Fonte: ilmessaggero.it
E' polemica tra il tifo organizzato del
Napoli e Trenitalia sull'organizzazione della trasferta a Roma. I gruppi
del tifo azzurro ricordano l'appello comune rivolto ai tifosi a
«partire in treno tutti insieme», con i volantini distribuiti
giovedì
scorso al San Paolo in occasione della partita con il Vllaznia. «Era
una misura di sicurezza e di dissuasione - dicono gli Ultras azzurri -
andare in auto sarebbe stato più pericoloso».
«Venerdì - aggiunge
un esponente del tifo della Curva B - avevamo chiesto un incontro con
Trenitalia proprio per organizzare al meglio la trasferta. Ma Trenitalia
non ci ha voluto a bordo, non ha voluto organizzare un treno speciale
ed ha risposto con un invito ad utilizzare altri mezzi». Attacca il
presidente dell' Associazione Club Napoli: «Non potevano pretendere di
mettere circa 3.000 mila tifosi su un treno già occupato da altri
viaggiatori, ci voleva un treno speciale. Quasi tutti i tifosi avevano
pagato il biglietto del treno ed il biglietto dello stadio, costato ben
28 euro: tenerli fermi per farli arrivare allo stadio solo nel secondo
tempo ha contribuito ad accendere gli animi.
Per il presidente
dell' Associazione Italiana Club Napoli, si tratta di una «trappola
organizzata. I violenti vanno condannati, ma bisogna dire che i tifosi
sono stati mandati al macello: è mancato qualcosa nell'organizzazione.
Non si possono gestire in questo modo quattromila tifosi, peraltro
identificati uno per uno al momento dell'acquisto dei biglietti».
La
replica di Trenitalia. La replica di Trenitalia è affidata all'ufficio
stampa, che ricorda l'invito rivolto ai tifosi attraverso i mass-media a
non scegliere il treno per viaggiare, vista la giornata di
sovraffollamento annunciato. «Sul treno Intercity 520 diretto a Torino -
afferma Trenitalia - sono state aggiunte quattro carrozze. Alla
stazione di Napoli a bordo c'erano già 300 passeggeri, per i tifosi i
posti disponibili erano 900. Quanto ai treni speciali, già dal 2007 non
se ne organizzano più, e questo è risaputo». I posti a disposizione dei
supporters del Napoli in trasferta a Roma, secondo Trenitalia, erano
quindi «ampiamente sufficienti». Il dato è contestato dal tifo
organizzato che, in serata, ha chiesto un confronto con i dirigenti
della società del gruppo Fs ed ha annunciato iniziative legali.
Trenitalia,
dal canto suo, aggiunge che dei 1.600 biglietti Napoli-Roma venduti
ieri mattina oltre la metà non era utilizzabile per Intercity Plus, e
addirittura diverse centinaia erano stati acquistati con la "tariffa
ridotta per ragazzi" sotto i 12 anni.
«Volevamo prendere il treno
per evitare incidenti». «Abbiamo fatto di tutto per scongiurare
incidenti e lo abbiamo dimostrato con il volantinaggio dei giorni
scorsi. Lo confermano gli incontri e le mediazioni avute con i dirigenti
della Questura di Napoli. Le immagini di noi alla stazione Termini non
sono altro che il nostro arrivo e la corsa per salire sui pullman che ci
avrebbero portato allo stadio Olimpico. Nessuna guerriglia». Così gli
"ultras" del Napoli, a poco più di 24 ore dalla gara contro i
giallorossi, raccontano la loro versione dei fatti di ieri. La settimana
dei supporter azzurri in vista della trasferta contro i romani, dicono,
era cominciata presto e con i migliori propositi. «A Roma andavamo non
per guerreggiare - dicono alcuni ultras - ma per seguire il nostro
Napoli, come ultras "in marcia per una fede". Ci è stata data
un'occasione troppo importante e non volevamo sprecarla, anzi volevamo
dimostrare che possiamo seguire la squadra ovunque, senza limitazioni».
Per evitare che accadessero incidenti, la sera di Napoli-Vllaznia,
preliminare di Coppa Uefa, dentro e fuori la curva A, erano stati
distribuiti volantini nei quali si invitava quanti volessero recarsi a
Roma a farlo in treno e non con mezzi propri «per evitare qualsiasi
contatto con le altre tifoserie».
«Venerdì - spiegano alcuni
portavoce degli ultras - in virtù dei buoni dati della prevendita dei
tagliandi per il settore ospiti dell'Olimpico, quattro leader di alcuni
gruppi organizzati si recarono alla stazione ferroviaria per chiedere un
incontro con Trenitalia, ma non c'è stato niente da fare. A quel punto
abbiamo comprato 400 biglietti per i convogli delle 8,28, 9,28 e 10,28.
Il passaggio successivo ha portato i rappresentanti della tifoseria
organizzata in Questura, dove è stata esposta l'esigenza di volersi
recare tutti insieme nella capitale in maniera pacifica». Negli uffici
di via Medina, stando alla ricostruzione, «i quattro - sostengono gli
ultras - hanno ricevuto i complimenti per il positivo lavoro che stavano
svolgendo e la promessa di massima collaborazione affinché non si
verificassero incidenti. Sabato pomeriggio, dalle 13 alle 17, Trenitalia
ci ha concesso la possibilità di acquistare biglietti intercity con
orario libero. Successivamente ci è stato detto che era arrivata una
circolare che bloccava questi i tagliandi».
«Ieri di buon'ora -
continuano - alcuni dirigenti della polizia, mentre noi collaboravamo
per l'ordine pubblico, ci hanno consigliato di usufruire del convoglio
delle 8.28 in quanto c'erano circa 400 posti liberi». Invito non accolto
perché il gruppo di 1.500 tifosi intendeva viaggiare tutto insieme. Nel
frattempo dalle macchinette della Stazione uscivano tagliandi per
l'intercity delle 9.28, ancora fermo in stazione. Verso le 10.30, vista
la situazione di caos che si era creata, gli ultras sostengono di
«essersi detti disponibili ad accettare un'altra soluzione, con circa
300 persone che sarebbero partite successivamente. La confusione è nata
quando Trenitalia ha iniziato il controllo preventivo dei biglietti sul
treno. Non saremmo mai partiti e quindi mai arrivati in tempo per la
partita. C'è stato un colloquio con il questore Puglisi che, sentite le
nostre ragioni, ci ha dato l'ok. A Roma avevamo fretta di entrare allo
stadio, ma ad alcuni di noi non sono stati neanche controllati i
biglietti. Da qui le immagini di noi che correvamo. Gli ultras non
volevano la guerra».
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