Lo Spezia, club iscritto al campionato di
serie B, ha rischiato seriamente di scomparire. La missione impossibile
di sventare un fallimento annunciato frutto di una maxi colletta dei
tifosi. Che hanno dato vita a una società di azionariato popolare,
divenuta azionista di maggioranza del club. Si chiama “Spezia Siamo
Noi”. Il nome, vista la storia, non avrebbe potuto essere diverso.
Si
è riunita ieri a Milano, presso lo studio notarile Barassi, l’assemblea
dei soci dello Spezia Calcio. Il club ligure milita in B. Ha
attraversato una lunga burrasca finanziaria, dalla quale sembra ormai
essere riuscito a tirarsi fuori.
L’assemblea ha come prima cosa
ratificato le dimissioni di Cristina Cappellutti, cioè l'amministratore
unico che rappresentava la vecchia proprietà. Dopo di che ha proceduto
alla nomina del nuovo Cda.
Il consiglio dello Spezia è composto
adesso da sei membri. Si tratta di Roberto Quber (indicato come prossimo
presidente), Angelo Molinari (imprenditore, ex presidente della squadra
di pallanuoto di Lerici), Stefano Carzola (allenatore di calcio
giovanile), Paolo Garbini (assessore comunale), Marco Frione (uno dei
capi storici della tifoseria bianconera) e Pino Sciumbata (dirigente
della società di vecchia data).
Tutti questi nominativi sono stati
indicati dallo “Spezia Siamo Noi”. Vale a dire la società di azionariato
popolare che detiene il pacchetto di maggioranza dello Spezia Calcio.
Mai nome fu più giusto. Quale altro poteva essere scelto per dare il
nome a una società di azionariato popolare costituita dai tifosi e
diventata azionista di maggioranza del club ligure dopo aver rilevato,
dal dimissionario presidente Giuseppe Ruggieri, il settanta per cento
delle azioni?
Il nuovo esecutivo ha preso atto che sono stati versati
i 771mila euro di contributi previdenziali relativi ai mesi di ottobre,
novembre e dicembre 2007. Si tratta ora di presentare alla Covisoc la
relativa documentazione al fine di non incappare in pericolosi
deferimenti. Che pregiudicherebbero la stagione agonistica della
squadra, mettendola a rischio retrocessione più di quanto non sia già.
Il
denaro per realizzare queste complesse operazioni è il frutto di una
maxi-colletta alla quale hanno dato vita i grandi tifosi spezzini. Un
evento di cui si è molto parlato e che ha, di fatto, salvato dal rischio
di una sicura scomparsa la loro squadra del cuore. Un gesto che
dimostra come, nella vita, nessuna missione sia impossibile.
calciopress
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