CIVITAVECCHIA (ROMA) – E’ indagato per omicidio volontario
l’ispettore di polizia Paolo Morra, vicedirigente dell’ufficio
immigrazione del commissariato di Civitavecchia, da ieri in carcere per
aver ucciso con un fucile a pompa un ambulante senegalese di 42 anni,
suo vicino di casa, Chehari Behari Diouf,che viveva da 20 anni nella
città a nord di Roma. Un omicidio che ieri ha dato origine alla protesta
della comunità senegalese, che dal pomeriggio fino a tarda sera ha
protestato di fronte al commissariato, chiedendo giustizia per il
connazionale.
Oggi le indagini, coordinate dal pubblico ministero della Procura
di Civitavecchia Bianca Maria Cotronei, sono proseguite con una serie
di interrogatori. Gli inquirenti stanno cercando di accertare con
sicurezza i motivi dell’omicidio di fronte alle versioni divergenti
fornite dall’ispettore e dai due connazionali della vittima, che hanno
assistito all’omicidio. Al magistrato, il primo, in isolamento nel
carcere della borgata Aurelia, ha ribadito di aver sparato
accidentalmente mentre cercava di sedare una lite scoppiata tra i
senegalesi.
Una versione smentita da questi ultimi, che hanno inoltre
ricordato i frequenti contrasti con il poliziotto, il quale non voleva
che i suoi vicini si intrattenessero in giardino che era tra le due
abitazioni. Secondo il legale della comunità senegalese, avvocato Luca
Santini, è necessario indagare su chi ha concesso all’ispettore il porto
d’armi per il possesso del micidiale fucile a pompa, sul quale è stata
disposta una perizia. Una richiesta motivata con i precedenti di Morra,
già in passato al centro di alcune disavventure giudiziarie, poi risolte
positivamente.
Nel 1994, venne indagato inizialmente per tentato omicidio e poi
condannato per spari in luogo pubblico per aver fatto fuoco contro
l’auto di due uomini che riteneva molestassero la moglie, mentre due
anni fa, venne denunciato per lesioni dalla figlia.
fonte Ansa.it
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