Uno striscione contro l’Osservatorio e di solidarietà verso i tifosi
napoletani con i quali i genoani sono gemellati, per protestare contro
il divieto alle trasferte imposto ai vesuviani, dopo gli incidenti di
Roma-Napoli con oltre 800 tifosi identificati su un treno utilizzato per
la trasferta.
Lo striscione è comparso nella Nord e la polizia ne ha disposto la
rimozione su indicazione del questore Salvatore Presenti, perché non era
autorizzato. Ma lo striscione contestato, qualche momento di tensione
per la contestazione alla … contestazione (lo striscione: l’osservatorio
dimentica 26 anni di gemellaggio) da parte della polizia, sono stati
gli unici momenti di difficoltà. Perché le due tifoserie sono gemellate e
i rapporti sono buoni: due anni fa c’era stata la maxi festa della
promozione tra azzurri e rossoblù con tifosi napoletani che avevano
addirittura dormito nello stadio la sera prima della gara. I tifosi
napoletani sono bloccati nelle trasferte e al Ferraris sono comunque
entrati. Quelli del Napoli Club Genoa non hanno avuto problemi a trovare
biglietti regolarmente e a essere allo stadio mescolati con gli amici
genoani nei distinti e nella Sud, dove ci sono stati alcuni problemi per
l’estensione degli striscioni che precludono la visuale agli
spettatori.
Ennesima conferma del carattere punitivo – repressivo, e non
preventivo, delle indicazioni dell’Osservatorio. I tifosi del Napoli
sono in castigo, e come si fa con gli scolari posti dietro la lavagna,
non possono uscire nemmeno durante la ricreazione. La tanto desiderata
“normalità” è molto lontana dall’essere raggiunta, e le colpe non sono
sempre e solo dei tifosi.
Fonte: Secolo XIX
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