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Devono andare in carcere AT e FT, i due fratelli
che sono da anni tra i leader delle frange più violente (e
dichiaratamente neofasciste) della tifoseria interista. Lo ha deciso
ieri il tribunale del Riesame: gli episodi di violenza di cui i due si
resero protagonisti l’11 novembre 2007, durante il corteo di protesta
per la morte del tifoso laziale Gabriele Sandri, sono di tale gravità
che secondo il tribunale solo il carcere può mettere i due ultrà in
condizione di non nuocere.
I due erano stati identificati, insieme ad
altri otto militanti della Curva Nord, dai carabinieri del Nucleo
informativo al termine di una indagine lunga e meticolosa. Il pubblico
ministero Piero Basilone aveva chiesto per loro la custodia in carcere.
Invece il giudice preliminare Gloria Gambitta, pur ritenendo evidenti
gli indizi di colpevolezza, aveva ritenuto che fosse sufficiente
l’obbligo di presentarsi periodicamente in commissariato a firmare
l’apposito registro.
La decisione della dottoressa Gambitta aveva
sollevato qualche perplessità perché gli episodi contestati al gruppo
capeggiato dai fratelli T - e ritenuti provati dallo stesso gip - erano
decisamente gravi. Il corteo non autorizzato aveva preso di mira prima
un commissariato, poi la sede della Rai di corso Sempione, infine aveva
dato l’assalto alla caserma dei carabinieri di via Vincenzo Monti,
cercando di sfondare il portone con un ariete e di incendiare la mensa
lanciando candelotti.
Il pm Basilone aveva presentato ricorso e il
tribunale lo ha accolto. Ora i fratelli T per non finire a San Vittore
devono sperare nella Cassazione.
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