Ieri mattina le Procure di Roma e Milano sono state protagoniste. A Roma la polizia ha consegnato ai magistrati che seguono l'inchiesta sugli incidenti di domenica 11 alcune ricostruzioni e i nomi di sei persone identificate e che potrebbero essere iscritte nel registro degli indagati con l'accusa di «eversione». A Milano c'è stata la prima condanna per gli scontri sempre dell' 11 dopo che era stato deciso di non disputare Inter-Lazio: otto mesi di obbligo di firma a un 18enne arrestato dai carabinieri.
INDAGINI ROMANE La Digos non ha gradito che dalla Procura fosse stato comunicato il ricevimento della relazione con i nomi dei primi sei identificati degli assalitori della caserma delle volanti in via Guido Reni. In realtà si tratta di un momento molto delicato delle indagini. L'assalto alle caserme era preordinato, questo spiegano nella loro ricostruzione ai magistrati gli uomini della Digos, per questo i facinorosi avevano messo a punto sistemi per non essere identificati, ma non è bastato. «Certo ci vorrà ancora un po' di tempo, ma stiamo procedendo», dicono in questura. In realtà il lavoro è svolto con l'ausilio di un sofisticato programma di computer che sta esaminando le foto di domenica 11 con quelle migliaia di scatti che la Scientifica in questi anni ha archiviato. Un lavoro enorme, ma che comincia a dare i suoi frutti.
TECNICHE D'INDAGINE Lavoro certosino più che altro, visto che domenica 11 a Roma pioveva e i bengala accesi dagli ultrà avevano creato anche un sottile strato di fumo che rendeva difficile anche le riprese delle telecamere. Tutto questo non sta facendo demordere gli investigatori. La polizia sta andando avanti con la Scientifica, ma anche i carabinieri che hanno subito l'assalto alla caserma di via Flaminia, hanno inviato le immagini al Ris che sta effettuando i riscontri. In seguito ci sarà l'accorpamento del lavoro dei due nuclei per consegnare l'informativa finale alla magistratura con tutte le persone alle quali sarà dato «nome e cognome ».
EVERSIONE L'identificazione non può essere approssimativa. Il capo del pool antiterrorismo di Roma, Franco Ionta, che coordina i pm Pietro Saviotti e Caterina Caputo, vuole contestare anche agli altri che hanno partecipato all'assalto della Caserma Giglio di via Reni, il reato di eversione (terrorismo) in base all'articolo 270 sexies del codice penale. Questo impone agli investigatori la massima cautela e anche riservatezza. I due pm che stanno conducendo le indagini, una volta esaminata la posizione dei sei potrebbero chiedere l'emissione di misure cautelari in carcere oltre quelle già emesse nei confronti di Claudio Gugliotti — attualmente ricoverato in ospedale —, Saverio Candamano (i due ai quali è contestato il terrorismo), nonchè Valerio Minotti e Lorenzo Sturiale.
INCHIESTA MILANESE È stato condannato a 8 mesi di obbligo di firma settimanale e a due anni di diffida — in rito abbreviato davanti al giudice delle direttissime — Riccardo Colato, uno dei tifosi dell'Inter arrestati lunedì della scorsa settimana in seguito alle manifestazioni di Milano. Colato è stato condannato per violazione del Daspo perché la domenica degli scontri era in corteo con altri tifosi nel percorso tra lo stadio di San Siro e il centro di Milano. È stato riconosciuto in alcune immagini durante un presidio davanti alla Rai in corso Sempione. All'obbligo di firma e alla diffida si aggiunge la condanna a 8 mila euro di multa. Colato era stato uno dei fermati per il quale il pm aveva ammesso di «aver sbagliato la norma da applicare» e per questo non aveva ottenuto la convalida dal Gip.
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