolici che hanno pensato per vendere i biglietti. In molti casi non si può comprare più di un biglietto a persona e, quando lo si può fare, bisogna portare con sé un documento in originale per ogni persona che vuole acquistarlo.Lazio/Roma è stata giocata di fronte a una Tribuna Tevere quasi vuota, anche se le relative immagini non sono state mostrate dalla televisione, perché si preferisce escludere i tifosi piuttosto che gestirli con gli usuali sistemi di ordine pubblico. Stiamo scrivendo questo per suggerire all’UEFA di monitorare con attenzione quanto sta accadendo negli stadi italiani, perché i media nazionali al riguardo tacciono. Noi crediamo che l’Italia non abbia il diritto di organizzare alcun torneo internazionale fino a che non saremo liberi di andare alle partite di calcio, così come abbiamo fatto dal 1896 fino al 2008.
Con i migliori saluti.”
http://www.lapadovabene.it/StopDivieti/stopdivieti.html
“Stanchi dei continui divieti imposti dall’Osservatorio e dal Casms, spesso con intenti punitivi e non preventivi, anche in partite che non vedono problemi per l’ordine pubblico o che addirittura vedono sfidarsi due tifoserie gemellate (sono i casi recenti di Parma-Sampdoria, Lazio-Inter o Milan-Brescia) e senza che vi sia uno straccio di spiegazione per i provvedimenti che vengono presi, abbiamo deciso di lanciare un’iniziativa mirata, informando di volta in volta l’Uefa (da sempre contraria ai “sistemi italiani” di gestire l’ordine pubblico) via mail ogni volta che escono le disposizioni dell’Osservatorio Nazionale Manifestazioni Sportive. Per far ciò è semplicissimo: basta copiare il testo qui sotto riportato (in inglese) ed inviarlo all’indirizzo info@uefa.com
Ma informare l’Uefa non basta! Il “tam-tam” mediatico deve essere martellante anche nei confronti di chi vede e finge di non vedere: i giornalisti dei principali quotidiani (sportivi e non) italiani ed i politici! Considerata l’atavica difficoltà del nostro popolo con le lingue, a loro bisognerà scrivere in Italiano! Basta inviare loro il testo che si manda all’Uefa, giusto perché siano informati…”
Questo il testo della mail inviata a info@uefa.com all’attenzione di Michel Platini:
“Signor Platini, ancora una volta La avvisiamo di quanto sta accadendo in Italia allo sport che tanto amiamo. Il Ministro degli Interni (onorevole Maroni, Lega Nord), attraverso l’Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive, sta cercando di evitare che i tifosi che non sono d’accordo con il suo progetto della “tessera del tifoso” (una carta prepagata ricaricabile imposta ai tifosi, non regolata da alcuna legge e assolutamente inutile) possano assistere a partite di calcio, anche se NON a rischio.Vendono i biglietti creando discriminazioni territoriali. Chievo/Roma, per esempio, partita assolutamente non a rischio, che ha visto solo la scorsa stagione 20mila tifosi romanisti sulle gradinate senza alcun problema, solo pochi giorni fa è stata individuata come “partita a rischio”, cosicché i tifosi della Roma che sono residenti nella Regione Lazio non possono acquistare i biglietti. Deve sapere che i tifosi che hanno sottoscritto la “tessera del tifoso” non sono soliti recarsi in trasferta, cosìcché il risultato è che i settori ospiti degli stadi sono sempre vuoti, anche per partite non a rischio. Stanno indicando come partite a rischio anche match come Parma/Sampdoria, le cui tifoserie sono gemellate da 20 anni, solo perché i loro correttissimi tifosi hanno detto no alla tessera del tifoso. Se paragona l’affluenza negli stadi con le precedenti stagioni potrà facilmente vedere come gli stadi siano mezzi vuoti e questo è dovuto ai sistemi diabolici che hanno pensato per vendere i biglietti. In molti casi non si può comprare più di un biglietto a persona e, quando lo si può fare, bisogna portare con sé un documento in originale per ogni persona che vuole acquistarlo.Lazio/Roma è stata giocata di fronte a una Tribuna Tevere quasi vuota, anche se le relative immagini non sono state mostrate dalla televisione, perché si preferisce escludere i tifosi piuttosto che gestirli con gli usuali sistemi di ordine pubblico. Stiamo scrivendo questo per suggerire all’UEFA di monitorare con attenzione quanto sta accadendo negli stadi italiani, perché i media nazionali al riguardo tacciono. Noi crediamo che l’Italia non abbia il diritto di organizzare alcun torneo internazionale fino a che non saremo liberi di andare alle partite di calcio, così come abbiamo fatto dal 1896 fino al 2008.
Con i migliori saluti.”
http://www.lapadovabene.it/StopDivieti/stopdivieti.html
2 dicembre 2010
Comunicato Curva Nord Udinese
La redazione di UdineseBlog.it ha pubblicato la lettera pervenuta dai
Ragazzi della Nord dopo quanto scritto sulle aggressioni fuori dallo
stadio in occasione di Udinese-Napoli.
Abbiamo sbagliato ma non siamo ORCHI!
Visto come l'opinione pubblica e le Istituzioni hanno interpretato e proposto ciò che è successo domenica prima della partita Udinese-Napoli, sentiamo il dovere per le nostre famiglie, noi stessi e per tutta la Curva Nord di fare chiarezza sull'accaduto.
L'incidente che ha coinvolto alcuni ragazzi della Curva, due agenti in borghese e, ai noi, un bambino e suo zio tifosi del Napoli ha avuto uno svolgimento nei fatti discorde da come è stato narrato dagli organi di stampa. Un gruppetto di ragazzini ha visto zio e nipote che stavano camminando verso la Curva con i colori del Napoli. Sbagliando due volte, vista la presenza di un bimbo, si rivolgevano a loro in malo modo con l'invito di andare altrove. L'intervento di una macchina della Digos di Udine, con due agenti in borghese, è stato pronto e tempestivo. Fatti salire sulla macchina zio e nipote gli agenti partivano per portarli oltre la Curva.
I ragazzini hanno continuato a seguire la macchina. Transitando proprio davanti all'ingresso della Curva la macchina si è fermata: scesi i due agenti, senza identificarsi, gli stessi venivano scambiati per ultrà napoletani.
Un gruppo di ragazzi della Nord, ignaro di chi fosse all'interno dei veicolo e di quanto accaduto e decritto in precedenza, e visti gli accadimenti dello scorso anno con gli ultrà napoletani, si è avvicinato alla macchina urlando alle persone scese dal mezzo di andarsene. Il tutto si è svolto in una manciata di secondi e, nella concitazione del momento, nessuno si accorgeva della presenza del bambino e qualcuno ha avuto la pessima idea di rompere i vetri della vettura con le mani. Senza voler passare per angeli, visto che siamo ultras ed umani, vogliamo però sottolineare che l'accaduto è stato un madornale sbaglio che non può però infangare più di trent'anni di sano tifo friulano. La Curva Nord è stata la prima in Italia a vedersi eliminare le barriere tra campo e spalti, a giocare senza la presenza all'interno dello stadio di forze dell'ordine, dall'estero sono giunti per le nostre trasferte europee complimenti ed elogi per il comportamento tenuto anche grazie a quei ragazzi che oggi vengono fatti passare per orchi.
In Curva Nord ogni domenica sono presenti tantissimi bimbi con i loro genitori; da moltissimi anni, vista l'entrata dei bus dei giocatori, padri con i loro figli tifosi di Milan, Inter, Juve e altre squadre transitano e stazionano vicino alla Curva Nord per attendere i loro beniamini. In molti anni mai successo nulla.
Sinceramente se dobbiamo sapere chi sono i nostri vicini di casa, vorremmo nome e cognome di un pedofilo che di un tifoso dell'Udinese che ha commesso uno sbaglio, se ne rende conto ed è pronto a pagarne le conseguenze.
Le nostre scuse vanno a quel bimbo e a tutta la sua famiglia.
Curva Nord Udine.
Abbiamo sbagliato ma non siamo ORCHI!
Visto come l'opinione pubblica e le Istituzioni hanno interpretato e proposto ciò che è successo domenica prima della partita Udinese-Napoli, sentiamo il dovere per le nostre famiglie, noi stessi e per tutta la Curva Nord di fare chiarezza sull'accaduto.
L'incidente che ha coinvolto alcuni ragazzi della Curva, due agenti in borghese e, ai noi, un bambino e suo zio tifosi del Napoli ha avuto uno svolgimento nei fatti discorde da come è stato narrato dagli organi di stampa. Un gruppetto di ragazzini ha visto zio e nipote che stavano camminando verso la Curva con i colori del Napoli. Sbagliando due volte, vista la presenza di un bimbo, si rivolgevano a loro in malo modo con l'invito di andare altrove. L'intervento di una macchina della Digos di Udine, con due agenti in borghese, è stato pronto e tempestivo. Fatti salire sulla macchina zio e nipote gli agenti partivano per portarli oltre la Curva.
I ragazzini hanno continuato a seguire la macchina. Transitando proprio davanti all'ingresso della Curva la macchina si è fermata: scesi i due agenti, senza identificarsi, gli stessi venivano scambiati per ultrà napoletani.
Un gruppo di ragazzi della Nord, ignaro di chi fosse all'interno dei veicolo e di quanto accaduto e decritto in precedenza, e visti gli accadimenti dello scorso anno con gli ultrà napoletani, si è avvicinato alla macchina urlando alle persone scese dal mezzo di andarsene. Il tutto si è svolto in una manciata di secondi e, nella concitazione del momento, nessuno si accorgeva della presenza del bambino e qualcuno ha avuto la pessima idea di rompere i vetri della vettura con le mani. Senza voler passare per angeli, visto che siamo ultras ed umani, vogliamo però sottolineare che l'accaduto è stato un madornale sbaglio che non può però infangare più di trent'anni di sano tifo friulano. La Curva Nord è stata la prima in Italia a vedersi eliminare le barriere tra campo e spalti, a giocare senza la presenza all'interno dello stadio di forze dell'ordine, dall'estero sono giunti per le nostre trasferte europee complimenti ed elogi per il comportamento tenuto anche grazie a quei ragazzi che oggi vengono fatti passare per orchi.
In Curva Nord ogni domenica sono presenti tantissimi bimbi con i loro genitori; da moltissimi anni, vista l'entrata dei bus dei giocatori, padri con i loro figli tifosi di Milan, Inter, Juve e altre squadre transitano e stazionano vicino alla Curva Nord per attendere i loro beniamini. In molti anni mai successo nulla.
Sinceramente se dobbiamo sapere chi sono i nostri vicini di casa, vorremmo nome e cognome di un pedofilo che di un tifoso dell'Udinese che ha commesso uno sbaglio, se ne rende conto ed è pronto a pagarne le conseguenze.
Le nostre scuse vanno a quel bimbo e a tutta la sua famiglia.
Curva Nord Udine.
1 dicembre 2010
Spaccarotella condannato a 9 anni per omicidio volontario
(ASCA) – Firenze, 1 dic – Luigi Spaccarotella, l’agente di polizia
imputato per l’omicidio di Gabriele Sandri, e’ stato condannato a 9
anni e quattro mesi di reclusione dalla Corte di Appello di Firenze per
omicidio volontario.
A leggere la sentenza e’ stato il presidente Emilio Gironi, dopo circa 3 ore di camera di consiglio.
In primo grado Spaccarotella era stato condannato a sei anni per omicidio colposo.
Il Pg Aldo Giubilaro, questa mattina, aveva chiesto la condanna a 14 anni per omicidio volontario.
A leggere la sentenza e’ stato il presidente Emilio Gironi, dopo circa 3 ore di camera di consiglio.
In primo grado Spaccarotella era stato condannato a sei anni per omicidio colposo.
Il Pg Aldo Giubilaro, questa mattina, aveva chiesto la condanna a 14 anni per omicidio volontario.
18 novembre 2010
Comunicato ULTRAS ALESSANDRIA
Dove sono i tifosi grigi?
Se lo chiedono in tanti, da qualche mese a questa parte, ed è evidente che stavolta pochi sanno dare una risposta...
Il NOSTRO pubblico, da sempre motivo di vanto in ogni categoria, il "dodicesimo" uomo, la forza cui attingere quando le energie in campo non c'erano più, ora manca davvero.
Aspettavamo con ansia questo campionato per confrontarci con grandi piazze, anche più della nostra, squadre con storia e blasone, ma fino ad ora la partita con la Cremonese (2500 spettatori circa) resta quella col pubblico più numeroso..
Numeri ridicoli per Alessandria e i suoi tifosi, tanto più ora che c'è una squadra tosta e determinata, con una classifica che inviterebbe anche a sognare.
Se la partita con la Salernitana si fosse disputata negli anni novanta, con i grigi nelle prime posizioni, sicuramente il vecchio Moccagatta non sarebbe bastato a contenere la passione degli alessandrini, ma ora è cambiato tutto, e ci fa rabbia che nessuno provi a sottolinearne i motivi, che a noi tifosi della curva appaiono invece chiari.
Il mondo che avvicinava tanti ragazzi allo stadio non esiste più, spazzato via da leggi assurde e ipocrite.
Chi si è innamorato dell'aspetto più colorato e vivo del tifo alla fine degli anni '70, portando avanti quel discorso per tanti anni, ora stenta a credere che queste gradinate prive di tamburi, fumogeni, torce, striscioni (anche goliardicamente offensivi), megafoni, bandiere di una certa misura possano in qualche modo fare appassionare un ragazzino che si presenta per la prima volta alla partita in casa.
E le trasferte?
Adesso sono a discrezione di qualcuno, che, non riuscendo a gestire l'ordine pubblico, decide se possono essere affrontate o no.
I treni speciali non esistono più, i pullman vengono prenotati e il giorno dopo spariscono misteriosamente, poi faticosamente si trovano altri mezzi e di nuovo a un giorno dalla partenza si volatilizzano...ma di questo non parla mai nessuno.
Quando la trasferta viene consentita, spesso diventa un viaggio della speranza, in cui si viene impacchettati ad un casello e fatti arrivare allo stadio anche a partita cominciata, dopo percorsi a dire poco cervellotici, perchè in fondo "quelli della curva" non sono cittadini come gli altri.
Abbiamo sentito il ministro Maroni in tv elogiare pubblicamente la tessera del tifoso e i brillanti risultati ottenuti (decremento degli episodi di violenza e dei feriti da stadio), peccato che in studio non ci fosse alcun tipo di contraddittorio.
Questa brillante genialata, che altro non è se non una carta di credito (ma attenzione ad usarla perchè i costi sulle operazioni sono assurdi) è in realtà soltanto una manovra economica che non serve ad identificare il tifoso (i biglietti erano già nominali e acquistabili solo con un documento di identità).
In realtà garantirebbe l'ingresso nel settore ospiti, quindi da quest'anno chi va in trasferta senza tessera finisce di fianco ai sostenitori di casa, con tutti i problemi che ne possono derivare, tra l'altro, particolare da non sottovalutare, in settori ovviamente più cari.
Altro aspetto assolutamente risibile della tessera del tifoso è che non può essere rilasciata a chiunque abbia ricevuto un daspo negli ultimi 5 anni.
Provate a immaginare: è come se un cittadino qualunque, una volta pagato il debito con la giustizia, magari per una rapina in banca, non potesse più entrarvi...
Siamo alle comiche...anzi, ricordando un film di fantozziana memoria, verrebbe da dire che la tessera del tifoso è come la leggendaria corazzata potemkin!
Certo, non siamo così ipocriti da voler passare per santi, ma esistono già leggi che se venissero applicate sarebbero sufficienti a punire coloro i quali commettono reati, quindi chi ha interesse a fare dello stadio un luogo in cui ogni gesto ha una valenza penale molto più grave che in qualunque altro posto?
La diffida (DASPO), provvedimento che vieta l'accesso allo stadio per periodi di tempo variabili da un anno in su, è diventata oramai lo spauracchio di tutti i frequentatori della curva, perchè viene distribuita spesso a caso e prima di verificare la colpevolezza dell'indagato...lo sapevate?
Anche di questo nessuno parla mai.
E' anticostituzionale che un individuo venga privato della libertà personale prima di accertarne il coinvolgimento in un fatto: ad Alessandria quasi la metà delle diffide in corso sono state REGALATE a persone innocenti, alcune addirittura altrove rispetto ai luoghi in cui viene contestata la loro presenza.
Qualcuno ne ha mai parlato?
A Verona ad esempio, qualche domenica fa e per 90 minuti, le emozioni e lo spettacolo sono state gentilmente offerte dalla celere di Padova, che picchiava chiunque senza che ce ne fosse una reale necessità ( "alla fine della partita vi massacriamo" era il tenore delle frasi pronunciate dai teppisti in divisa, in assetto antisommossa) ed il motivo sarebbe stato una strettoia all'ingresso che avrebbe dato origine ad uno spintone ad uno steward.
Conseguenza diretta diverse persone fermate e addirittura tre costrette ad una notte in cella...
Per che cosa???
Naturalmente questi terribili criminali sono già stati diffidati...
Certo, se le trasferte vengono proibite a persone residenti nella città la cui squadra gioca fuori
(ormai siamo quasi al 50%) e lo stadio è pieno (si fa per dire) solo dei tifosi di casa è molto difficile che succedano incidenti di qualunque tipo, ma questa è la strada per combattere la violenza o forse quella per fare morire il calcio?
Dipingeremo anche noi di spettatori virtuali i settori dello stadio e arriveremo ai boati in playback?
Da dove viene tutta questa ipocrisia?
Perchè in una qualunque discoteca succede di tutto e uno spintone allo stadio vale una notte in cella e una diffida?
Sarebbe bello che qualcuno provasse a rispondere a queste domande, ma ci siamo già scottati con la vicenda Gubbio (vi ricordate il portiere Lamanna e i poveri genitori aggrediti da una moltitudine di squilibrati armati fino ai denti?)
Secondo voi la Gazzetta dello Sport ha pubblicato la lettera in cui ricostruivamo in maniera veritiera i fatti di quella domenica, dopo aver gettato fango sulla nostra tifoseria per una settimana con vignette assurde e notizie di accoltellamenti in prima pagina?
Ancora non si sa chi sia stato l'aggressore (i presenti dicono che gli insulti sarebbero partiti dalla madre del portiere, poi offesa in tutta risposta e proprio tali epiteti avrebbero scatenato la reazione del tesserato del Gubbio), ma mentre il giocatore ha trascorso una settimana in televisione a raccontare la sua versione dei fatti, un ragazzo di Alessandria (anch'egli refertato in ospedale) veniva subito diffidato e quindi di fatto condannato prima di un regolare processo.
Ma del resto, in un paese in cui la doppia morale è accettata fino ai massimi livelli dello stato, essere ultras vuol dire con orgoglio non fare parte di questa marmaglia, rifiutare il falso perbenismo dei moralisti da salotto, con la moglie a casa e il trans o la prostituta (spesso minorenne) in albergo, odiare l'idea di mondo che viene proposta ai ragazzi, fatta di rapporti virtuali e consumi imposti nel nome del dio denaro, illusori come grandi fratelli in cui solo apparire vuol dire guadagnare senza sapere fare nulla.
Quando urliamo i nostri cori nell'atrio di una stazione o per la strada, quando ci arrampichiamo sulla rete in un campetto di periferia o appendiamo gli striscioni al Bentegodi, quando parliamo di amore per la maglia e già 15 anni fa temevamo gli effetti devastanti della pay tv per il calcio di provincia, quando vediamo la rete gonfiarsi e la squadra che corre sotto la curva, quando faticosamente paghiamo anche per chi non può ma ama la squadra allo stesso modo, esserci per l'Alessandria è il nostro orgoglio, ma stanno tentando di toglierci anche questo.
E' ora di finirla con questa storia del modello inglese, sono tutte stupidaggini con cui si riempiono la bocca persone che non sanno nulla del mondo dello stadio.
Gli impianti sono diventati teatri per gente benestante, i settori popolari non esistono più perchè i biglietti meno cari costano cifre improponibili, i tifosi più caldi sono costretti a guardare la partita al pub...hanno spostato la violenza da un'altra parte alzando i prezzi.
Tutti gli amanti del calcio inglese non hanno dubbi quando affermano che l'atmosfera odierna all'interno degli stadi è insignificante, rispetto a quella di un tempo, in più l'Italia non è l'Inghilterra.
Ovunque nel nostro paese gli stadi sono sempre più vuoti, le medie spettatori della serie B, tranne alcune eccezioni, fanno ridere anche se confrontate con quelle della c2 di metà anni '80.
Forse il calcio in provincia è destinato a scomparire, e se non è un disegno, quando avverrà sarà tardi per tornare indietro, questo è sicuro.
Noi possiamo solo invitare tutti gli alessandrini a tornare allo stadio, ricordando come nell'anno della serie d una simbiosi eccezionale squadra-pubblico portò ad un risultato finale fantastico.
Dalla prossima partita in casa (già, Pavia è vietata...) ci piacerebbe rivedere tutti quelli che hanno un po'di grigio nel cuore, non solo sulle felpe che andavano tanto (e si vedevano ovunque) durante quella indimenticabile stagione.
Lo stadio non è una moda, la felpa non è un vezzo da aperitivo, ma esprime un senso di appartenenza che se non si sente, se non è reale, può durare solo qualche settimana, ma poi svanisce con la prima pioggia di novembre, quando tanti restano in casa davanti alla tv.
Pavia fuori, Monza in casa, a Ferrara dopo tanti anni, Bassano al Mocca e di nuovo in casa con le aquile...non vorremmo proprio fare brutta figura coi nostri "amici" spezzini.
In queste partite misureremo le nostre ambizioni, quindi è ora di riaccendere la passione, lo merita la squadra, lo merita la nostra storia.
Ora le chiacchiere stanno a zero.
ULTRAS GRADINATA NORD ALESSANDRIA
Se lo chiedono in tanti, da qualche mese a questa parte, ed è evidente che stavolta pochi sanno dare una risposta...
Il NOSTRO pubblico, da sempre motivo di vanto in ogni categoria, il "dodicesimo" uomo, la forza cui attingere quando le energie in campo non c'erano più, ora manca davvero.
Aspettavamo con ansia questo campionato per confrontarci con grandi piazze, anche più della nostra, squadre con storia e blasone, ma fino ad ora la partita con la Cremonese (2500 spettatori circa) resta quella col pubblico più numeroso..
Numeri ridicoli per Alessandria e i suoi tifosi, tanto più ora che c'è una squadra tosta e determinata, con una classifica che inviterebbe anche a sognare.
Se la partita con la Salernitana si fosse disputata negli anni novanta, con i grigi nelle prime posizioni, sicuramente il vecchio Moccagatta non sarebbe bastato a contenere la passione degli alessandrini, ma ora è cambiato tutto, e ci fa rabbia che nessuno provi a sottolinearne i motivi, che a noi tifosi della curva appaiono invece chiari.
Il mondo che avvicinava tanti ragazzi allo stadio non esiste più, spazzato via da leggi assurde e ipocrite.
Chi si è innamorato dell'aspetto più colorato e vivo del tifo alla fine degli anni '70, portando avanti quel discorso per tanti anni, ora stenta a credere che queste gradinate prive di tamburi, fumogeni, torce, striscioni (anche goliardicamente offensivi), megafoni, bandiere di una certa misura possano in qualche modo fare appassionare un ragazzino che si presenta per la prima volta alla partita in casa.
E le trasferte?
Adesso sono a discrezione di qualcuno, che, non riuscendo a gestire l'ordine pubblico, decide se possono essere affrontate o no.
I treni speciali non esistono più, i pullman vengono prenotati e il giorno dopo spariscono misteriosamente, poi faticosamente si trovano altri mezzi e di nuovo a un giorno dalla partenza si volatilizzano...ma di questo non parla mai nessuno.
Quando la trasferta viene consentita, spesso diventa un viaggio della speranza, in cui si viene impacchettati ad un casello e fatti arrivare allo stadio anche a partita cominciata, dopo percorsi a dire poco cervellotici, perchè in fondo "quelli della curva" non sono cittadini come gli altri.
Abbiamo sentito il ministro Maroni in tv elogiare pubblicamente la tessera del tifoso e i brillanti risultati ottenuti (decremento degli episodi di violenza e dei feriti da stadio), peccato che in studio non ci fosse alcun tipo di contraddittorio.
Questa brillante genialata, che altro non è se non una carta di credito (ma attenzione ad usarla perchè i costi sulle operazioni sono assurdi) è in realtà soltanto una manovra economica che non serve ad identificare il tifoso (i biglietti erano già nominali e acquistabili solo con un documento di identità).
In realtà garantirebbe l'ingresso nel settore ospiti, quindi da quest'anno chi va in trasferta senza tessera finisce di fianco ai sostenitori di casa, con tutti i problemi che ne possono derivare, tra l'altro, particolare da non sottovalutare, in settori ovviamente più cari.
Altro aspetto assolutamente risibile della tessera del tifoso è che non può essere rilasciata a chiunque abbia ricevuto un daspo negli ultimi 5 anni.
Provate a immaginare: è come se un cittadino qualunque, una volta pagato il debito con la giustizia, magari per una rapina in banca, non potesse più entrarvi...
Siamo alle comiche...anzi, ricordando un film di fantozziana memoria, verrebbe da dire che la tessera del tifoso è come la leggendaria corazzata potemkin!
Certo, non siamo così ipocriti da voler passare per santi, ma esistono già leggi che se venissero applicate sarebbero sufficienti a punire coloro i quali commettono reati, quindi chi ha interesse a fare dello stadio un luogo in cui ogni gesto ha una valenza penale molto più grave che in qualunque altro posto?
La diffida (DASPO), provvedimento che vieta l'accesso allo stadio per periodi di tempo variabili da un anno in su, è diventata oramai lo spauracchio di tutti i frequentatori della curva, perchè viene distribuita spesso a caso e prima di verificare la colpevolezza dell'indagato...lo sapevate?
Anche di questo nessuno parla mai.
E' anticostituzionale che un individuo venga privato della libertà personale prima di accertarne il coinvolgimento in un fatto: ad Alessandria quasi la metà delle diffide in corso sono state REGALATE a persone innocenti, alcune addirittura altrove rispetto ai luoghi in cui viene contestata la loro presenza.
Qualcuno ne ha mai parlato?
A Verona ad esempio, qualche domenica fa e per 90 minuti, le emozioni e lo spettacolo sono state gentilmente offerte dalla celere di Padova, che picchiava chiunque senza che ce ne fosse una reale necessità ( "alla fine della partita vi massacriamo" era il tenore delle frasi pronunciate dai teppisti in divisa, in assetto antisommossa) ed il motivo sarebbe stato una strettoia all'ingresso che avrebbe dato origine ad uno spintone ad uno steward.
Conseguenza diretta diverse persone fermate e addirittura tre costrette ad una notte in cella...
Per che cosa???
Naturalmente questi terribili criminali sono già stati diffidati...
Certo, se le trasferte vengono proibite a persone residenti nella città la cui squadra gioca fuori
(ormai siamo quasi al 50%) e lo stadio è pieno (si fa per dire) solo dei tifosi di casa è molto difficile che succedano incidenti di qualunque tipo, ma questa è la strada per combattere la violenza o forse quella per fare morire il calcio?
Dipingeremo anche noi di spettatori virtuali i settori dello stadio e arriveremo ai boati in playback?
Da dove viene tutta questa ipocrisia?
Perchè in una qualunque discoteca succede di tutto e uno spintone allo stadio vale una notte in cella e una diffida?
Sarebbe bello che qualcuno provasse a rispondere a queste domande, ma ci siamo già scottati con la vicenda Gubbio (vi ricordate il portiere Lamanna e i poveri genitori aggrediti da una moltitudine di squilibrati armati fino ai denti?)
Secondo voi la Gazzetta dello Sport ha pubblicato la lettera in cui ricostruivamo in maniera veritiera i fatti di quella domenica, dopo aver gettato fango sulla nostra tifoseria per una settimana con vignette assurde e notizie di accoltellamenti in prima pagina?
Ancora non si sa chi sia stato l'aggressore (i presenti dicono che gli insulti sarebbero partiti dalla madre del portiere, poi offesa in tutta risposta e proprio tali epiteti avrebbero scatenato la reazione del tesserato del Gubbio), ma mentre il giocatore ha trascorso una settimana in televisione a raccontare la sua versione dei fatti, un ragazzo di Alessandria (anch'egli refertato in ospedale) veniva subito diffidato e quindi di fatto condannato prima di un regolare processo.
Ma del resto, in un paese in cui la doppia morale è accettata fino ai massimi livelli dello stato, essere ultras vuol dire con orgoglio non fare parte di questa marmaglia, rifiutare il falso perbenismo dei moralisti da salotto, con la moglie a casa e il trans o la prostituta (spesso minorenne) in albergo, odiare l'idea di mondo che viene proposta ai ragazzi, fatta di rapporti virtuali e consumi imposti nel nome del dio denaro, illusori come grandi fratelli in cui solo apparire vuol dire guadagnare senza sapere fare nulla.
Quando urliamo i nostri cori nell'atrio di una stazione o per la strada, quando ci arrampichiamo sulla rete in un campetto di periferia o appendiamo gli striscioni al Bentegodi, quando parliamo di amore per la maglia e già 15 anni fa temevamo gli effetti devastanti della pay tv per il calcio di provincia, quando vediamo la rete gonfiarsi e la squadra che corre sotto la curva, quando faticosamente paghiamo anche per chi non può ma ama la squadra allo stesso modo, esserci per l'Alessandria è il nostro orgoglio, ma stanno tentando di toglierci anche questo.
E' ora di finirla con questa storia del modello inglese, sono tutte stupidaggini con cui si riempiono la bocca persone che non sanno nulla del mondo dello stadio.
Gli impianti sono diventati teatri per gente benestante, i settori popolari non esistono più perchè i biglietti meno cari costano cifre improponibili, i tifosi più caldi sono costretti a guardare la partita al pub...hanno spostato la violenza da un'altra parte alzando i prezzi.
Tutti gli amanti del calcio inglese non hanno dubbi quando affermano che l'atmosfera odierna all'interno degli stadi è insignificante, rispetto a quella di un tempo, in più l'Italia non è l'Inghilterra.
Ovunque nel nostro paese gli stadi sono sempre più vuoti, le medie spettatori della serie B, tranne alcune eccezioni, fanno ridere anche se confrontate con quelle della c2 di metà anni '80.
Forse il calcio in provincia è destinato a scomparire, e se non è un disegno, quando avverrà sarà tardi per tornare indietro, questo è sicuro.
Noi possiamo solo invitare tutti gli alessandrini a tornare allo stadio, ricordando come nell'anno della serie d una simbiosi eccezionale squadra-pubblico portò ad un risultato finale fantastico.
Dalla prossima partita in casa (già, Pavia è vietata...) ci piacerebbe rivedere tutti quelli che hanno un po'di grigio nel cuore, non solo sulle felpe che andavano tanto (e si vedevano ovunque) durante quella indimenticabile stagione.
Lo stadio non è una moda, la felpa non è un vezzo da aperitivo, ma esprime un senso di appartenenza che se non si sente, se non è reale, può durare solo qualche settimana, ma poi svanisce con la prima pioggia di novembre, quando tanti restano in casa davanti alla tv.
Pavia fuori, Monza in casa, a Ferrara dopo tanti anni, Bassano al Mocca e di nuovo in casa con le aquile...non vorremmo proprio fare brutta figura coi nostri "amici" spezzini.
In queste partite misureremo le nostre ambizioni, quindi è ora di riaccendere la passione, lo merita la squadra, lo merita la nostra storia.
Ora le chiacchiere stanno a zero.
ULTRAS GRADINATA NORD ALESSANDRIA
15 novembre 2010
11 novembre 2010
23 ottobre 2010
Ivan...
Se ci fosse stata la Tessera del Tifoso non sarebbe mai entrato nel settore ospiti!Ma sarebbe potuto andare tra gli italiani....
19 ottobre 2010
Tessera del tifoso anche nel Basket
Il Presidente Onorario della Lega Veltroni:
"La legge sugli stadi deve valere anche per il basket"
"La legge sugli stadi è sacrosanta, ma deve valere per tutti gli sport di squadra, dal basket alla pallavolo". Il Presidente Onorario della Lega Basket Serie A Walter Veltroni è intervenuto alla presentazione dell'88/o campionato di serie A di basket e ha incentrato la sua l'attenzione sul problema degli impianti sportivi in Italia, sottolineando come spesso si usino due pesi e due misure tra il calcio e gli altri sport. "Il basket è il secondo sport in Italia - ha aggiunto Veltroni - Ma è evidente che il primo (il calcio ndr) monopolizza completamente il palcoscenico. è vero che la crisi della nazionale di basket contribuisce in maniera negativa, ma sono tutti gli sport di squadra che sono in crisi nel nostro paese. Eppure le risorse e l'attenzione vanno tutte sul calcio. Credo che bisogna puntare molto sull'allargamento della base, a cominciare dalle scuole e dalle universita".
18 ottobre 2010
Tutto sulla Tessera del TIFOSO
Tutto sulla Tessera del TIFOSO
Ecco tutto quello che c'è da sapere sulla tessera del tifoso. 22 domande e le relative risposte per conoscere tutti i risvolti di questa iniziativa.
Cos'è la tessera del tifoso?
Com'è fatta?
A cosa serve?
Quanto costerà?
Che vantaggi dà la tessera?
Chi la può avere? E chi no?
Possono avere la tessera: coloro che non sono sottoposti a Daspo, che non abbiano avuto condanne anche in primo grado per «reati da stadio» negli ultimi 5 anni e che non abbiano misure di prevenzione tipo la sorveglianza speciale.
è uno strumento di fidelizzazione che identifica i tifosi di un club o della Nazionale. Il rapporto che si instaura con la società sportiva è analogo a quello che ormai il mondo commerciale pone in essere quotidianamente coi suoi migliori clienti quando vende i propri prodotti. Tutti i dati personali comunicati dai tifosi sono conservati solo dalle società sportive e utilizzati (nel rispetto della legge sulla privacy) per promuovere tutte le attività e le agevolazioni offerte ai propri clienti (convenzioni con aziende di trasporto e di ristoro, corsie dedicate, borsellino elettronico e molto altro). L'attività degli organi di polizia, nel progetto della tessera del tifoso, si limita all'esclusivo accertamento di eventuali motivi ostativi e solo per il tempo necessario.
Come una normale carta di credito, ma dovrebbe avere anche la foto del possessore.
A seguire in trasferta la propria squadra ed entrare nei settori «ospiti» dello stadio, ma anche a usufruire di vie di accesso preferenziali ed evitare i controlli ai varchi, per acquistare i biglietti anche al posto del documento d'identità. Molti club la utilizzeranno anche per marketing.
Dipende dai club, ma il costo può arrivare a 10 euro come risulta da un'indagine effettuata presso le squadre.
Consente di avere percorsi preferenziali all'interno degli stadi, di avere accessi con controlli limitati, sconti su altre manifestazioni organizzate dalle società, sconti in esercizi commerciali convenzionati o per il merchandising, acquisto privilegiato di biglietti per le competizioni internazionali e per i match dell'Italia, percorsi preferenziali anche in caso di gare all'estero. Inoltre è un investimento per i club ed è un'importante opportunità per promuovere il marchio della società tra i tifosi.
Possono avere la tessera: coloro che non sono sottoposti a Daspo, che non abbiano avuto condanne anche in primo grado per «reati da stadio» negli ultimi 5 anni e che non abbiano misure di prevenzione tipo la sorveglianza speciale.
Quando entrerà in vigore?
Fino ad allora cosa succede?
E' obbligatorio averla per le partite in casa e in trasferta?
Come si richiede? E a chi?
Cosa serve per ottenerla?
Se voglio seguire la mia squadra in trasferta fuori provincia, posso acquistare i biglietti per lo stadio anche se non ho la tessera?
Sì, la tessera non è un'imposizione. Gli spettatori che non vogliono aderire al programma «tessera del tifoso» possono continuare a frequentare gli stadi acquistando un normale biglietto in settori diversi da quello riservato agli ospiti; naturalmente, in questo modo, non godranno dei privilegi derivanti della tessera.
Già da ora può essere richiesta alle società sportive. Dal primo gennaio 2010 non sarà più possibile seguire la propria squadra in trasferta, nel settore ospiti, senza la tessera.
Non cambia nulla. Quindi saranno limitate solo le trasferte per le quali il Casms abbia ravvisato rischi per gli spettatori o i cittadini.
No. è necessario averla solo per entrare nel settore ospiti dello stadio. I normali spettatori possono andare in altri settori acquistando un regolare biglietto.
La tessera è rilasciata dalle società sportive e va richiesta al proprio club che, attraverso il proprio sito, segnala le strutture abilitate a rilasciarla e la documentazione necessaria (sicuramente servono le foto).
Occorre compilare un modulo e consegnare le foto. Ovviamente, il richiedente, non deve essere stato sottoposto a Daspo, a misure di restrizione, o essere stato condannato negli ultimi 5 anni per reati da stadio.
Sì, la tessera non è un'imposizione. Gli spettatori che non vogliono aderire al programma «tessera del tifoso» possono continuare a frequentare gli stadi acquistando un normale biglietto in settori diversi da quello riservato agli ospiti; naturalmente, in questo modo, non godranno dei privilegi derivanti della tessera.
E se vivo fuori regione?
Vivo a Novara e sono tifoso del Milan: per andare a San Siro (e per cui fuori regione) mi serve la tessera?
Vivo in Lombardia, sono tifoso della Juve: se vado a Torino mi serve la tessera?
Sono residente all'estero, ma sono spesso in Italia per lavoro e mi capita di andare allo stadio in città diverse. Devo fare la tessera?
Amo seguire il calcio, ma non sono tifoso di nessuna squadra. Posso scegliere casualmente a quale squadra «legarmi» o devo avere una tessera per ogni squadra?
Vado allo stadio con mio figlio minorenne: deve avere anche lui la tessera del tifoso?
Sono un volontario. Accompagno un non vedente allo stadio, ma non mi interesso di calcio, devo fare la tessera?
Lavoro all'interno dello stadio, devo avere la tessera?
Se un tifoso vuole acquistare un solo biglietto per un'unica partita, deve comprare anche la tessera del tifoso?
La tessera serve anche per assistere alle gare casalinghe?
E' la stessa cosa. Solo per accedere al settore ospiti è necessaria la tessera. Ulteriori limitazioni potrebbero esserci solo per gare in cui è previsto un rischio per spettatori e cittadini.
Ecco un caso: no, si può acquistare un biglietto per la partita in casa.
Soltanto se si vuole essere sicuri di essere esentato da eventuali limitazioni.
No, non è necessario. Si possono acquistare biglietti per i settori diversi da quello ospiti.
è sufficiente una sola tessera, ma chiaramente ogni club potrà privilegiare i propri tifosi.
No. I titolari della tessera, infatti, possono acquistare fino a 4 biglietti per parenti o amici.
No. Per i portatori di handicap si accede a settori riservati. Se si vuole avere accesso al settore ospiti per le trasferte è obbligatorio anche in questo caso il possesso della tessera.
No, basta il pass per gli addetti ai lavori.
No, a meno che non voglia acquistare un biglietto per una trasferta e accedere al settore ospiti.
La tessera deve essere vissuta come un'opportunità. Dal primo gennaio 2010 sarà obbligatoria per seguire la propria squadra in trasferta, ma se si vuole comunque decidere di far parte di un «club» di privilegiati, la tessera sarà utile anche per acquistare senza dover fare le file ai botteghini i biglietti per qualsiasi stadio d'Italia, godere di agevolazioni in tutta Italia, avere varchi preferenziali attraverso i quali si entrerà allo stadio solo inserendo la tessera, sconti in tutti gli esercizi convenzionati, la possibilità di acquistare più biglietti anche se la vendita è limitata a un solo tagliando a spettatore.
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