Più di mille braccia al cielo per applaudire Ilaria e accompagnarla
nell’ultimo viaggio allo stadio Picco della Spezia. Nella sua Curva,
nella sua casa. C’è chi ha preso un pomeriggio di ferie, chi ha
anticipato il rientro dal mare e chi addirittura è dall’inizio della
settimana che non va a lavorare perché affranto dal dolore. Ci sono
tantissimi giovani, ultras della Vecchia Guardia, ma anche persone di
mezz’età nascoste dietro vistosi occhiali da sole quasi a voler
schermare le lacrime.
Oltre cinquecento persone applaudono, piangono,
cantano per Ilaria Franchetti Rosada, una splendida ragazza di 29 anni
strappata alla vita, agli amori, alle sue passioni per una maledetta
malattia che ha colpito i polmoni. C’è la mamma Tina che non ha più
lacrime da versare e il papà Franco che nonostante i guai di salute
riesce a trovare la forza di gridare a tutti “Grazie Ilaria e forza
Spezia». Momenti commoventi che raggiungono i brividi quando gli amici e
le amiche leggono le lettere di Ilaria inviate prima di partire per
l’ospedale di Padova dove il trapianto di polmoni le ha cancellato tutti
i sogni. Proprio così: da Padova, a Padova. Dalla fantastica promozione
di due anni fa, dove Ilaria accusò i primi sintomi della malattia, alla
fine del sogno in una stanzetta del reparto di rianimazione.
Il
fidanzato Peppe commuove tutti quando racconta gli ultimi istanti di
Ilaria. «L’ho accompagnata fino alle soglie della sala operatoria.
Ilaria era felice e fino all’ultimo inviava sms agli amici. L’unica
consolazione è che l’ho vista sorridere fino all’ultimo come era nella
sua natura. Sono stato fortunato di avere conosciuto una persona così
speciale. Era sempre un passo avanti rispetto a tutti, nonostante le
difficoltà. Sappiate che quando sarò in questa fantastica curva lei mi
starà sempre accanto».
Ilaria ci sarà, lo ha promesso anche nella
lettera inviata allo speaker del Picco Federico La Valle: «Quando
chiamerai in campo le formazione sappi che sarò sempre ad ascoltarti»
quasi a presagire che non ce l’avrebbe fatta. Eppure la casistica di
quelle operazioni lascia tantissima speranza. Ma forse Ilaria avvertiva
strane sensazioni, nonostante non avesse mai perduto quell’inseparabile
sorriso che la rendevano amabile.
Quando la bara bianca entra nel
cuore della curva ci sono già cinquecento tifosi ad aspettarla. Marco
Gorzegno non trattiene le lacrime: la sua maglia è stata indossata da
Ilaria nella bara. Al suo fianco c’erano anche Francesco Zizzari e gli
ex Bruccini, Rotoli e Caverzan e poi numerosi dirigenti dello Spezia
sparpagliati tra la gente. Una delegazione degli “Sgreuzi”, tifosi della
Sampdoria e amici degli spezzini, depone un mazzo di fiori sulla bara.
Ci sono due minuti buoni di applausi. E poi il canto ultrà preferito da
Ilaria seguito da “O bela Spesa” con tanto di sciarpata e fumogeni. Le
tifose delle Curve Pericolose sono in prima fila con i lucciconi. Per
loro che hanno vissuto in presa diretta tutto il calvario di Ilaria il
colpo è ancora più duro. Si rivedono le sciarpe del club Cavatorti di
Fossamastra, di cui Ilaria fu presidente ad appena 19 anni. E poi
naturalmente la foltissima rappresentanza dell’Orgoglio Spezzino. Sullo
sfondo della bara, affisso alla rete c’è lo striscione che ricorda
Mattia Sorrentino, il primo fidanzatino di Ilaria, morto dieci anni fa a
seguito di un incidente stradale. In curva c’è la sua mamma Liviana
alla quale Ilaria ha riservato una delle lettere più toccanti.
La
bara lascia lo stadio coperta di sciarpe bianche e nere, il carro
funebre se ne va con la bandiera degli ultras che sventola. La gente si
abbraccia e piange, chi invece se ne sta in disparte in religioso
silenzio. Il corteo funebre si allontana dal Picco e si dirige a
Barbarasco dove il sacerdote attende per la cerimonia religiosa.
La
gente del Picco tarda a sfollare Qualcuno propone di dedicare a Ilaria
la Curva Ferrovia. Ma lei, con quel suo viso da eterna bambina, vi
avrebbe risposto con tono scanzonato: «Ma che diavolo state dicendo?».
Già perché Ilaria non era protagonista. Il suo protagonismo era quel suo
sorriso speciale e accattivante sempre scolpito in volto anche nella
cattiva sorte. Ilaria non vuole cerimonie perché state certi sarà sempre
tra noi a gridare “Forza Spezia”.
Nessun commento:
Posta un commento