Qualcuno vorrebbe ancora liberarsi del “problema striscioni” definendolo
un falso problema: quasi che quel falso problema fosse la proiezione di
una speranza, la personificazione di un moto collettivo, destinato a
sopravvivere in quella speranza ed in quel sogno. Ma a chi tenta questa
operazione di rimozione poco importa sognare: ciò che urge è poter
utilizzare una definizione limitativa per affermare in realtà che il
“problema striscioni” è dissolto e che le tifoserie di oggi non hanno
alcun problema a chiedere la maledetta autorizzazione…
Quindi anche il nostro sogno, per loro e per tutti, non è mai
esistito e non potrà mai essere motivo di rivoluzione nelle tifoserie di
tutta Italia. Altri, che appartengono ad un genere di persone poco
dotate di fantasia e quindi incapaci di tollerare il dolore di una
sconfitta, rovesciano sulla manifestazione della Tifoseria Sampdoriana di ieri la loro frustrazione: “poche centinaia che non avevano meglio da fare, con i problemi che attanagliano l’Italia di oggi…“.
Altri ancora considerano il problema semplicemente strumentale e come
tale lo squalificano invece di apprezzare il coraggio di 2.500 persone
ancora innamorate semplicemente dei propri colori…
Non c’erano solo temibili Ultras, ma semplici Sampdoriani, famiglie
con i loro bambini, anziani che ancora oggi si chiedono come mai non
possono vedere esposti i vessilli che hanno visto per una vita. E,
attenzione, le varie categorie di persone presenti al corteo organizzato
dai Gruppi della Gradinata Sud perseguono scopi
paralleli, ma anche divergenti: obiettivo dei Gruppi è cambiare
totalmente i rapporti tra il modo di vedere oggi il Tifo ed una realtà
dominata esclusivamente da imperativi economici, mentre lo scopo del
semplice tifoso è legato ad un progetto più terra terra, rivedere i
propri colori… Per i Gruppi la misura sta nel cambiamento delle
coscienze di tutte le tifoserie, per il semplice tifoso sta invece nel
ritorno ad una normalità che non è mai stata poi così terribile, come
hanno voluto in troppi farci credere…
La manifestazione che da Piazza Verdi ha portato il corteo a snodarsi
fino a Via del Piano è stata solo una presa di contatto personale di
uomini e donne con una comunanza di spirito, non certo una pericolosa
sedizione per fomentare focolai di rivolta o per organizzare forme di
lotta armata. La battaglia per gli striscioni nasce dall’essere Ultras
ma alla lunga è destinata ad arrivare ad un momento in cui si dovrà
scegliere se fare leva sulla coscienza o sui compromessi. In origine,
potevano anche non essere linee in contrasto fra loro, ma in prospettiva
diventano concorrenti. E, quando arriverà il momento di decidere, non
si potrà certo solo ottenere che la decisione possa essere lasciata solo
ai fatti.
I fatti che stanno dando torto a chi sta facendo una repressione che è
tutt’altro che casuale… Rimarrà, comunque, agli atti un’eccezionale
presenza alla manifestazione organizzata dai Gruppi della Sud, una
presenza di uomini e donne al travaglio di un’epoca in cui la libertà di
manifestare il proprio pensiero trova conforto nell’opportunità di
contribuire ad una grande riforma della coscienza di cui, ormai, siamo,
nel bene e nel male, unici portatori.
Il merito grande della Tifoseria Sampdoriana è stato quello di capire
ed interpretare fino in fondo il rischio di vedere dispersi i valori di
una cultura popolare nell’applicazione burocratica di leggi che altro
non sono che un orrendo capestro.
Nell’ingenuo entusiasmo che traspariva domenica nei volti di giovani, vecchi e bambini in quell’urlo verso il cielo “Rivogliamo i nostri striscioni!”
è stata impresa vana cercare di individuare secondi fini, perché ciò
che si poteva percepire era solo una necessità di trasformazione, non
guidata da forze cieche, ma una trasformazione per rapportarsi alla
realtà in modo diverso da quello appreso acriticamente fino a questo
punto di questa storia.
Perché ci troviamo a combattere con un mondo che determina tutta una
serie di pregiudizi che rimangono al livello inconscio e si riflettono
di conseguenza nell’atteggiamento di ognuno, ma noi semplicemente
“Rivogliamo i nostri striscioni”, senza distruggere i divieti con la
forza perché ciò distruggerebbe ogni libero sviluppo dell’intelligenza…
Perché questo è il succo del corteo di domenica: niente etichette, ma
ragionamento, per riottenere una libertà che costituzionalmente
dovrebbe, invece, essere garantita a qualsiasi tifoseria, non solo
Sampdoriana. Soli, oramai? Forse, ma apripista di un ritorno alla
normalità.
Solo una speranza, forse, ma un sogno, senza dubbio: Rivogliamo i Nostri Striscioni!
Fonte: Goal.com
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