fonte: .sportpeople.net
Riceviamo e pubblichiamo dagli amici
dei Boys Parma un articolo su una loro azione ad un convegno in cui
interveniva Antonio Matarrese.
In mezzo ad un mondo di giornalisti
proni e ultras buoni alla contestazione solo amichevole e a parole,
complimenti ad un gruppo che ancora ci mette la faccia, che si espone
direttamente e che contrasta e mette in imbarazzo con misure concrete
chi spadroneggia. Una in più di queste azioni ed uno striscione o un
coro in meno aiuterebbero a dare più credibilità agli ultras, a far
capire che nelle curve non ci sono solo scimmie urlatrici, ma anche
teste pensanti capaci di mettere in crisi questo sistema repressivo.
Ieri
mattina, presso l'Aula Magna della Facoltà di Economia di Parma in via
Kennedy, s'è tenuto il Convegno "Giocare di squadra: il dirigente
sportivo tra esperienza e futuro" finalizzato alla presentazione del
"Master Internazionale in Strategia e Pianificazione delle
Organizzazioni, degli Eventi e degli Impianti Sportivi". Tra gli
intervenuti era presente Antonio Matarrese, attuale presidente della
Lega Calcio.
Chiamare Antonio Matarrese a concorrere alla formazione
dei dirigenti sportivi del futuro significa voler perpetuare nel tempo
tutte quelle politiche speculative e repressive che hanno
caratterizzato, e continuano a caratterizzare, la sua lunghissima
carriera. Politiche che hanno impoverito il sistema calcio e tutto il
Paese.
Un piccolo drappello di BOYS s'è recato al Convegno.
Lo
spettacolo è stato veramente triste. I politici locali, gli
imprenditori, i giornalisti, gli sportivi, gli opinionisti: tutti in
ginocchio da Don Tonino. Nessuna critica, mille adulazioni, tanti
sorrisi. Arriva il potente e anche qui, in quella che qualcuno crede sia
un'isola felice, nella moderna e settentrionale Parma, siamo al
"baciamo le mani sua eccellenza". Siamo a 780 chilometri da Bari, dove
il potere dei Matarrese è di casa, opprimente e concreto, a 360°, con la
sua cementizzazione folle che gli fa da tragico monumento. Ma anche qui
il nome dei Matarrese conta, e allora giù, tutti a chinare la testa.
"Tengo famiglia", "Tengo un lavoro". Il malcostume s'è fatto sistema e
il lecchinaggio è diffuso.
Ma anche se tutti, noi no. Ancora una
volta le uniche critiche ai potenti e ai loro progetti di speculazione e
devastazione sono arrivate dai BOYS. Per trovare un po' di coraggio, un
po' di altruismo, un po' d'onestà e un po' di dignità: ci vogliono gli
ultras. Che sia per questo che ci vogliono eliminare?
L'intervento di
Antonio Matarrese è stato patetico. Per una ventina di minuti ha
cercato di conquistare il pubblico parlando con estrema semplicità,
vantando umili origini, regalando sorrisi e battutine. Ha raccontato la
sua carriera (al Bari Calcio, in Figc, in Lega Calcio, in Parlamento, in
Fifa, ecc. ecc.) come se tutto fosse avvenuto per caso, con lui in
balia dagli eventi. Si è finto umile, semplice, generoso ed altruista.
Con questo atteggiamento, apparentemente confidenziale (non era un
dialogo ma un monologo), ha mistificato fatti di corruzione in
riferimento all'ultimo caso Calciopoli conosciuto, affermando che certe
azioni sarebbero state fatte, semplicemente, per accontentare i tifosi.
Una dimostrazione di cosa intende per "generosità" Matarrese.
Un
nostro portavoce ha avuto la parola per qualche attimo ed è riuscito ad
esprimere qualche nostro pensiero. Sì è criticata la decisione di
chiamare Antonio Matarrese a concorrere alla formazione di nuovi
dirigenti sportivi, essendo lui tra i principali responsabili (come
presidente della Lega Calcio) della crisi del sistema, che attraverso
speculazione e repressione ha svuotato gli stadi e li ha privati dei
colori. Si è ricordato ai presenti e all'opinione pubblica (c'erano
anche i giornalisti) la sua recente proposta di costruire celle negli
stadi. Si è criticata la decisione di costruire nuovi impianti per fini
speculativi (tant'è che non saranno impianti sportivi ma polifunzionali,
tutt'altra cosa), esprimendo gravi preoccupazioni per i soggetti
coinvolti (a partire, proprio, dallo stesso Matarrese) che potrebbero
produrre tante nuove "Punta Perotti" (l'ecomostro costruito dai
Matarrese a Bari e fatto abbattere con la dinamite dallo Stato).
Un
silenzio totale è sceso nell'Aula Magna e Antonio Matarrese è sbiancato.
Per alcuni secondi è rimasto senza parole, spiazzato da critiche che
non pensava qualcuno avrebbe avuto l'onesta di fargli. Ha cercato di
mantenere la calma, continuando la farsa, ma poi per un attimo ha perso
il controllo, facendo uscire allo scoperto la sua vera personalità:
arrogante e supponente. Quella che lo ha portato a definire una
"porcata" l'abbattimento dell'ecomostro di Punta Perotti, quell'ammasso
di cemento a due passi dal mare che (chissà perché...) l'amministrazione
di Bari aveva autorizzato in sfregio alle leggi dello Stato. Perché
Matarrese a Bari, vale forse più dello Stato. E forse anche qui.
Nel
suo nervoso s'è dimenticato di fingersi umile e in riferimento
all'abbattimento di Punta Perotti ha parlato di un danno ad una
"dinastia". La sua dinastia, la casa regnante, quella dei Matarrese di
Bari. Perché per lui, forse, Bari non è una città della Repubblica ma un
feudo della sua famiglia.
Pochi attimi e ha ripreso il controllo,
cercando di fingersi amicone pure di noi ultras... Il nostro portavoce
gli ha chiesto di impegnarsi, allora, per la libertà di tifo. Ovviamente
è stato evasivo. Sugli striscioni ha detto che sarebbe favorevole,
dipende cosa c'è scritto su. La libertà d'espressione per Matarrese va
bene, purché non sia contro lui, i suoi interessi, quelli dei suoi amici
e della sua "dinastia".
Fuori del convegno abbiamo distribuito (a
politici, giornalisti, invitati e studenti) un nostro volantino che ha
riassunto qualche nostro pensiero: "Speculazione + Repressione = Stadi
vuoti e senza colore. Nuovi impianti sportivi: quante nuove Punta
Perotti? Un altro concetto di sport: Matarrese vattene".
Fuori
dall'aula alcuni studenti sono venuti a farci i complimenti per
l'intervento e a darci la mano. Tra loro c'era anche qualche ragazzo di
Bari, che sa bene cosa significa "Matarrese". Gesti spontanei e
disinteressati che abbiamo apprezzato.
I giornalisti locali erano
presenti ma molti hanno preferito tacere la nostra protesta, ma
soprattutto: le tante verità scomode che andrebbero raccontate, da chi
ha il dovere deontologico di informare. Purtroppo tanti giornalisti
preferiscono fare servizi sull'ipotesi di una "merendina rubata" (molto
meno rischiosa) - e magari senza neppure ascoltare chi accusano - che
trattare argomenti riguardanti imperi economici che promuovono politiche
in contrasto con gli interessi della collettività.
PER UN CALCIO PULITO: UN CALCIO A MATARRESE!
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