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3 dicembre 2008

Boys 1977 vs Matarrese

fonte: .sportpeople.net

Riceviamo e pubblichiamo dagli amici dei Boys Parma un articolo su una loro azione ad un convegno in cui interveniva Antonio Matarrese.
In mezzo ad un mondo di giornalisti proni e ultras buoni alla contestazione solo amichevole e a parole, complimenti ad un gruppo che ancora ci mette la faccia, che si espone direttamente e che contrasta e mette in imbarazzo con misure concrete chi spadroneggia. Una in più di queste azioni ed uno striscione o un coro in meno aiuterebbero a dare più credibilità agli ultras, a far capire che nelle curve non ci sono solo scimmie urlatrici, ma anche teste pensanti capaci di mettere in crisi questo sistema repressivo.


Ieri mattina, presso l'Aula Magna della Facoltà di Economia di Parma in via Kennedy, s'è tenuto il Convegno "Giocare di squadra: il dirigente sportivo tra esperienza e futuro" finalizzato alla presentazione del "Master Internazionale in Strategia e Pianificazione delle Organizzazioni, degli Eventi e degli Impianti Sportivi". Tra gli intervenuti era presente Antonio Matarrese, attuale presidente della Lega Calcio.
Chiamare Antonio Matarrese a concorrere alla formazione dei dirigenti sportivi del futuro significa voler perpetuare nel tempo tutte quelle politiche speculative e repressive che hanno caratterizzato, e continuano a caratterizzare, la sua lunghissima carriera. Politiche che hanno impoverito il sistema calcio e tutto il Paese.
Un piccolo drappello di BOYS s'è recato al Convegno.
Lo spettacolo è stato veramente triste. I politici locali, gli imprenditori, i giornalisti, gli sportivi, gli opinionisti: tutti in ginocchio da Don Tonino. Nessuna critica, mille adulazioni, tanti sorrisi. Arriva il potente e anche qui, in quella che qualcuno crede sia un'isola felice, nella moderna e settentrionale Parma, siamo al "baciamo le mani sua eccellenza". Siamo a 780 chilometri da Bari, dove il potere dei Matarrese è di casa, opprimente e concreto, a 360°, con la sua cementizzazione folle che gli fa da tragico monumento. Ma anche qui il nome dei Matarrese conta, e allora giù, tutti a chinare la testa. "Tengo famiglia", "Tengo un lavoro". Il malcostume s'è fatto sistema e il lecchinaggio è diffuso.
Ma anche se tutti, noi no. Ancora una volta le uniche critiche ai potenti e ai loro progetti di speculazione e devastazione sono arrivate dai BOYS. Per trovare un po' di coraggio, un po' di altruismo, un po' d'onestà e un po' di dignità: ci vogliono gli ultras. Che sia per questo che ci vogliono eliminare?
L'intervento di Antonio Matarrese è stato patetico. Per una ventina di minuti ha cercato di conquistare il pubblico parlando con estrema semplicità, vantando umili origini, regalando sorrisi e battutine. Ha raccontato la sua carriera (al Bari Calcio, in Figc, in Lega Calcio, in Parlamento, in Fifa, ecc. ecc.) come se tutto fosse avvenuto per caso, con lui in balia dagli eventi. Si è finto umile, semplice, generoso ed altruista. Con questo atteggiamento, apparentemente confidenziale (non era un dialogo ma un monologo), ha mistificato fatti di corruzione in riferimento all'ultimo caso Calciopoli conosciuto, affermando che certe azioni sarebbero state fatte, semplicemente, per accontentare i tifosi. Una dimostrazione di cosa intende per "generosità" Matarrese.
Un nostro portavoce ha avuto la parola per qualche attimo ed è riuscito ad esprimere qualche nostro pensiero. Sì è criticata la decisione di chiamare Antonio Matarrese a concorrere alla formazione di nuovi dirigenti sportivi, essendo lui tra i principali responsabili (come presidente della Lega Calcio) della crisi del sistema, che attraverso speculazione e repressione ha svuotato gli stadi e li ha privati dei colori. Si è ricordato ai presenti e all'opinione pubblica (c'erano anche i giornalisti) la sua recente proposta di costruire celle negli stadi. Si è criticata la decisione di costruire nuovi impianti per fini speculativi (tant'è che non saranno impianti sportivi ma polifunzionali, tutt'altra cosa), esprimendo gravi preoccupazioni per i soggetti coinvolti (a partire, proprio, dallo stesso Matarrese) che potrebbero produrre tante nuove "Punta Perotti" (l'ecomostro costruito dai Matarrese a Bari e fatto abbattere con la dinamite dallo Stato).
Un silenzio totale è sceso nell'Aula Magna e Antonio Matarrese è sbiancato. Per alcuni secondi è rimasto senza parole, spiazzato da critiche che non pensava qualcuno avrebbe avuto l'onesta di fargli. Ha cercato di mantenere la calma, continuando la farsa, ma poi per un attimo ha perso il controllo, facendo uscire allo scoperto la sua vera personalità: arrogante e supponente. Quella che lo ha portato a definire una "porcata" l'abbattimento dell'ecomostro di Punta Perotti, quell'ammasso di cemento a due passi dal mare che (chissà perché...) l'amministrazione di Bari aveva autorizzato in sfregio alle leggi dello Stato. Perché Matarrese a Bari, vale forse più dello Stato. E forse anche qui.
Nel suo nervoso s'è dimenticato di fingersi umile e in riferimento all'abbattimento di Punta Perotti ha parlato di un danno ad una "dinastia". La sua dinastia, la casa regnante, quella dei Matarrese di Bari. Perché per lui, forse, Bari non è una città della Repubblica ma un feudo della sua famiglia.
Pochi attimi e ha ripreso il controllo, cercando di fingersi amicone pure di noi ultras... Il nostro portavoce gli ha chiesto di impegnarsi, allora, per la libertà di tifo. Ovviamente è stato evasivo. Sugli striscioni ha detto che sarebbe favorevole, dipende cosa c'è scritto su. La libertà d'espressione per Matarrese va bene, purché non sia contro lui, i suoi interessi, quelli dei suoi amici e della sua "dinastia".
Fuori del convegno abbiamo distribuito (a politici, giornalisti, invitati e studenti) un nostro volantino che ha riassunto qualche nostro pensiero: "Speculazione + Repressione = Stadi vuoti e senza colore. Nuovi impianti sportivi: quante nuove Punta Perotti? Un altro concetto di sport: Matarrese vattene".
Fuori dall'aula alcuni studenti sono venuti a farci i complimenti per l'intervento e a darci la mano. Tra loro c'era anche qualche ragazzo di Bari, che sa bene cosa significa "Matarrese". Gesti spontanei e disinteressati che abbiamo apprezzato.
I giornalisti locali erano presenti ma molti hanno preferito tacere la nostra protesta, ma soprattutto: le tante verità scomode che andrebbero raccontate, da chi ha il dovere deontologico di informare. Purtroppo tanti giornalisti preferiscono fare servizi sull'ipotesi di una "merendina rubata" (molto meno rischiosa) - e magari senza neppure ascoltare chi accusano - che trattare argomenti riguardanti imperi economici che promuovono politiche in contrasto con gli interessi della collettività.
PER UN CALCIO PULITO: UN CALCIO A MATARRESE!

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