ANCONA - Dovevano tenersi alla larga dallo stadio, proprio per i loro precedenti di ultrà troppo focosi. Invece tre tifosi dell’Ancona si sono fatti beccate in zona proibita, a neanche due ore dall’inizio del match con il Perugia, e per di più ben muniti di arnesi da guerriglia urbana, due tirapugni, un coltello a scatto con lama da dieci centimetri e una pesante torcia segnaletica lunga mezzo metro. Proprio nel giorno meno indicato, perché la questura aveva predisposto un imponente servizio d’ordine (250 uomini, soprattutto poliziotti, ma anche carabinieri e finanzieri) per la partita in calendario al Del Conero, considerata da alto rischio anche per i trascorsi spesso bellicosi tra la tifoseria dorica e quella del Grifo. A. P., 31 anni, R. R., 30, e M. M., 25, tutti di Ancona, sono stati arrestati dalla polizia per violazione del Daspo, il provvedimento del questore che gli vietava di frequentare manifestazioni sportive, e possesso di armi in ambito di manifestazione sportiva, una norma specifica introdotta di recente da un pacchetto varato per rendere più sicuri gli stadi.
Un quarto giovane che era con loro (V.F. le sue iniziali, 21 anni) è stato denunciato a piede libero perché a differenza degli altri non aveva un Daspo a carico. I quattro ultrà biancorossi ieri pomeriggio erano a bordo di una Polo appostata lungo la statale Adriatica quando poco prima dell’una, all’altezza del distributore Api di Pontelungo, a circa tre chilometri dallo stadio, sono incappati in una volante della questura. Poco prima dell’alt dai finestrini dell’auto sono volati via una nocchiera in metallo, che serve come tirapugni, e un coltello a scatto, recuperati poi dalla polizia. Nell’abitacolo gli agenti hanno trovato anche una torcia a fuoco, di quelle che si utilizzano di notte per segnalare deviazioni o incidenti stradali. Anche spenta è una pesante mazza. Così è scattato l’arresto, anche perché il gruppo di ultrà biancorossi era proprio appostato lungo la strada che di lì a poco sarebbe stata percorsa dai tifosi perugini diretti al Del Conero. La polizia ritiene che i quattro stessero preparando un’imboscata aspettando il passaggio di auto di tifosi umbri. A.P., un bancarellaro piuttosto conosciuto in città, era stato arrestato un anno fa con altri tre tifosi dorici per gli incidenti scoppiati allo stadio Curi di Perugia il 9 ottobre, in occasione della trasferta dell’Ancona. E proprio per quell’episodio era stato sottoposto a Daspo. “Non avevo nulla di proibito, non c’entro niente”, ha fatto in tempo A.P. a dire al suo avvocato, che questa mattina lo difenderà nell’udienza di convalida prevista in tribunale per i tre arrestati. Anche più di recente, in occasione di una gara a Perugia per la Coppa Italia, c’erano stati attriti tra le due tifoserie. La questura dorica non s’è fatta cogliere impreparata e ha messo in campo un dispositivo di sicurezza davvero massiccio, coordinato dal questore Giorgio Iacobone, con Volanti di rinforzo, centinaia di agenti del reparto Mobile, e tante pattuglie e un elicottero a fare prevenzione allo stadio e lungo i percorsi d’accesso. Un’opera di “filtraggio” che ha consentito anche di intercettare a bordo dei pullman dei perugini alcuni arnesi non proprio da tifosi pacifici. Alcune aste di bandiera erano legate a fascio col nastro adesivo, per funzionare come spranghe, e c’erano mattonelle e bottiglie di vetro. Anche alcuni tifosi umbri ora rischiano la denuncia.
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