Decisioni inutili ed incomprensibili, demagogiche e populiste, quelle
che domenicalmente prendono le nuove generazioni degli organismi
preposti alla tutela dell’ ordine pubblico alle manifestazioni sportive.
Dalle porte chiuse, ai soli abbonati, dai biglietti per i soli
residenti ( si penalizzano soprattutto i tifosi di casa che non hanno la
residenza ), al divieto per i tifosi ospiti, bisogna trovare qualcuno
da penalizzare, ma non si capisce quale ordine pubblico tutelino certe
imposizioni, e quale sia il criterio con cui viene calcolato il rischio
di certe gare.
Un risultato devastante comunque viene raggiunto ed è
la distruzione della passione, da sempre la linfa del calcio, che
privata della rivalità diventa una scatola vuota, un semplice
rincorrersi tra 22 giocatori che per la quasi totalità non ha né spirito
di appartenenza, né amore per i colori, né legami tradizionali con la
città, un prodotto da vendere alle televisioni, un mezzo per bieche
speculazioni.
E’ altrettanto vergognoso che si obblighino comuni e
società a rendere gli stadi simili a campi di concentramento per poi
vietare l’ accesso totale o parziale ai tifosi.
Noi da “ Ultimi della
classe “ possiamo solo prendere qualche decisione di protesta per
rendere pubblico il nostro dissenso, quindi domenica 12/Ottobre e
domenica 19/ Ottobre in occasione delle partite con il Taranto e con il
perugia osserveremo 15 minuti di silenzio, inoltre per il derby con il
perugia rinunceremo alla coreografia già programmata. Coreografia
studiata senza bisogno di autorizzazioni né dalle società né dalle
questure. Entreremo comunque allo stadio, anche se il nostro istinto ci
suggeriva di rimanere all’ esterno, ma i nostri rivali al derby
regionale non meritano tanta attenzione visto che si dilettano nel
divulgare inqualificabili comunicati (2005) o a provocare a km. di
distanza con “tanto di foto al monte di S. Erasmo” e con scritte da
“baby gang” negli angoli nascosti degll’ autogrill, mentre noi sfilavamo
in corteo contro la decisione del derby a porte chiuse del 2007, primo
frutto velenoso del decreto Amato. Quindi tutti allo stadio per
sostenere i nostri colori, per esprimere dissenso verso i padroni del
calcio, senza cadere nella sgradevole tentazione di insultare chi non
c’è.
GLI ULTIMI DELLA CLASSE
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