Un vecchio motto, caro al movimento Ultras, recitava “Oggi agli Ultrà, domani in tutta la città”. Con questo slogan si denunciava il fatto che la repressione rivolta
ai tifosi più turbolenti, potesse rappresentare un precedente
pericoloso. Un modello che applicato in altri ambiti, come quello
politico, avrebbe minato seriamente la libertà di espressione. A quanto pare, quel “domani” sta per arrivare. Da Repubblica.it Giovedì il Consiglio dei ministri esaminerà nuove, più rigide
norme sulle manifestazioni e su internet. Lo ha annunciato il ministro
degli Interni Roberto Maroni, parlando di “misure più adeguate e
urgenti” per cui è ipotizzabile che il governo agisca per decreto. Il
titolare del Viminale ha anche fatto sapere che l’esecutivo sta
valutando la possibilità di estendere alle dimostrazioni pubbliche le
norme contro la violenza negli stadi. “Sono misure che stiamo valutando – ha detto Maroni in
Transatlantico – per garantire ai cittadini e a chi ha compiti
istituzionali di poter svolgere tranquillamente la propria azione”. Ma
il ministro non è sceso nei particolari: “Ho detto che sono allo studio
misure ma non ho intenzione di dire quali: lo dirò prima al Consiglio
dei Ministri, essendo misure delicate, che riguardano terreni delicati
come la libertà di espressione sul web e quella di manifestazione,
ancorchè in luoghi aperti, pubblici”. Secondo Maroni è in ogni caso
necessario “trovare un equilibrio tra la libertà di manifestazione del
proprio pensiero in campagna elettorale e quella di manifestare la
propria critica. Tutte queste sono norme che stiamo valutando, per
vedere se servono e cosa serve alla luce di quanto sta accadendo in
questi giorni”. In precedenza, in un intervento alla Camera, Maroni aveva fatto
riferimento alla polemica nata per la rpesenza in rete di siti
inneggiati all’aggressore di Berlusconi: “Valuteremo soluzioni idonee da
presentare al prossimo consiglio dei ministri” per consentire
“l’oscuramento dei siti che diffondono messaggi di vera e propria
istigazione a delinquere”. E aveva aggiunto: “Nel rispetto di chi usa i
social network con finalità pacifiche, il governo sta facendo
approfondimenti tecnici per una legislazione per contrastare in modo più
efficace episodi di violenza nelle manifestazioni pubbliche” nel
rispetto delle norme vigenti e sulla “falsariga” di quelle adottate per
prevenire la violenza negli stadi”. Maroni ha detto di “accogliere
l’invito del presidente della repubblica, giorgio napolitano, perchè si
fermi la pericolosa esasperazione della polemica politica e si torni a
un civile confronto tra le parti”.
Ma Maroni, a quanto pare, non si è inventato nulla. Anche in questo
campo aleggia il fantasma di un “modello inglese”. L’equivalente
politico del Daspo (divieto di assistere a manifestazioni sportive) si
chiama Asbo(Anti-Social Behaviour Orde). Da oggi gli Ultras si sentiranno meno soli e incompresi.
Drammatico epilogo della partita Cascina-Massese. Sassaiola e bastonate ai tifosi apuani: numerose auto danneggiate
Fonte: "lanazione.ilsole24ore.com"
Cascina
(Pisa), 7 dicembre 2009 - È stato un vero e proprio agguato quello che
un folto gruppo di tifosi apuani ha dovuto subire al termine della
partita di calcio tra il Cascina e la Massese, gara valida per la
tredicesima giornata di andata del girone A del campionato toscano di
Eccellenza e finita con il risultato di 2-1 in favore degli ospiti.
Il
bilancio è piuttosto pesante: i feriti (tutti massesi) sono una decina e
altrettante le vetture danneggiate dalla violenza gratuita di una
ventina di scalmanati che hanno messo in trappola i supporter della
squadra bianconera. Il grave e inquietante episodio si è verificato poco
prima delle 17 mentre i tifosi ospiti, lasciato lo stadio cascinese, si
erano incolonnati a bordo delle loro auto e si stavano dirigendo verso
la superstrada 'Firenze-Pisa-Livorno'.
Arrivato sulla rotatoria
tra via del Fosso Vecchio e via Nazario Sauro, il lungo serpentone di
auto degli sportivi bianconeri ha dovuto rallentare. È stato proprio in
quel momento — hanno poi raccontato agli investigatori i massesi, unici
testimoni reperibili dell’accaduto — che dal nulla si sono
materializzati una ventina di giovani, in gran parte con il volto
travisato con sciarpe, passamontagna e foulard, che ha affrontato i
malcapitati attacandoli inizialmente con un fitto lancio di pietre. Ben
presto, poi, gli autori dell’agguato — certamente un’azione premeditata e
organizzata nei particolari — sono passati alla fase 2.
Armati
di bastoni e catene hanno menato fendenti sulle auto — solo quelle che
erano all’inizio della colonna sono riuscite a fuggire — devastando le
carrozzerie e mandando in frantumi lunotti e finestrini. Sono stati
lunghi momenti di terrore. Sentendosi in trappola, alcuni tifosi apuani
sono usciti dalle vetture, ma hanno avuto a peggio perché la furia dei
teppisti si accanita su di loro. Un ragazzo di 29 anni ha riportato
un’ampia ferita alla testa che ha richiesto alcuni punti di sutura.
Un
altro tifoso, finito a terra sotto i colpi degli aggressori, ha perso i
sensi ed è finito in osservazione all’ospedale di Massa, dove al pronto
soccorso sono stati medicati tutti i feriti nell’agguato. Ora è in
osservazione. Altri hanno accusato ferite ed ematomi in varie parti del
corpo e per questo sono stati sottoposti a esami radiologici.
Tra
i contusi c’è anche una ragazza. A ben cinque delle vetture danneggiate
sono state anche rubate (o andate perse nel parapiglia) le chiavi di
accensione, cosicchè gli automobilisti sono stati costretti a contattare
parenti e amici per farsi portare le seconde chiavi. La polizia al suo
arrivo non è riuscita a effettuare alcun fermo: gli aggressori erano già
fuggiti. Le persone rimaste contuse non sono state in grado di
fornire indicazioni utili per individuare i responsabili dell’agguato.
Dato che il Cascina è praticamente senza una vera e propria tifoseria,
gli investigatori non escludono che si possa essere trattato di un blitz
effettuato dai supporter del Pisa, avversari di lunga data dei massesi e
che sono anche gemellati con i sostenitori della Carrarese.
- L'agguato è scattato poco prima
delle 19, quanto la partita era finita da tempo. Un gruppetto sparuto,
un pugno di pseudo sostenitori del Taranto, ha atteso il passaggio del
pullman dei tifosi dell'Hellas Verona che che stava per imboccarre il
casello di Palagiano, dopo aver percorso la strada statale 106. E lì è
partita una fitta sassaiola che ha investito il mezzo con il quale i
supporters gialloblu, scesi in oltre duecento in riva allo Ionio per la
trasferta della compagine di Remondina. Un raid che non ha avuto
conseguenze sui tifosi veronesi, visto che nessuno dei passeggeri del
pullman è stato ferito, mentre ad essere stati danneggiati sono stati
due vetri del bus. Danni che comunque non hanno impedito la prosecuzione
del viaggio ai trasfertisti provenienti dal Veneto. Ad agevolare la
spedizione contro i veronesi, il luogo isolato e la scarsa visibilità
della zona. Adesso sono gli agenti della Questura del capoluogo ionico
ad indagare sull'episodio, per identificare chi abbia preso a sassate
quegli avversari che, allo Iacovone, si sono fatti notare per i cori
razzisti che in più occasioni si sono levati in maniera chiarissima dal
settore ospiti dello stadio Era-smo Iacovone. “Sporchi terroni” è stato
lo slogan preferito dagli ultrà dell'Hellas che hanno compiuto il
viaggio sino alla Puglia al seguito della squadra che attualmente occupa
il primo posto del girone B del campionato di Prima Divisione.
“Bruciare il Meridione” e “morti di fame” sono stati altri cori intonati
dalla pattuglia di veronesi giunti a Taranto. Da rilevare, comunque,
come - al di là proprio degli slogan e dei cori - all'interno
dell'impianto sportivo del rione Salinella non si siano registrati
episodi di violenza tra le due tifoserie. Partita che si è conclusa con
il punteggio di 0-0, con il rammarico da parte del Taranto che ha
recriminato per un calcio di rigore non dato.