Ancora una volta coltelli all'Olimpico dove, in passato, frange ultrà
romaniste e laziali si sono “distinte” per la loro violenza. I tifosi
del Genoa erano andati a Roma nonostante il divieto, acquistando
regolarmente i biglietti in una forma di protesta contro i decreti,
dimostrando come sia, peraltro, non difficile aggirarli.
Ancora
una volta una partita Roma-Genoa si chiude con un episodio di violenza.
Mentre stavano viaggiando sul treno partito dalla stazione Termini in
direzione Civitavecchia, dopo la partita, due giovani tifosi rossoblù
sono stati feriti, alla stazione Ostiense, da un gruppetto di teppisti,
armati di spray urticanti e coltelli. Uno sarebbe stato colpito al
volto, vicino al mento, l’altro a una gamba: entrambi sono stati
medicati e rimandati a casa. Sulla vicenda indaga la Digos di Roma.
«Questi
vigliacchi sono saliti, hanno colpito e sono scesi immediatamente prima
che il treno ripartisse - racconta Leo Berogno, presidente
dell’Associazione club genoani - Noi eravamo tutti insieme, solo alcuni
ragazzi dei nostri si erano sistemati un paio di vagoni più in là. Non
ci siamo accorti di nulla: la gente poi è arrivata urlando e siamo così
andati a soccorrerli. Non voglio raccontare altro, per rispetto nei loro
confronti».
Anche l’anno scorso si verificò un episodio simile:
dopo la partita due supporter genoani furono feriti al termine della
partita, nelle vicinanze dello stadio, in piazza De Bosis, teatro in
altre occasioni delle violenze della tifoseria oltranzista e dei
facinorosi giallorossi. Per questo motivo l’Osservatorio sulle
manifestazioni sportive e il Comitato di analisi per la sicurezza sulle
manifestazioni sportive (Casms) avevano stabilito la chiusura del
settore ospiti. La decisione non ha però scoraggiato i tifosi rossoblù,
che si sono organizzati e, analizzando attentamente il decreto, hanno
trovato la scappatoia. Per la gara di San Siro contro il Milan era stata
prevista la vendita riservata solo ai residenti a Milano e provincia
(oltre a quelli all’estero): per quella di Roma, invece, c’era solo il
divieto di vendita al di fuori dei confini del Lazio. Per questo motivo,
chi proveniva da altre zone poteva comprare un biglietto per tutti i
settori dello stadio, purché l’acquisto avvenisse dentro la regione.
Così
hanno fatto quelli provenienti da Genova. «Abbiamo regolarmente
comprato i tagliandi di Distinti Nord in una ricevitoria di
Civitavecchia: se ne potevano prendere quattro a testa - racconta
Berogno - In treno, eravamo circa un centinaio, abbiamo raggiunto la
stazione Termini. Qui siamo stati accolti da un cordone di polizia:
erano sorpresi dal nostro arrivo. Con 25 taxi, senza scorta, ci siamo
diretti allo stadio Olimpico: eravamo uno spettacolo. Il nostro
obiettivo era quello di non lasciare il Genoa da solo: siamo entrati
tranquillamente, tutti insieme, senza creare problemi. Gli steward erano
in difficoltà e si sono messi intorno a noi: la gente non ce l’aveva
con noi, ma con chi ci aveva sistemato in quella posizione. La
situazione si stava un po’ scaldando, qualcuno intorno si stava agitando
e allora ci hanno chiesto di spostarci. Siamo così passati nel settore
ospiti e abbiamo seguito la partita. Volevamo semplicemente tifare
Genoa, alla faccia dei divieti, e ci siamo riusciti».
ilsole24ore.com
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