Fonte: www.calciotoscano.it
Divieto
di trasferta infranto ancora una volta in Toscana. Dopo i numerosi
tifosi giallorosso all'Artemio Franchi senesi per Siena-Roma, stavolta
sono i napoletani ad evitare il blocco alla trasferta a Livorno.
Oltre
trecento tifosi del Napoli, infatti, hanno trovato posto in gradinata
mischiati ai livornesi nonostante la decisione dell' Osservatorio del
Viminale di tenere chiuso il settore ospiti dello stadio "Picchi".
Regole sulla carta, qualcuno ne tenga di conto.
⚠️ Abbiamo deciso di abilitare i commenti su tutti i post del Blog, senza alcuna forma di censura. ⚠️
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27 febbraio 2008
22 febbraio 2008
COMUNICATO CURVA SUD SALERNO CCSC
È inevitabile partire da Sorrento e
da quel coro che da domenica ci rimbomba nella testa. ANDATE A LAVORARE
!!! È inevitabile perché quel coro è l'emblema e il grido di allarme di
chi si è sentito umiliato e sconfitto non tanto dagli avversari quanto
dai nostri "eroi" scesi in campo senza grinta e non mostrando un minimo
di amore per questa maglia e per questi tifosi. Ma Sorrento è il passato
e Noi il passato lo mettiamo momentaneamente da parte perché vogliamo e
dobbiamo guardare al futuro. Ed il futuro si chiama Pistoiese. Adesso
non ci sono più alibi PER NESSUNO. TUTTI sono chiamati a dare il loro
apporto i giocatori e NOI tifosi innamorati di questa città e che
abbiamo sottoscritto idealmente un patto d'amore indissolubile con i
nostri colori. Adesso più che mai bisogna fare gruppo e non lasciarsi
prendere da chiacchiere e pettegolezzi vari. Tutto passerà e la miglior
medicina è solo quella di: giocare e vincere, a partire naturalmente da
domenica. ……CHIARO ???
E' tempo di dimostrare unità e compattezza, facciamolo per NOI, questi calciatori un giorno o l'altro andranno via, ciò che resterà in eterno siamo noi tifosi ed i nostri colori verso i quali nutriamo un immenso amore. Amiamo troppo questa maglia, cui abbiamo donato incondizionatamente e senza fini occulti, gran parte della nostra vita.
E allora domenica riempiamo l'Arechi tutti uniti dietro una sola bandiera, alla conquista del nostro oBiettivo, e con un unico coro : FORZA VECCHIO CUORE GRANATA!facciamo tremare l'intero stadio.
ULTRA' SALERNO CURVA SUD - CENTRO COORDINAMENTO SALERNITANA CLUBS
E' tempo di dimostrare unità e compattezza, facciamolo per NOI, questi calciatori un giorno o l'altro andranno via, ciò che resterà in eterno siamo noi tifosi ed i nostri colori verso i quali nutriamo un immenso amore. Amiamo troppo questa maglia, cui abbiamo donato incondizionatamente e senza fini occulti, gran parte della nostra vita.
E allora domenica riempiamo l'Arechi tutti uniti dietro una sola bandiera, alla conquista del nostro oBiettivo, e con un unico coro : FORZA VECCHIO CUORE GRANATA!facciamo tremare l'intero stadio.
ULTRA' SALERNO CURVA SUD - CENTRO COORDINAMENTO SALERNITANA CLUBS
Comunicati della Curva Nord Pisa: Noi non siamo autorizzati
Comunicati della Curva Nord "Maurizio Alberti"
Noi non siamo autorizzati
Siamo stati facili profeti. Ai tempi delle prime reazioni al Decreto Amato scrivemmo che il provvedimento in questione non mirava a debellare la violenza dalle curve e tanto meno il malaffare, ma si nascondeva ipocritamente dietro ragioni di ordine pubblico e prendeva a pretesto la morte di un poliziotto per togliere gli Ultras e in generale qualsiasi voce critica, scomoda, e di dissenso, dagli stadi del nuovo calcio, quello bello, pulito e televisivamente corretto.
In un regime totalitario sarebbe stato più facile: Ultras, sospetti Ultras, fiancheggiatori, chi può andare allo stadio e chi no lo decide a tavolino lo Stato.
In Italia purtroppo per loro cè una parvenza di democrazia e allora lo stesso disegno è stato presentato mascherato da legge contro la violenza. Di queste cose abbiamo già parlato al tempo, sostenendo delle tesi che adesso trovano facile conferma nei provvedimenti emanati contro ragazzi della Curva Nord rei di..nulla.
Si parte dalla gara di Verona, contro il Chievo. La Nord in trasferta espone uno striscione dove si chiede Giustizia per Gabriele. Non si offendono le forze dellordine, non si insinua ciò che sarebbe facilmente insinuabile, si chiede soltanto la giusizia negata a suo tempo a Maurizio, giustizia per un ragazzo di stadio ammazzato questa volta non da un malore mal curato ma da un poliziotto, e senza motivo. Ci pare una cosa grave. Giusto prendere posizione, e infatti aderiamo alla protesta nazionale decidendo di cantare solo nel pre-partita. Ma il servizio dordine di Verona si innervosisce e impone di togliere il lenzuolo, pena carica indiscriminata contro tutto e tutti. Gli Ultras non ci stanno, tolgono da soli lo striscione, che non viene rimosso dagli steward ma tolto dagli stessi tifosi, e questo è previsto, e tornano a casa per protesta. Il tutto davanti a mille spettatori e ai funzionari della Questura di Pisa.
E qui parte la manovra sostenuta dal Decreto. Alcuni cosiddetti responsabili, mesi dopo, vengono raggiunti da preavviso di diffida e da una denuncia per violenza e minacce a pubblico ufficiale (pena dai 6 mesi a tre anni di reclusione): la celere voleva caricare in caso di mancata rimozione, figuriamoci se ci fossero stati atti violenti e minacce. Accuse che speriamo cadranno miseramente, ma intanto le denunce e diffide sono dietro langolo e incombe la partita con il Cesena, anniversario della morte di Mau. Lo striscione rosso Mau Ovunque viene esposto, è un giorno particolare, è una cosa particolare, ma il servizio dordine senza ritegno e vergogna minaccia diffide e cè la reazione civile e intelligente di tutta la Nord con le persone che fanno a gara per toccare e tenere in mano lo striscione come per dire: diffidateci tutti. Se è per una cosa così diffidateci tutti. E in effetti, di cosa stiamo parlando? Gli atti gravissimi che mettono in moto il Decreto sono striscioni NON offensivi, la carta igienica dello scorso anno, la bandierina del Che per cui in settimana si cercano per ogni dove i responsabili, andando sui luoghi di lavoro, indagando come se si cercassero pedofili o mafiosi, e altre stupidaggini che svelano le reali intenzioni dello Stato, perseguitare, reprimere, debellare senza distinzioni. Le famiglie che il Decreto dovrebbe proteggere e invogliare a venire alla partita sono per caso quelle stipate allinverosimile nei carri bestiame di Brescia, esposte al vento dei due gradi sottozero e trattate come colpevoli di qualcosa sono perché, appunto, tra documenti e tornelli, facilmente identificabili, sono andate alla partita? Non si vede la contraddizione?.
Arriviamo alla gara con il Mantova. Viene esposto uno stendardo con la caricatura di un poliziotto e del Ministro Amato, la scritta riassume il nostro pensiero. I responsabili, per la Questura, sono gli stessi, ricordiamo che hanno eventualmente tenuto in mano un pezzo di stoffa non autorizzato, non hanno sparato, accoltellato, sassato, hanno protestato civilmente: guadagnano in questo modo la polizia in casa alle 6 di mattina, come al boss Lo Piccolo, polizia e identificazioni sui posti di lavoro, varie accuse vecchie e nuove ammassate insieme tra cui vilipendio allo Stato e, quella più bella, abbandono del posto assegnato. Nessuno allArena occupa il posto assegnato. Ma anche fosse, di quello si preoccupa lo Stato. Abbiamo scritto colpevoli di..nulla perché non parliamo di reati ma di una opposizione civile e non violenta ad un Decreto lesivo del diritto e ai limiti dellincostituzionalità.
Lopinione pubblica dovrebbe reagire, prendere posizione. Se non lo farà ora sarà costretta in seguito, quando i principi ispiratori dello stesso Decreto saranno rivolti contro altri problemi, dopo la consueta palestra negli stadi, come è sempre accaduto. E sarà troppo tardi. Noi, comunque, non ci arrendiamo.
Noi non siamo autorizzati.
Curva Nord Maurizio Alberti
Noi non siamo autorizzati
Siamo stati facili profeti. Ai tempi delle prime reazioni al Decreto Amato scrivemmo che il provvedimento in questione non mirava a debellare la violenza dalle curve e tanto meno il malaffare, ma si nascondeva ipocritamente dietro ragioni di ordine pubblico e prendeva a pretesto la morte di un poliziotto per togliere gli Ultras e in generale qualsiasi voce critica, scomoda, e di dissenso, dagli stadi del nuovo calcio, quello bello, pulito e televisivamente corretto.
In un regime totalitario sarebbe stato più facile: Ultras, sospetti Ultras, fiancheggiatori, chi può andare allo stadio e chi no lo decide a tavolino lo Stato.
In Italia purtroppo per loro cè una parvenza di democrazia e allora lo stesso disegno è stato presentato mascherato da legge contro la violenza. Di queste cose abbiamo già parlato al tempo, sostenendo delle tesi che adesso trovano facile conferma nei provvedimenti emanati contro ragazzi della Curva Nord rei di..nulla.
Si parte dalla gara di Verona, contro il Chievo. La Nord in trasferta espone uno striscione dove si chiede Giustizia per Gabriele. Non si offendono le forze dellordine, non si insinua ciò che sarebbe facilmente insinuabile, si chiede soltanto la giusizia negata a suo tempo a Maurizio, giustizia per un ragazzo di stadio ammazzato questa volta non da un malore mal curato ma da un poliziotto, e senza motivo. Ci pare una cosa grave. Giusto prendere posizione, e infatti aderiamo alla protesta nazionale decidendo di cantare solo nel pre-partita. Ma il servizio dordine di Verona si innervosisce e impone di togliere il lenzuolo, pena carica indiscriminata contro tutto e tutti. Gli Ultras non ci stanno, tolgono da soli lo striscione, che non viene rimosso dagli steward ma tolto dagli stessi tifosi, e questo è previsto, e tornano a casa per protesta. Il tutto davanti a mille spettatori e ai funzionari della Questura di Pisa.
E qui parte la manovra sostenuta dal Decreto. Alcuni cosiddetti responsabili, mesi dopo, vengono raggiunti da preavviso di diffida e da una denuncia per violenza e minacce a pubblico ufficiale (pena dai 6 mesi a tre anni di reclusione): la celere voleva caricare in caso di mancata rimozione, figuriamoci se ci fossero stati atti violenti e minacce. Accuse che speriamo cadranno miseramente, ma intanto le denunce e diffide sono dietro langolo e incombe la partita con il Cesena, anniversario della morte di Mau. Lo striscione rosso Mau Ovunque viene esposto, è un giorno particolare, è una cosa particolare, ma il servizio dordine senza ritegno e vergogna minaccia diffide e cè la reazione civile e intelligente di tutta la Nord con le persone che fanno a gara per toccare e tenere in mano lo striscione come per dire: diffidateci tutti. Se è per una cosa così diffidateci tutti. E in effetti, di cosa stiamo parlando? Gli atti gravissimi che mettono in moto il Decreto sono striscioni NON offensivi, la carta igienica dello scorso anno, la bandierina del Che per cui in settimana si cercano per ogni dove i responsabili, andando sui luoghi di lavoro, indagando come se si cercassero pedofili o mafiosi, e altre stupidaggini che svelano le reali intenzioni dello Stato, perseguitare, reprimere, debellare senza distinzioni. Le famiglie che il Decreto dovrebbe proteggere e invogliare a venire alla partita sono per caso quelle stipate allinverosimile nei carri bestiame di Brescia, esposte al vento dei due gradi sottozero e trattate come colpevoli di qualcosa sono perché, appunto, tra documenti e tornelli, facilmente identificabili, sono andate alla partita? Non si vede la contraddizione?.
Arriviamo alla gara con il Mantova. Viene esposto uno stendardo con la caricatura di un poliziotto e del Ministro Amato, la scritta riassume il nostro pensiero. I responsabili, per la Questura, sono gli stessi, ricordiamo che hanno eventualmente tenuto in mano un pezzo di stoffa non autorizzato, non hanno sparato, accoltellato, sassato, hanno protestato civilmente: guadagnano in questo modo la polizia in casa alle 6 di mattina, come al boss Lo Piccolo, polizia e identificazioni sui posti di lavoro, varie accuse vecchie e nuove ammassate insieme tra cui vilipendio allo Stato e, quella più bella, abbandono del posto assegnato. Nessuno allArena occupa il posto assegnato. Ma anche fosse, di quello si preoccupa lo Stato. Abbiamo scritto colpevoli di..nulla perché non parliamo di reati ma di una opposizione civile e non violenta ad un Decreto lesivo del diritto e ai limiti dellincostituzionalità.
Lopinione pubblica dovrebbe reagire, prendere posizione. Se non lo farà ora sarà costretta in seguito, quando i principi ispiratori dello stesso Decreto saranno rivolti contro altri problemi, dopo la consueta palestra negli stadi, come è sempre accaduto. E sarà troppo tardi. Noi, comunque, non ci arrendiamo.
Noi non siamo autorizzati.
Curva Nord Maurizio Alberti
21 febbraio 2008
Daspo per due tifosi del Pisa che lo scorso 16 febbraio durante la partita contro il Mantova avevano esposto uno striscione con il disegno del Ministro dell’Interno Giuliano Amato e di un poliziotto col manganello in mano recante la scritta “Siete voi i veri criminali”. Il provvedimento prevede il divieto ad assistere per tre anni a manifestazioni sportive e l’obbligo di firma in questura.
A dispetto dell’art.21 della costituzione, i tre provvedimenti a danno dei supporters pisani sfiorano lo psicoreato di orwelliana memoria. Nessuna libertà di espressione permessa all’interno degli stadi e clima simile a quello della Corea del Nord. Per tre anni questi famigerati criminali saranno tenuti a recarsi in questura in concomitanza delle partite del Pisa per evitare che possano esprimere giudizi infamanti nei confronti delle istituzioni…
fonte: freedomforfans
16 febbraio 2008
NOCERINA: PRECISAZIONI DEGLI ULTRAS
in una lunga nota, gli Ultras Nocera
Curva Sud hanno voluto rispondere alle tante accuse piovute addosso ai
sostenitori rossoneri dopo la trasferta di domenica scorsa a Caserta.
Secondo il comunicato, i 5 tifosi molossi sono stati arrestati
ingiustamente perché, alla richiesta di mostrare video e foto a sostegno
delle accuse delle forze dell’ordine, si è detto che il materiale non
era più disponibile.
Inoltre a Caserta non vi era la giusta organizzazione delle forze dell’ordine, nonostante si sapesse dell’arrivo di 400 tifosi circa da Nocera. Molti sostenitori erano privi del tagliando di ingresso perché, stranamente, non è stata organizzata una prevendita,
I tifosi rossoneri – continua il comunicato – sono stati provocati e aggrediti con lancio di oggetti e quant’altro. Il tutto pagando un biglietto di 7 euro a fronte dei 3 euro per il settore distinti riservato ai tifosi locali e, ancora peggio, senza poter nemmeno usufruire di servizi igienici, che nel settore riservato alla tifoseria nocerina non c’erano affatto.
Non esistono poi denunce di passanti che sarebbero stati aggrediti da tifosi della Nocerina. “Vogliamo solo ribadire – conclude la nota degli Ultras Curva Sud di Nocera – che tutti dovrebbero prendersi le proprie responsabilità, cominciando da chi ha stadi non a norma e da chi dovrebbe garantire e preservare l’ordine pubblic
calciocampania
Inoltre a Caserta non vi era la giusta organizzazione delle forze dell’ordine, nonostante si sapesse dell’arrivo di 400 tifosi circa da Nocera. Molti sostenitori erano privi del tagliando di ingresso perché, stranamente, non è stata organizzata una prevendita,
I tifosi rossoneri – continua il comunicato – sono stati provocati e aggrediti con lancio di oggetti e quant’altro. Il tutto pagando un biglietto di 7 euro a fronte dei 3 euro per il settore distinti riservato ai tifosi locali e, ancora peggio, senza poter nemmeno usufruire di servizi igienici, che nel settore riservato alla tifoseria nocerina non c’erano affatto.
Non esistono poi denunce di passanti che sarebbero stati aggrediti da tifosi della Nocerina. “Vogliamo solo ribadire – conclude la nota degli Ultras Curva Sud di Nocera – che tutti dovrebbero prendersi le proprie responsabilità, cominciando da chi ha stadi non a norma e da chi dovrebbe garantire e preservare l’ordine pubblic
calciocampania
14 febbraio 2008
Padova, arrestati 10 ultras per scontri in partita con Cremonese
Fonte: Reuters.it
La polizia di Padova ha arrestato dieci ultras padovani accusati di aggressione e sequestro di cinque auto, in un episodio avvenuto dopo la partita di calcio di serie C Padova-Cremonese, lo scorso dicembre.
A dirlo la polizia patavina in una nota diffusa oggi, in cui si precisa che nell'operazione sono state effettuate anche 12 perquisizioni domiciliari.
"Lo scorso 2 dicembre, due pullman con a bordo un centinaio di tifosi della Cremonese che stavano tornando dopo aver assistito all'incontro di calcio Padova-Cremonese, si fermavano nell'area di servizio 'Scaligera' ed un manipolo di persone travisate con cappucci, berretti e sciarpe, armate di bottiglie, mazze da baseball, spranghe e cinture con fibbie, all'improvviso si scagliava contro alcuni tifosi lombardi che erano rimasti all'esterno dell'autogrill", si legge nella nota.
Le forze dell'ordine sono riuscite a individuare gli aggressori -- noti ultras del Padova Calcio -- che avevano pedinato i tifosi cremonesi fino alla sosta nella stazione di servizio.
All'operazione hanno partecipato agenti della Digos di Verona e Padova, la questura di Cremona e la sezione della Polizia Stradale di Verona.
La polizia di Padova ha arrestato dieci ultras padovani accusati di aggressione e sequestro di cinque auto, in un episodio avvenuto dopo la partita di calcio di serie C Padova-Cremonese, lo scorso dicembre.
A dirlo la polizia patavina in una nota diffusa oggi, in cui si precisa che nell'operazione sono state effettuate anche 12 perquisizioni domiciliari.
"Lo scorso 2 dicembre, due pullman con a bordo un centinaio di tifosi della Cremonese che stavano tornando dopo aver assistito all'incontro di calcio Padova-Cremonese, si fermavano nell'area di servizio 'Scaligera' ed un manipolo di persone travisate con cappucci, berretti e sciarpe, armate di bottiglie, mazze da baseball, spranghe e cinture con fibbie, all'improvviso si scagliava contro alcuni tifosi lombardi che erano rimasti all'esterno dell'autogrill", si legge nella nota.
Le forze dell'ordine sono riuscite a individuare gli aggressori -- noti ultras del Padova Calcio -- che avevano pedinato i tifosi cremonesi fino alla sosta nella stazione di servizio.
All'operazione hanno partecipato agenti della Digos di Verona e Padova, la questura di Cremona e la sezione della Polizia Stradale di Verona.
12 febbraio 2008
Nocerina: arrestati 5 tifosi
Cinque tifosi della Nocerina sono
stati arrestati questa mattina da agenti della Digos della Questura di
Caserta per gli incidenti avvenuti prima e dopo la partita giocata
domenica scorsa allo stadio Pinto tra i molossi e la Casertana. Gli
arresti sono avvenuti in virtù della cosiddetta "flagranza differita".
Hanno tra i 20 e i 36 anni e sono tutti pregiudicati per vari reati e
già destinatari di divieti di accesso in impianti sportivi. Dovranno
rispondere di violenza a pubblico ufficiale. Sono stati individuati
grazie ai filmati girati durante gli incidenti.
calciocampania
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Taranto, Daspo in arrivo per i tifosi
Fonte: www.calciopress.net
Lo sfondamento di un cancello del settore di gradinata in occasione della gara di ieri tra Taranto ed Arezzo costerà cara ai tifosi protagonisti dell'episodio.
Se ancora una volta i controlli alle porte verranno forzati e l’anello inferiore della gradinata verrà occupato dai tifosi rossoblu la prossima gara interna con il Martina non verrà disputata. Lo rende noto la Questura di Taranto attraverso un comunicato che spiega quanto accaduto ieri prima dell’inizio della partita Taranto Arezzo. Solo la volontà di garantire l’incolumità abambini ed anziani rimasti coinvolti nella ressa ha impedito che la polizia intervenisse con decisione.
A chi si è reso responsabile dello “sfondamento” dei cancelli e dell’occupazione dell’anello inferiore della gradinata la Questura, esaminato il materiale fotografico raccolto, notificherà nelle prossime ore, come prevede la normativa vigente, il provvedimento di diffida dall’assistere a manifestazioni sportive. Riportiamo di seguito il testo integrale del comunicato.
“Ieri pomeriggio allo stadio "E.Iacovone", in concomitanza con l'inizio dell'incontro di calcio "Taranto-Arezzo", circa un migliaio di tifosi locali, privi del biglietto di ingresso o di abbonamento, dapprima hanno forzato il cordone di sbarramento delle Forze dell'Ordine all'esterno dello stadio e successivamente hanno occupato l'anello inferiore della gradinata interdetto al pubblico.
L'incredibile irruenza con la quale gli episodi si sono evoluti, avrebbe potuto determinare conseguenze ben più gravi se le Forze dell'Ordine non avessero incentrato il loro intervento soprattutto alla salvaguardia dell'incolumità di anziani e bambini presenti tra gli esagitati supporters. Considerata la gravità di quanto accaduto ieri allo Iacovone, per il prossimo incontro di calcio "Taranto-Martina", qualora simili episodi dovessero riproporsi, verrà adottato il provvedimento di "non disputa" dell'incontro, come previsto dalla normativa vigente.
Intanto, immediata è la risposta della Questura nei confronti di quei tifosi che si sono resi protagonisti di tali episodi, a cui nelle prossime ora sarà notificato il provvedimento di "divieto di accesso nei luoghi ove si svolgono manifestazioni sportive".
Lo sfondamento di un cancello del settore di gradinata in occasione della gara di ieri tra Taranto ed Arezzo costerà cara ai tifosi protagonisti dell'episodio.
Se ancora una volta i controlli alle porte verranno forzati e l’anello inferiore della gradinata verrà occupato dai tifosi rossoblu la prossima gara interna con il Martina non verrà disputata. Lo rende noto la Questura di Taranto attraverso un comunicato che spiega quanto accaduto ieri prima dell’inizio della partita Taranto Arezzo. Solo la volontà di garantire l’incolumità abambini ed anziani rimasti coinvolti nella ressa ha impedito che la polizia intervenisse con decisione.
A chi si è reso responsabile dello “sfondamento” dei cancelli e dell’occupazione dell’anello inferiore della gradinata la Questura, esaminato il materiale fotografico raccolto, notificherà nelle prossime ore, come prevede la normativa vigente, il provvedimento di diffida dall’assistere a manifestazioni sportive. Riportiamo di seguito il testo integrale del comunicato.
“Ieri pomeriggio allo stadio "E.Iacovone", in concomitanza con l'inizio dell'incontro di calcio "Taranto-Arezzo", circa un migliaio di tifosi locali, privi del biglietto di ingresso o di abbonamento, dapprima hanno forzato il cordone di sbarramento delle Forze dell'Ordine all'esterno dello stadio e successivamente hanno occupato l'anello inferiore della gradinata interdetto al pubblico.
L'incredibile irruenza con la quale gli episodi si sono evoluti, avrebbe potuto determinare conseguenze ben più gravi se le Forze dell'Ordine non avessero incentrato il loro intervento soprattutto alla salvaguardia dell'incolumità di anziani e bambini presenti tra gli esagitati supporters. Considerata la gravità di quanto accaduto ieri allo Iacovone, per il prossimo incontro di calcio "Taranto-Martina", qualora simili episodi dovessero riproporsi, verrà adottato il provvedimento di "non disputa" dell'incontro, come previsto dalla normativa vigente.
Intanto, immediata è la risposta della Questura nei confronti di quei tifosi che si sono resi protagonisti di tali episodi, a cui nelle prossime ora sarà notificato il provvedimento di "divieto di accesso nei luoghi ove si svolgono manifestazioni sportive".
11 febbraio 2008
Reato o non reato?
NARDO’ – Il giudice
monocratico della sede distaccata del Tribunale di Nardò, Giuseppe
Biondi, ha assolto con la formula «perché il fatto non costituisce
reato», i due supporters della squadra di calcio del Casarano che milita
nel campionato di Eccellenza. Si erano resi “colpevoli” dell’accensione
di due fumogeni. Le solite cose all’italiana: prima del fattaccio di
Catania (l’uccisione di Raciti) nello stadio potevi fare di tutto: da
invadere il campo a sputare e insultare arbitri e agenti; da fare una
rissa a portare sugli spalti artiglieria pesante. Ora non puoi nemmeno
gettare i coriandoli. E’ chiaro, poi, che capitano corto-circuiti come
questo. Ma agli ultras e alla polizia bisogna dire CHIARAMENTE come
comportarsi. Altrimenti saremo sempre punto e daccapo. Ora gli ultras
sanno che non succede nulla se fanno una cosa espressamente vieteta
dalla legge; gli agenti di polizia, per evitare la frustrazione di veder
vanificato il proprio lavoro, che faranno? Guarderanno dall’altra
parte? Non porteranno più le videocamere?
I due tifosi vennero arrestati il 18 gennaio scorso perché
riconosciuti, nelle riprese effettuate durante il derby col Nardò (la
partita venne giocata due giorni prima, di mercoledì), come gli autori
del lancio di fumogeni in campo.Si tratta di Mirko Manco, 26 anni, che per tre anni era stato allontanato dagli stadi per una Daspo (il divieto era comunque scaduto ben prima del derby) e di Mauro De Matteis, di 31 anni.
D’intesa con l’autorità giudiziaria, i due supporter vennero arrestati dagli agenti della della Digos.
La nuova legge sulla violenza negli stadi prevede l’arresto, entro le 48 ore dall’accadimento dei fatti, anche quando i fumogeni detenuti da chi si trova negli stadi o vicino ad essi sono spenti. E nel caso di quelli contestati ai due supporter del Casarano, non solo erano accesi ma vennero anche lanciati. L’assoluzione è stata accolta con soddisfazione negli ambienti della tifoseria casaranese.
Scritto da Biagio Valerio
su portadimare.it
Il fatto non costituisce reato…chi pagherà per questo
ingiusto arresto? E soprattutto, visto che non costituisce reato,
potremo tornare ad accendere i fumogeni, elemento essenziale ed innocuo,
per le coreografie delle curve italiane? Quando finirà il clima di
caccia alle streghe nei confronti dei tifosi? Quando è che le forze
dell’ordine riceveranno indicazioni precise onde evitare arbitrarie
interpretazioni delle legge?
8 febbraio 2008
JUVENTUS, 'LA FIGC INTERVENGA SU MORATTI'
Dopo le ennesime esternazioni di Moratti contro la loro societa' i
tifosi juventini chiedono l'intervento della FIGC poiche come scrivono
"'Noi vi stiamo dando una mano a smorzare gli animi. Datecela anche voi"
Ecco il testo della mail che i tifosi juventini stanno mandando in massa alla FIGC
"Spett.Organi Competenti della FIGC.
3° tempo: non vi chiediamo di abolirlo, anche se è sotto gli occhi di tutti che si tratta di una forzatura. Ma non è di questo che lo staff di Vecchiasignora.com vuole parlarvi.
Il 3° tempo ci dà solo l'assist per parlare di quello che è il vostro appello accorato da qualche tempo: "smorzare i toni".
Noi, come forum, ci stiamo provando e riprovando. Abbiamo sopportato la serie B per la nostra squadra, la conseguente umiliazione e perfino la revoca assurda di 2 scudetti. Adesso basta: deferitelo, punitelo! Il presidente dell'Inter Massimo Moratti sta andando oltre, sta esagerando.
L'ultima sua crociata è il sacrosanto scudetto juventino del 2002, quello che vide l'Inter capitolare all'ultima giornata sul campo di una squadra che aveva già prenotato voli e ombrelloni, intanto che la Juventus vinceva meritatamente a Udine.
Inutile dilungarsi. Fate qualcosa. Noi vi stiamo dando una mano a smorzare gli animi. Datecela anche voi.
lo staff di vecchiasignora.com
Ecco il testo della mail che i tifosi juventini stanno mandando in massa alla FIGC
"Spett.Organi Competenti della FIGC.
3° tempo: non vi chiediamo di abolirlo, anche se è sotto gli occhi di tutti che si tratta di una forzatura. Ma non è di questo che lo staff di Vecchiasignora.com vuole parlarvi.
Il 3° tempo ci dà solo l'assist per parlare di quello che è il vostro appello accorato da qualche tempo: "smorzare i toni".
Noi, come forum, ci stiamo provando e riprovando. Abbiamo sopportato la serie B per la nostra squadra, la conseguente umiliazione e perfino la revoca assurda di 2 scudetti. Adesso basta: deferitelo, punitelo! Il presidente dell'Inter Massimo Moratti sta andando oltre, sta esagerando.
L'ultima sua crociata è il sacrosanto scudetto juventino del 2002, quello che vide l'Inter capitolare all'ultima giornata sul campo di una squadra che aveva già prenotato voli e ombrelloni, intanto che la Juventus vinceva meritatamente a Udine.
Inutile dilungarsi. Fate qualcosa. Noi vi stiamo dando una mano a smorzare gli animi. Datecela anche voi.
lo staff di vecchiasignora.com
Cavese, trasferte vietate
La temuta decisione è puntualmente arrivata. Trasferte vietate a Sassuolo e Foggia per i tifosi della Cavese.
Nel pomeriggio odierno (giovedì 07/02, ndr) si è svolta la consueta riunione dell’Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive del Ministero dell’Interno. In seguito all’esame dei fatti accaduti nell'ultima giornata calcistica, l'organismo collegiale ha posto l'accento sugli episodi che hanno visto protagoniste le tifoserie del Cagliari e della Cavese prima dello svolgimento delle gare Juventus-Cagliari e Verona-Cavese.
Ebbene, i “fatti di intemperanza” delle due fazioni hanno indotto l’Osservatorio a vietare le loro prossime trasferte. I tifosi della Cavese, dunque, non potranno recarsi a Sassuolo ed a Foggia.
L’Osservatorio ha, inoltre, ritenuto opportuno invitare i tifosi che si recheranno a Cava de’Tirreni a seguire gli itinerari individuati per loro nell'ambito del piano di sicurezza adottato dalle locali autorità, «stante la particolare pericolosità mostrata dalla tifoseria Cavese a Verona».
CALCIOPRESS
Nel pomeriggio odierno (giovedì 07/02, ndr) si è svolta la consueta riunione dell’Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive del Ministero dell’Interno. In seguito all’esame dei fatti accaduti nell'ultima giornata calcistica, l'organismo collegiale ha posto l'accento sugli episodi che hanno visto protagoniste le tifoserie del Cagliari e della Cavese prima dello svolgimento delle gare Juventus-Cagliari e Verona-Cavese.
Ebbene, i “fatti di intemperanza” delle due fazioni hanno indotto l’Osservatorio a vietare le loro prossime trasferte. I tifosi della Cavese, dunque, non potranno recarsi a Sassuolo ed a Foggia.
L’Osservatorio ha, inoltre, ritenuto opportuno invitare i tifosi che si recheranno a Cava de’Tirreni a seguire gli itinerari individuati per loro nell'ambito del piano di sicurezza adottato dalle locali autorità, «stante la particolare pericolosità mostrata dalla tifoseria Cavese a Verona».
CALCIOPRESS
7 febbraio 2008
Verona-Cavese, una sola verità?
In margine agli incidenti scoppiati fuori dal Bentegodi prima della
gara tra Hellas Verona e Cavese, che hanno visto coinvolti i sostenitori
della Cavese, la ricerca della verità dovrebbe essere il solo obiettivo
da perseguire per gli organi di informazione. A maggior ragione, quando
c’è di mezzo la giustizia.
Sui fatti avvenuti domenica al Bentegodi si è detto, e scritto, forse troppo poco.
Le cronache hanno parlato di “facinorosi e teppisti”. Di supporters cavesi che nulla di meglio avrebbero avuto da fare se non sobbarcarsi centinaia di chilometri per mettere a repentaglio la propria incolumità. E quella di donne e bambini presenti fuori, perché è lì che è rimasta gran parte della gente di fede biancoblù, dall’impianto sportivo scaligero.
In un calcio travolto da episodi deprecabili, e da atti vandalici che nulla hanno a che vedere col gioco più bello del mondo, fatti del genere sono all’ordine del giorno. E’ stata proprio questa routine a far nascere una corrente di pensiero fin troppo semplicistica tra quanti si occupano di informazione. La colpa è sempre degli ultras.
Anche in questo caso, una tale corrente di pensiero è stata ampiamente seguita. Portando ad esprimere giudizi superficiali, e condanne mediatiche, senza troppi scrupoli.
Questo perché? Perché il rincorrere la notizia, e il doverla riportare il prima possibile, porta alcune volte alla superficialità, al venir meno dell’interesse per la “vera verità”. Quello che è accaduto domenica ha avuto una certa rilevanza mediatica. Ma i fatti riportati (tafferugli con le forze dell’ordine, servizi igienici distrutti, 8 arresti e 5 fermi) non sono che le conclusioni. Così, una città come Cava de’ Tirreni potrebbe vedersi incollata addosso la sgradevole etichetta di “patria di rivoltosi”.
Questo emergerebbe se ci si limitasse a tener conto di quanto si è scritto. Che potrebbe non essere tutto. A Verona erano presenti tante famiglie. Partite per il Veneto da Cava, e non solo, per seguire la formazione metelliana. Tante donne, bambini, padri di famiglia, giovani. Che ultras, cioè militanti del tifo organizzato, certo non sono.
A sentire le testimonianze di queste persone, pubblicate su alcuni siti web nonché su giornali locali, si ottiene una versione che porta alle stesse conclusioni. Ma con cause e modalità diverse. Che fanno pensare che, se qualcosa di sbagliato c’è, non è solo nella testa dei tifosi (cavesi, nel caso specifico).
In queste testimonianze si legge di una scarsa elasticità da parte delle forze dell’ordine verso i sostenitori aquilotti. Si legge di gente esasperata dalla vana attesa di poter assistere, pacificamente, allo spettacolo dopo un lungo e stressante viaggio. Si legge, ancora, di eccessi di zelo degli addetti all’ordine pubblico, forse troppo rigorosi nell’impedire l’ingresso nel settore ospiti di persone con biglietto di altro settore e di prezzo superiore.
Nelle versioni “ufficiali” quello che è trapelato, invece, è che si sia trattato di teppisti intenti e disposti al diverbio (se non a peggio) con le forze dell’ordine. Di tifosi con biglietti nominativi i cui dati non corrispondevano a quelli del possessore. E si è sostenuto che molti volessero entrare senza possederlo, un biglietto.
Quale delle due versioni è quella reale? A chi dare ragione? Qual è la verità? Probabilmente nessuna delle due lo è, in senso assoluto. E la verità sta nel mezzo. Ma, proprio per questo, esprimere giudizi affrettati non è giusto né corretto.
Sta di fatto, comunque, che gli arresti ci sono stati e le condanne arriveranno a breve. Gli 8 arrestati sono rientrati a Cava de’ Tirreni e sono in attesa della sentenza. Che, con ogni probabilità, imporrà loro il Daspo.
C’è, dunque, nel caso di specie una sola verità? Vale a dire quella resa pubblica? Quella venuta fuori da una sola delle due campane? Non dovrebbe, viceversa, essere scontato per chi è mosso dal vero spirito di cronaca guardare oltre la superficie? Andare in fondo, informandosi e informando a 360 gradi? Alla ricerca di una possibile verità nascosta?
Donne, bambini, famiglie, giovani, un lungo viaggio per la propria passione rovinato dal proprio comportamento. Non ne siamo troppo convinti. Così come siamo convinti che la verità non cade dal cielo. E che le parole, prima di essere scritte, debbano essere pesate e pensate. Specie quando si ha a che fare con popoli civili quali quelli di Verona e Cava de’ Tirreni, non si possono diffondere notizie parziali che tanto male possono fare a chi ne è, suo malgrado, protagonista.
La velleitaria speranza è che, per gli episodi di violenza, ci sia sempre chiarezza da parte di chi indaga. E che la giustizia faccia il suo corso, senza superficialità e/o pregiudizi. Così come l’informazione. Che dovrebbe scavare, sempre e comunque, alla ricerca della verità vera. Se mai esiste.
Davide Lamberti
FONTE: CalcioPress.net
Sui fatti avvenuti domenica al Bentegodi si è detto, e scritto, forse troppo poco.
Le cronache hanno parlato di “facinorosi e teppisti”. Di supporters cavesi che nulla di meglio avrebbero avuto da fare se non sobbarcarsi centinaia di chilometri per mettere a repentaglio la propria incolumità. E quella di donne e bambini presenti fuori, perché è lì che è rimasta gran parte della gente di fede biancoblù, dall’impianto sportivo scaligero.
In un calcio travolto da episodi deprecabili, e da atti vandalici che nulla hanno a che vedere col gioco più bello del mondo, fatti del genere sono all’ordine del giorno. E’ stata proprio questa routine a far nascere una corrente di pensiero fin troppo semplicistica tra quanti si occupano di informazione. La colpa è sempre degli ultras.
Anche in questo caso, una tale corrente di pensiero è stata ampiamente seguita. Portando ad esprimere giudizi superficiali, e condanne mediatiche, senza troppi scrupoli.
Questo perché? Perché il rincorrere la notizia, e il doverla riportare il prima possibile, porta alcune volte alla superficialità, al venir meno dell’interesse per la “vera verità”. Quello che è accaduto domenica ha avuto una certa rilevanza mediatica. Ma i fatti riportati (tafferugli con le forze dell’ordine, servizi igienici distrutti, 8 arresti e 5 fermi) non sono che le conclusioni. Così, una città come Cava de’ Tirreni potrebbe vedersi incollata addosso la sgradevole etichetta di “patria di rivoltosi”.
Questo emergerebbe se ci si limitasse a tener conto di quanto si è scritto. Che potrebbe non essere tutto. A Verona erano presenti tante famiglie. Partite per il Veneto da Cava, e non solo, per seguire la formazione metelliana. Tante donne, bambini, padri di famiglia, giovani. Che ultras, cioè militanti del tifo organizzato, certo non sono.
A sentire le testimonianze di queste persone, pubblicate su alcuni siti web nonché su giornali locali, si ottiene una versione che porta alle stesse conclusioni. Ma con cause e modalità diverse. Che fanno pensare che, se qualcosa di sbagliato c’è, non è solo nella testa dei tifosi (cavesi, nel caso specifico).
In queste testimonianze si legge di una scarsa elasticità da parte delle forze dell’ordine verso i sostenitori aquilotti. Si legge di gente esasperata dalla vana attesa di poter assistere, pacificamente, allo spettacolo dopo un lungo e stressante viaggio. Si legge, ancora, di eccessi di zelo degli addetti all’ordine pubblico, forse troppo rigorosi nell’impedire l’ingresso nel settore ospiti di persone con biglietto di altro settore e di prezzo superiore.
Nelle versioni “ufficiali” quello che è trapelato, invece, è che si sia trattato di teppisti intenti e disposti al diverbio (se non a peggio) con le forze dell’ordine. Di tifosi con biglietti nominativi i cui dati non corrispondevano a quelli del possessore. E si è sostenuto che molti volessero entrare senza possederlo, un biglietto.
Quale delle due versioni è quella reale? A chi dare ragione? Qual è la verità? Probabilmente nessuna delle due lo è, in senso assoluto. E la verità sta nel mezzo. Ma, proprio per questo, esprimere giudizi affrettati non è giusto né corretto.
Sta di fatto, comunque, che gli arresti ci sono stati e le condanne arriveranno a breve. Gli 8 arrestati sono rientrati a Cava de’ Tirreni e sono in attesa della sentenza. Che, con ogni probabilità, imporrà loro il Daspo.
C’è, dunque, nel caso di specie una sola verità? Vale a dire quella resa pubblica? Quella venuta fuori da una sola delle due campane? Non dovrebbe, viceversa, essere scontato per chi è mosso dal vero spirito di cronaca guardare oltre la superficie? Andare in fondo, informandosi e informando a 360 gradi? Alla ricerca di una possibile verità nascosta?
Donne, bambini, famiglie, giovani, un lungo viaggio per la propria passione rovinato dal proprio comportamento. Non ne siamo troppo convinti. Così come siamo convinti che la verità non cade dal cielo. E che le parole, prima di essere scritte, debbano essere pesate e pensate. Specie quando si ha a che fare con popoli civili quali quelli di Verona e Cava de’ Tirreni, non si possono diffondere notizie parziali che tanto male possono fare a chi ne è, suo malgrado, protagonista.
La velleitaria speranza è che, per gli episodi di violenza, ci sia sempre chiarezza da parte di chi indaga. E che la giustizia faccia il suo corso, senza superficialità e/o pregiudizi. Così come l’informazione. Che dovrebbe scavare, sempre e comunque, alla ricerca della verità vera. Se mai esiste.
Davide Lamberti
FONTE: CalcioPress.net
6 febbraio 2008
SOLI CONTRO TUTTI ...... Come SEMPRE !!
La notizia più bella di oggi è sicuramente quella che i ragazzi sono stati "liberati" .....
.... posso capire i giornalisti veneti che approfittano di "situazioni" come quella di domenica per sguazzare ( voce del verbo sguazzare ) nelle solite storielle nord-SUD facendo riferimento alla munnezza, i campani, i napoletani, le secessione ( meglio na successione per loro .... ), la divisione, le camice verdi ..... etc etc ma i giornalisti ( ?? ) di casa nostra .... be anche loro ( del resto come sempre ..... be allora che fai ti meravigli????? ) preferiscono la disinformazione che di solito si usa ( o meglio si usava .... ) negli STATI sotto DITTATURA ( non dettatura ... )
Forse la verità non interessa a nessuno visto che la società parla di "isolare i teppisti" mentre l'illustrissimo primo cittadino parla di una "città disonorata" , giusto perchè la cosa più facile è quella di dare la colpa agli ULTRAS della CURVA SUD CATELLO MARI .... tanto si sa so drogati, delinquenti, nullafacenti etc ect ....
Quindi risulta ininfluente ai fini della condanna mediatica che tutti i tifosi rimasti fuori erano muniti di regolare biglietto, che chi doveva farlo poteva tranquillamente aspettare perchè era in arrivo un delegato della società Verona, che nessun cancello è stato sfondato, che fuori si trovavano tranquille famiglie visto che i famigerati ULTRAS erano all'interno del settore ospiti perchè muniti di regolare biglietto d'ingresso più documento di riconoscimento dopo aver passato una marea di tornelli ( cazzo manco alla Banca d'Italia .... ) ...... che la carica nel parcheggio è avvenuta senza un valido motivo verso donne, bambini .... ( un pò come quando si dice : che fai spari sulla croce rossa ?? ) con una furia inaudita ..... ma come già detto la colpa è degli ULTRAS ..... perchè ? Perchè non si sono fatti i cazzi loro ..... si poteva restare al proprio posto, si poteva continuare a cantare ( il bentegodi tremava ), ci si poteva girare dall'altra parte ..... invece no sono scesi per difendere gli altri CAVAJUOLI senza pensarci più di tanto ....
Ci sarebbe tanto ancora da dire o da vomitare ma mi fermo perchè sono stato travolto da un pò di malinconia ( che non guasta mai ... ) ma non prima di aver riportato qualche stralcio delle prime dichiarazioni dell'Avv. G.A. di Udine ( che difende i ragazzi ):
"ci tengo subito a precisare che a differenza di come riportato nessuno degli 8 arrestati era privo di carta d'identità o di regolare biglietto per il settore ospiti"
"Voglio anche sottolineare che lo spray urticante è stato usato dalle forze di polizia presenti e non come qualcuno ha riportato, dagli 8 tifosi"
"Per quanto riguarda le loro condizioni posso dire che uno di loro ha riportato un vistoso taglio al capo suturato con 8-10 punti probabilmente ( sicuramente ) dovuto all'uso improprio del manganello, mentre altri due avevano ancora i segni evidenti sugli occhi dello spray urticante"
fonte: contursiacida.blogspot.com
.... posso capire i giornalisti veneti che approfittano di "situazioni" come quella di domenica per sguazzare ( voce del verbo sguazzare ) nelle solite storielle nord-SUD facendo riferimento alla munnezza, i campani, i napoletani, le secessione ( meglio na successione per loro .... ), la divisione, le camice verdi ..... etc etc ma i giornalisti ( ?? ) di casa nostra .... be anche loro ( del resto come sempre ..... be allora che fai ti meravigli????? ) preferiscono la disinformazione che di solito si usa ( o meglio si usava .... ) negli STATI sotto DITTATURA ( non dettatura ... )
Forse la verità non interessa a nessuno visto che la società parla di "isolare i teppisti" mentre l'illustrissimo primo cittadino parla di una "città disonorata" , giusto perchè la cosa più facile è quella di dare la colpa agli ULTRAS della CURVA SUD CATELLO MARI .... tanto si sa so drogati, delinquenti, nullafacenti etc ect ....
Quindi risulta ininfluente ai fini della condanna mediatica che tutti i tifosi rimasti fuori erano muniti di regolare biglietto, che chi doveva farlo poteva tranquillamente aspettare perchè era in arrivo un delegato della società Verona, che nessun cancello è stato sfondato, che fuori si trovavano tranquille famiglie visto che i famigerati ULTRAS erano all'interno del settore ospiti perchè muniti di regolare biglietto d'ingresso più documento di riconoscimento dopo aver passato una marea di tornelli ( cazzo manco alla Banca d'Italia .... ) ...... che la carica nel parcheggio è avvenuta senza un valido motivo verso donne, bambini .... ( un pò come quando si dice : che fai spari sulla croce rossa ?? ) con una furia inaudita ..... ma come già detto la colpa è degli ULTRAS ..... perchè ? Perchè non si sono fatti i cazzi loro ..... si poteva restare al proprio posto, si poteva continuare a cantare ( il bentegodi tremava ), ci si poteva girare dall'altra parte ..... invece no sono scesi per difendere gli altri CAVAJUOLI senza pensarci più di tanto ....
Ci sarebbe tanto ancora da dire o da vomitare ma mi fermo perchè sono stato travolto da un pò di malinconia ( che non guasta mai ... ) ma non prima di aver riportato qualche stralcio delle prime dichiarazioni dell'Avv. G.A. di Udine ( che difende i ragazzi ):
"ci tengo subito a precisare che a differenza di come riportato nessuno degli 8 arrestati era privo di carta d'identità o di regolare biglietto per il settore ospiti"
"Voglio anche sottolineare che lo spray urticante è stato usato dalle forze di polizia presenti e non come qualcuno ha riportato, dagli 8 tifosi"
"Per quanto riguarda le loro condizioni posso dire che uno di loro ha riportato un vistoso taglio al capo suturato con 8-10 punti probabilmente ( sicuramente ) dovuto all'uso improprio del manganello, mentre altri due avevano ancora i segni evidenti sugli occhi dello spray urticante"
fonte: contursiacida.blogspot.com
5 febbraio 2008
H. Verona – Cavese : scontri e bugie !
CAVA DE’ TIRRENI. Sono tutti rientrati, nella tarda serata
di ieri, a Cava de’ Tirreni gli 8 tifosi arrestati durante la partita
Verona-Cavese valida per la 22esima giornata. Dopo una nottata nel
carcere di Verona Montorio gli otto tifosi biancoblù sono stati
scarcerati ieri pomeriggio, verso le ore 17.30, dopo aver concluso le
pratiche burocratiche di rito. Per tutti è stato convalidato l’arresto,
ma non la custodia cautelare in carcere. Il Giudice Monocratico Di
Camillo, del Tribunale di Verona ha preferito applicare solo la misura
cautelare dell’obbligo di dimora a Cava de’ Tirreni.
Permettendo, quindi, agli 8 imputati (Luigi Vitale, classe ’71), Andrea Alfieri (’85), Umberto Sorrentino (’77), Antonio Ferrara (’81), Angelo Salsano (’74), Giovanni Ragosta (’79), Claudio Vernacchio (’85) ed Enrico Coppola (’87)), di poter fare ritorno nelle proprie case. E’ iniziato anche il processo per direttissima che è stato rinviato per l’audizione dei testi al 19 febbraio. Il giudice, inoltre, non ha fatto alcuna distinzione tra chi aveva precedenti penali e chi no, applicando a tutti gli 8 imputati la stessa misura cautelare.
Per loro ed altri 5 tifosi fermati e poi rilasciati domenica è in arrivo il Daspo per almeno 3 mesi. La difesa degli tifosi è stata affidata all’avv. metelliano Mario Secondino che si avvalso della collaborazione del collega di Udine, avvocato Giovanni Adani. Quest’ultimo è stato contattato telefonicamente ieri pomeriggio proprio mentre attendeva la scarcerazione degli 8 tifosi all’esterno della casa circondariale di Verona Montorio: «Sono contento di come è andata finora e credo – ha spiegato l’avv. Adani – che durante il dibattimento avremo buone possibilitá per ottenere l’assoluzione dei nostri assistiti. In questo senso sono molto fiducioso perché sin dai primi riscontri, in base alle relazioni ed alle prove fotografiche, ho potuto notare alcune incongruenze. Nelle foto nessuno degli imputati è ritratto in atteggiamenti violenti. Al momento, soltanto la posizione di uno degli otto assistiti sembra più delicata e vedremo nei prossimi giorni se cercare o meno un rito alternativo».
L’avvocato Adani si è poi soffermato sulla dinamica degli incidenti e sulle condizioni dei suoi assistiti. «Ci tengo subito a precisare che a differenza di come riportato nessuno degli 8 arrestati era privo di carta d’identitá o di regolare biglietto per il settore ospiti. Gli arresti, infatti, sono avvenuti tutti all’interno del Bentegodi e l’ ispettore di polizia, nella sua relazione davanti al giudice, ha confermato che i miei assistiti erano giá all’interno dell’impianto e tutti con regolare biglietto e documento di riconoscimento. Inoltre, voglia anche sottolineare che lo spray urticante è stato usato dalle forze di polizia presenti e non, come qualcuno ha riportato, dagli 8 tifosi. Per quanto riguarda le loro condizioni posso dire che uno di loro ha riportato un vistoso taglio al capo suturato con 8-10 punti, probabilmente dovuto all’uso improprio del manganello da parte di qualche tutore dell’ordine, mentre altri 2 di loro oggi(ieri per chi leggi, ndr) avevano ancora i segni evidenti sugli occhi dello spray urticante».
da La Città , Andrea De Caro
Permettendo, quindi, agli 8 imputati (Luigi Vitale, classe ’71), Andrea Alfieri (’85), Umberto Sorrentino (’77), Antonio Ferrara (’81), Angelo Salsano (’74), Giovanni Ragosta (’79), Claudio Vernacchio (’85) ed Enrico Coppola (’87)), di poter fare ritorno nelle proprie case. E’ iniziato anche il processo per direttissima che è stato rinviato per l’audizione dei testi al 19 febbraio. Il giudice, inoltre, non ha fatto alcuna distinzione tra chi aveva precedenti penali e chi no, applicando a tutti gli 8 imputati la stessa misura cautelare.
Per loro ed altri 5 tifosi fermati e poi rilasciati domenica è in arrivo il Daspo per almeno 3 mesi. La difesa degli tifosi è stata affidata all’avv. metelliano Mario Secondino che si avvalso della collaborazione del collega di Udine, avvocato Giovanni Adani. Quest’ultimo è stato contattato telefonicamente ieri pomeriggio proprio mentre attendeva la scarcerazione degli 8 tifosi all’esterno della casa circondariale di Verona Montorio: «Sono contento di come è andata finora e credo – ha spiegato l’avv. Adani – che durante il dibattimento avremo buone possibilitá per ottenere l’assoluzione dei nostri assistiti. In questo senso sono molto fiducioso perché sin dai primi riscontri, in base alle relazioni ed alle prove fotografiche, ho potuto notare alcune incongruenze. Nelle foto nessuno degli imputati è ritratto in atteggiamenti violenti. Al momento, soltanto la posizione di uno degli otto assistiti sembra più delicata e vedremo nei prossimi giorni se cercare o meno un rito alternativo».
L’avvocato Adani si è poi soffermato sulla dinamica degli incidenti e sulle condizioni dei suoi assistiti. «Ci tengo subito a precisare che a differenza di come riportato nessuno degli 8 arrestati era privo di carta d’identitá o di regolare biglietto per il settore ospiti. Gli arresti, infatti, sono avvenuti tutti all’interno del Bentegodi e l’ ispettore di polizia, nella sua relazione davanti al giudice, ha confermato che i miei assistiti erano giá all’interno dell’impianto e tutti con regolare biglietto e documento di riconoscimento. Inoltre, voglia anche sottolineare che lo spray urticante è stato usato dalle forze di polizia presenti e non, come qualcuno ha riportato, dagli 8 tifosi. Per quanto riguarda le loro condizioni posso dire che uno di loro ha riportato un vistoso taglio al capo suturato con 8-10 punti, probabilmente dovuto all’uso improprio del manganello da parte di qualche tutore dell’ordine, mentre altri 2 di loro oggi(ieri per chi leggi, ndr) avevano ancora i segni evidenti sugli occhi dello spray urticante».
da La Città , Andrea De Caro
Curva Nord: non autorizzata
Christian: «Contro il decreto abbiamo deciso di non esporre gli striscioni»
Nati 5 anni fa, si distinguono per la scelta di uno stile alternativo
Ha solo cinque anni, festeggiati con una mega fumogenata e una torciata d’altri tempi, ma è già tra i gruppi più apprezzati del panorama cosentino riconosciuto anche nel resto d’Italia. La Curva Nord Cosenza nasce dall’unione di due comitive, i Wolwes fans e i Brutium Fans e dalla sua prima apparizione negli stadi d’Italia non ha mai fatto mancare il proprio incoraggiamento ai lupi. Nonostante la serie e le dirigenze. In tutto un centinaio di ultrà che dalla curva Catena resistono alle mode e ai decreti con la mentalità che li contraddistingue.
“Quella degli NS e e degli Autentici Curva Nord – spiega Christian, artefice della nascita del gruppo – Siamo partiti cinque anni fa in serie B e ora ci ritroviamo in D. Abbiamo vissuto la stagione delle due squadre, scegliendo di sostenere la storia del Cosenza calcio 1914, e abbiamo subito le dirigenze incapaci. Nonostante tutto siamo aumentati tantissimo di numero e dai pochi di un tempo ora siamo almeno in 100-150. Siamo sempre partiti al seguito dei lupi. Non ci spaventano né i chilometri né i campi in terra battuta. Del resto questa è la mentalità inculcataci dagli Autentici. Noi siamo cresciuti con loro, con persone che ci hanno fatto capire cosa vuol dire essere ultrà, esserlo tutta la settimana. E le nostre scelte sono piaciute, non ha caso in curva nord ci hanno seguito anche “vecchi” sconvolti, e il numero di presenze è aumentato”. Da una parte la curva nord, dall’altra la sud, con il “grosso” del tifo silano. Due modi diversi di intendere lo stadio e la passione per i “due colori magici”. Ma senza contrapposizioni. “Siamo tutti Ultrà Cosenza - dice ancora Christian - Non esiste nessuna contrapposizione anche se qualcuno vuole crearla ad arte. Cosa impossibile anche solo da pensare, visto che partiamo quasi sempre insieme, e durante la settimana usciamo e ci confrontiamo di continuo. Abbiamo massimo rispetto per tutta la Sud, soprattutto per l’Alkool Group, le Brigate, Amantea, e i Rebel”. La Nord, ha comunque scelto un modo diverso di rapportarsi al decreto che prevede l’ingresso di striscioni negli stadi solo dietro denuncia alle autorità. Non a caso il primo coro che viene cantato ad ogni partita è “Noi non siamo autorizzati”. “Abbiamo deciso di non piegarci - dice ancora il portavoce del gruppo - Non vogliamo imposizioni e per questo gli striscioni non li esponiamo proprio. Lo abbiamo fatto solo per festeggiare i nostri cinque anni, tutti insieme, accendendo anche torce e fumogeni, rischiando tutti la denuncia. Non ci va la criminalizzazione degli ultrà. Ci hanno paragonato ai delinquenti, ma la violenza negli stadi non arriva da uno stendardo o una bandiera, secondo noi arriva dal malessere della società. Come può esserci violenza per strada, nelle piazze, in un bar, sul posto di lavoro, lo stesso può accadere allo stadio. A vedere le partite ci va la stessa gente che durante la settimana fa altro. Per dire no al decreto abbiamo deciso di non esporre striscioni. In trasferta, però, per dare un segno della nostra presenza, portiamo una maglietta da calcio con la scritta Curva Nord, una maglietta confezionata in occasione di un torneo ultrà organizzato dagli amici di Ancona”. Sempre legata al decreto, anche la coreografia più bella e importante. Contro il Pomigliano, la scorsa stagione: prima è stato esposto uno striscione con la scritta “Modello inglese” con alcuni ultrà vestiti da steward a controllare il resto del gruppo seduto e silente, poi lo striscione “Modello Ultras”, con bandiere, sciarpe e un gran tifo vocale. Per il resto i ricordi più belli sono legati alle trasferte. “Quella di Cagliari, nel primo anno di Curva Nord – spiega Christian - In tutto eravamo in sei, tra Sud e Nord. Alle 2 di notte in aeroporto abbiamo subito un agguato da parte dei cagliaritani, ma siamo rimasti uniti respingendoli fuori dalla sala d’attesa. Ma ricordiamo con piacere anche Pomigliano e Licata”. Per quanto riguarda le amicizie, “c’è il rispetto di tutte quelle della curva sud. Siamo molto legati ai fratelli di Casarano, e poi Ancona, Campobasso, Giarre e Atalanta”. Oltre alle amicizie, gli Ultrà Curva Nord, si distinguono anche nel sociale. Diversi gli striscioni esposti (decreto permettendo) contro le ingiustizie che ogni giorni si verificano nel mondo. Messaggi lanciati anche tramite il sito internet e la trasmissione radiofonica settimanale che va in onda su Radio Ciroma. “Questo - conclude Christian -, del resto, è il nostro modo di vivere la curva e l’essere ultrà. Andiamo sempre oltre il pallone. Siamo tifosi, ma anche goliardici, antirazzisti, ironici e attivi. E nessuno ci farà cambiare. Mai”.
Nati 5 anni fa, si distinguono per la scelta di uno stile alternativo
Ha solo cinque anni, festeggiati con una mega fumogenata e una torciata d’altri tempi, ma è già tra i gruppi più apprezzati del panorama cosentino riconosciuto anche nel resto d’Italia. La Curva Nord Cosenza nasce dall’unione di due comitive, i Wolwes fans e i Brutium Fans e dalla sua prima apparizione negli stadi d’Italia non ha mai fatto mancare il proprio incoraggiamento ai lupi. Nonostante la serie e le dirigenze. In tutto un centinaio di ultrà che dalla curva Catena resistono alle mode e ai decreti con la mentalità che li contraddistingue.
“Quella degli NS e e degli Autentici Curva Nord – spiega Christian, artefice della nascita del gruppo – Siamo partiti cinque anni fa in serie B e ora ci ritroviamo in D. Abbiamo vissuto la stagione delle due squadre, scegliendo di sostenere la storia del Cosenza calcio 1914, e abbiamo subito le dirigenze incapaci. Nonostante tutto siamo aumentati tantissimo di numero e dai pochi di un tempo ora siamo almeno in 100-150. Siamo sempre partiti al seguito dei lupi. Non ci spaventano né i chilometri né i campi in terra battuta. Del resto questa è la mentalità inculcataci dagli Autentici. Noi siamo cresciuti con loro, con persone che ci hanno fatto capire cosa vuol dire essere ultrà, esserlo tutta la settimana. E le nostre scelte sono piaciute, non ha caso in curva nord ci hanno seguito anche “vecchi” sconvolti, e il numero di presenze è aumentato”. Da una parte la curva nord, dall’altra la sud, con il “grosso” del tifo silano. Due modi diversi di intendere lo stadio e la passione per i “due colori magici”. Ma senza contrapposizioni. “Siamo tutti Ultrà Cosenza - dice ancora Christian - Non esiste nessuna contrapposizione anche se qualcuno vuole crearla ad arte. Cosa impossibile anche solo da pensare, visto che partiamo quasi sempre insieme, e durante la settimana usciamo e ci confrontiamo di continuo. Abbiamo massimo rispetto per tutta la Sud, soprattutto per l’Alkool Group, le Brigate, Amantea, e i Rebel”. La Nord, ha comunque scelto un modo diverso di rapportarsi al decreto che prevede l’ingresso di striscioni negli stadi solo dietro denuncia alle autorità. Non a caso il primo coro che viene cantato ad ogni partita è “Noi non siamo autorizzati”. “Abbiamo deciso di non piegarci - dice ancora il portavoce del gruppo - Non vogliamo imposizioni e per questo gli striscioni non li esponiamo proprio. Lo abbiamo fatto solo per festeggiare i nostri cinque anni, tutti insieme, accendendo anche torce e fumogeni, rischiando tutti la denuncia. Non ci va la criminalizzazione degli ultrà. Ci hanno paragonato ai delinquenti, ma la violenza negli stadi non arriva da uno stendardo o una bandiera, secondo noi arriva dal malessere della società. Come può esserci violenza per strada, nelle piazze, in un bar, sul posto di lavoro, lo stesso può accadere allo stadio. A vedere le partite ci va la stessa gente che durante la settimana fa altro. Per dire no al decreto abbiamo deciso di non esporre striscioni. In trasferta, però, per dare un segno della nostra presenza, portiamo una maglietta da calcio con la scritta Curva Nord, una maglietta confezionata in occasione di un torneo ultrà organizzato dagli amici di Ancona”. Sempre legata al decreto, anche la coreografia più bella e importante. Contro il Pomigliano, la scorsa stagione: prima è stato esposto uno striscione con la scritta “Modello inglese” con alcuni ultrà vestiti da steward a controllare il resto del gruppo seduto e silente, poi lo striscione “Modello Ultras”, con bandiere, sciarpe e un gran tifo vocale. Per il resto i ricordi più belli sono legati alle trasferte. “Quella di Cagliari, nel primo anno di Curva Nord – spiega Christian - In tutto eravamo in sei, tra Sud e Nord. Alle 2 di notte in aeroporto abbiamo subito un agguato da parte dei cagliaritani, ma siamo rimasti uniti respingendoli fuori dalla sala d’attesa. Ma ricordiamo con piacere anche Pomigliano e Licata”. Per quanto riguarda le amicizie, “c’è il rispetto di tutte quelle della curva sud. Siamo molto legati ai fratelli di Casarano, e poi Ancona, Campobasso, Giarre e Atalanta”. Oltre alle amicizie, gli Ultrà Curva Nord, si distinguono anche nel sociale. Diversi gli striscioni esposti (decreto permettendo) contro le ingiustizie che ogni giorni si verificano nel mondo. Messaggi lanciati anche tramite il sito internet e la trasmissione radiofonica settimanale che va in onda su Radio Ciroma. “Questo - conclude Christian -, del resto, è il nostro modo di vivere la curva e l’essere ultrà. Andiamo sempre oltre il pallone. Siamo tifosi, ma anche goliardici, antirazzisti, ironici e attivi. E nessuno ci farà cambiare. Mai”.
4 febbraio 2008
Verona, incidenti tra polizia e ultras Cavese
Verona, incidenti tra polizia e ultras Cavese
A seguito di violenti scontri tra tifosi e forze dell’ordine, avvenuti fuori dal Bentegodi immediatamente prima della gara Hellas Verona-Cavese, la polizia ha proceduto a 8 arresti e 5 denunce. Sono tutti ultras della squadra campana
Otto tifosi campani sono stati arrestati, e cinque denunciati a piede libero, dopo una serie di violenti scontri con le forze dell'ordine scoppiati all'esterno dello stadio Bentegodi.
I tafferugli sono scoppiati immediatamente prima di Verona-Cavese. Tutto si è svolto immediatamente prima dell'incontro Verona-Cavese. La gara è stata poi persa dall’Hellas per 0-1.
Gli scontri sono scoppiati quando un centinaio di supporters della Cavese, giunti a Verona senza biglietti, hanno cercato di sfondare i cancelli.
Dalla curva, 300 tifosi si sono precipitati giù per dare man forte ai loro amici. Alcuni hanno utilizzato cinture come oggetti di offesa e spruzzato spray urticante contro le forze di polizia.
Negli incidenti, quattro agenti sono rimasti feriti. Sarebbe rimasto contuso anche uno steward dell'Hellas Verona.
L’età delle persone coinvolte nei tafferugli, a quanto si apprende, è compresa tra i 20 e i 40 anni. Esse risultano tutte residenti a Cava dei Tirreni. Sono accusati di resistenza e violenza a pubblico ufficiale, lesioni, danneggiamento.
CALCIOPRESS
A seguito di violenti scontri tra tifosi e forze dell’ordine, avvenuti fuori dal Bentegodi immediatamente prima della gara Hellas Verona-Cavese, la polizia ha proceduto a 8 arresti e 5 denunce. Sono tutti ultras della squadra campana
Otto tifosi campani sono stati arrestati, e cinque denunciati a piede libero, dopo una serie di violenti scontri con le forze dell'ordine scoppiati all'esterno dello stadio Bentegodi.
I tafferugli sono scoppiati immediatamente prima di Verona-Cavese. Tutto si è svolto immediatamente prima dell'incontro Verona-Cavese. La gara è stata poi persa dall’Hellas per 0-1.
Gli scontri sono scoppiati quando un centinaio di supporters della Cavese, giunti a Verona senza biglietti, hanno cercato di sfondare i cancelli.
Dalla curva, 300 tifosi si sono precipitati giù per dare man forte ai loro amici. Alcuni hanno utilizzato cinture come oggetti di offesa e spruzzato spray urticante contro le forze di polizia.
Negli incidenti, quattro agenti sono rimasti feriti. Sarebbe rimasto contuso anche uno steward dell'Hellas Verona.
L’età delle persone coinvolte nei tafferugli, a quanto si apprende, è compresa tra i 20 e i 40 anni. Esse risultano tutte residenti a Cava dei Tirreni. Sono accusati di resistenza e violenza a pubblico ufficiale, lesioni, danneggiamento.
CALCIOPRESS
VERONA: ARRESTATI 8 TIFOSI DELLA CAVESE
ANSA
Otto tifosi campani sono stati arrestati dopo scontri con le forze dell'ordine all'esterno dello stadio Bentegodi, prima di Verona-Cavese. Cinque le denunce. Gli scontri sono scoppiati quando un centinaio di supporter della Cavese, a Verona senza biglietti, hanno cercato di sfondare i cancelli. Dalla curva, 300 tifosi si sono precipitati giu' per dar man forte ai loro amici. Alcuni hanno utilizzato cinture come oggetti di offesa e spruzzato spray urticante contro le forze di polizia.
Otto tifosi campani sono stati arrestati dopo scontri con le forze dell'ordine all'esterno dello stadio Bentegodi, prima di Verona-Cavese. Cinque le denunce. Gli scontri sono scoppiati quando un centinaio di supporter della Cavese, a Verona senza biglietti, hanno cercato di sfondare i cancelli. Dalla curva, 300 tifosi si sono precipitati giu' per dar man forte ai loro amici. Alcuni hanno utilizzato cinture come oggetti di offesa e spruzzato spray urticante contro le forze di polizia.
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