Una vita, una storia, un brivido. Commando Ultrà Curva Sud, non solo un
gruppo di tifosi della Roma imitati e invidiati in tutto il mondo.
Soprattutto, un'idea, un sogno diventato realtà. 9 gennaio '77, «c'è
solo l'As Roma», «ciao 'nvidiosi». Trentadue anni oggi. Questa è la
Leggenda di chi l'ha vissuto, di chi l'ha respirato e di chi l'ha visto.
«Ti amo».
Antonio: «Il Commando è stato un gruppo irripetibile.
C'era Geppo, che io consideravo un poeta, un creativo. Fui io a dare il
nome CUCS, suonava bene e incuteva timore. Ricordo lo striscione lungo
42 metri, che portavo ovunque in giro per l'Italia e l'Europa. E ricordo
che ci copiarono un po' tutti, a partire dagli Eagles Supporters.
Addirittura i tifosi del Marsiglia presero spunto per il nome della loro
curva. Siamo arrivati ad avere 3500 iscritti. Quel pomeriggio del '77
ha cambiato profondamente le nostre vite. Purtroppo, tutte le cose belle
finiscono, ma il Commando resta nella storia».
Vittorio: «Il
Commando è stato un sogno bello e possibile. Il cuore rimane al
Commando. Tutti quelli che ne hanno fatto parte hanno contribuito a
renderlo grande».
Coca Cola: «Il Commando è stato una delle cose più
belle che siamo riusciti a costruire: rapporti, emozioni, amore. Tutto.
Il 9 gennaio penso a Geppo, colui che ha creato l'inno. Un grande, anche
se grande è dire poco. Grazie al Commando ho un amico che è un
fratello: Vittorio. Noi abbiamo visto vincere poco la Roma, ma ci siamo
divertiti tanto. Proprio come disse Nils Liedholm. Ricordo dopo
Roma-Bayern Monaco i giocatori nostri che vennero ad applaudirci. Ci
sono anche i momenti brutti che abbiamo vissuto: la morte di Paparelli.
Scivolavamo in basso, ma ci tiravamo su. Adesso i tempi sono cambiati.
Per portare una bandiera devi spedire fax. Troppe autorizzazioni, non si
può più fare il tifo come lo facevamo noi».
Pietro: «Il Commando è
la storia che è diventata leggenda. Quel lontano 9 gennaio '77, quel 3-0
alla Sampdoria. Non posso dimenticare lo stadio vuoto, entrammo tante
ore prima della partita. Ci sono tanti ricordi. Amicizie, amori nati,
tutto. Trentadue anni è una storia, un racconto della vita. Ceti sociali
diversi fianco a fianco, ma tutti nel nome di una sola bandiera. Come
ho sempre detto, ultrà è oltre. Il Cucs era oltre, un'unica voce per la
Roma. Anche oggi sarebbe meglio avere un gruppo unico in curva. Senza
politica, solo con l'amore per la squadra. A me dà fastidio questa
repressione per il mondo ultras, che può insegnare tanto agli altri».
Elio:
«Il Commando è stato un punto d'incontro, d'aggregazione. Io c'ho
creato una famiglia. Io come altri. È tutto. Il Commando è stato
Roma-Juve, è stato Roma-Liverpool, è stato il "Ti Amo". Ecco, il "Ti
amo" dice tutto. Un gruppo inimitabile, che ha coinvolto tutte le
persone. Uomini e donne indistintamente».
Stefano: «Il Commando è
stato il gruppo più bello del mondo. È stato grande per tutti coloro che
ne hanno fatto parte. C'è poco da aggiungere».
Roberto: «Il
Commando, da quando è nato, è stato la mia vita. Tutti i giorni mi hai
accompagnato per la giornata. Anche in questi ultimi anni, in cui
gestisco un sito che lo ricorda. Porto con me sempre un'immagine: sui
vetri a Genova del Marassi, nel 1983, con Geppo vicino. I cinque minuti
finali, prima dell'invasione di campo. Eravamo campioni d'Italia».
Massimo:
«Il Commando era l'andare in trasferta in un certo modo. L'urlo "Roma,
Roma" che non si sente più così forte e compatto. Ma, soprattutto,
l'essere uniti sotto uno striscione e non il federalismo di quartiere
che c'è oggi. E tanti amici: Fabio, Vittorio e Grazia, Pinocchio».
www.laroma24.it
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