di D.Galli su IL ROMANISTA -del 24/10/2009
Tessera del tifoso, sì ai daspati. E nelle curve riecco i tamburi
Non esistono ancora atti ufficiali, ma il Viminale avrebbe pronunciato
nei giorni scorsi un sì storico. Quello alle coreografie. Nei nostri
stadi torneranno bandieroni, tamburi e ci saranno meno vincoli per gli
striscioni. Solo i fumogeni resteranno al bando. È una controrivoluzione
culturale per il Ministero dell’Interno e un passo avanti sulla strada
del dialogo tra Stato e ultras, che – udite, udite – è già iniziato.
Anche se in sordina. A fari spenti. Il primo frutto sarà la modifica,
con un disegno di legge, della legge Amato: chi ha scontato un Daspo o
una condanna per reati connessi a manifestazioni sportive potrà
acquistare biglietti e tessera del tifoso. Come giustamente ricordava
ieri il senatore del Pdl Andrea Augello, cofirmatario del ddl, «questa è
l’unica legge italiana che mantiene il principio della damnatio
memoriae ». Dannazione della memoria. Un indelebile marchio di
colpevolezza per chi in passato abbia commesso un errore. Spieghiamo.
IL MEDIATORE A ravvisare l’incostituzionalità della legge è stata
un’associazione di consumatori sportivi, la Adcs. Nata a luglio di un
anno fa, e per questo forse sconosciuta ai più, in questi mesi si è data
parecchio da fare. Il primo passo è stato quello di concentrare
l’attenzione del Senato sull’articolo 9 della legge 41/2007. Vi dice
niente? È la legge Amato, che spesso è accompagnata dalla sottolineatura
“legge anti-violenza”. Come se le altre fossero a favore. Porta la
firma dell’allora Ministro degli Interni, che dopo l’omicidio a Palermo
dell’ispettore Raciti varò un autentico giro di vite, culminato in un
decreto poi convertito nella legge 41. L’articolo 9 prevede che chi è
stato punito con un Daspo (il provvedimento del Questore che vieta
l’accesso agli stadi) o è stato condannato «anche con sentenza non
definitiva» per un reato commesso durante una manifestazioni sportiva
non possa acquistare o ricevere «titoli di accesso». Biglietti o tessere
del tifoso, è la stessa cosa. La legge non specifica nemmeno il limite
temporale del Daspo. Con le regole attuali, un daspato sarebbe privato a
vita della tessera del tifoso. È il motivo numero uno dell’antipatia
delle nostre curve verso la carta. LA RIFORMA L’Adcs ha ottenuto che il
senatore (e giurista) del Pdl, Domenico Benedetti Valentini, si facesse
firmatario di un disegno di legge, che è già stato presentato alla
Commissione Affari Costituzionali del Senato e che è stato illustrato
ieri alla stampa. Nel nuovo articolo 9 si specifica che il Daspo deve
essere «in atto». Solo in quel caso non si possono acquistare biglietti o
ricevere la tessera del tifoso. Nel caso delle condanne, i tagliandi si
possono invece comprare se il soggetto condannato negli ultimi cinque
anni per reati da stadio ha già scontato un Daspo per lo stesso
episodio. Complicato? Il principio è: se ho pagato per la mia colpa (con
il Daspo), perché devo pagare un’altra volta? LE COREOGRAFIE L’Adcs è
andata oltre. In un incontro avuto sette giorni fa con Ieva e Massucci,
rispettivamente numero uno e due dell’Osservatorio, ha chiesto il
ritorno delle coreografie negli stadi. La risposta è stata: «Sì a
tamburi e striscioni, no ai fumogeni ». Ieva si è fatto vivo due giorni
dopo con l’associazione. Garantendo che le promesse saranno mantenute.
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