Il pg ha chiesto la scarcerazione del tifoso catanese per il solo reato di omicidio: in ogni caso il ragazzo rimarrà in comunità per i tafferugli mentre per l'omicidio verrà annullata definitivamente la custodia cautelare in carcere.
Roma, 7 dicembre 2007 - A.S., accusato dell'omicidio dell'ispettore Filippo Raciti nello scorso febbraio in seguito ai disordini fuori dallo stadio di Catania, non deve tornare in carcere. Lo ha chiesto il sostituto procuratore generale della Cassazione, Oscar Cedrangolo, ai giudici della prima sezione penale chiamati oggi a decidere se accogliere o meno il ricorso del giovane divenuto da poco maggiorenne.
Il ricorso di A.S. è contro l'ordinanza del Tribunale del Riesame di Catania che il 2 luglio scorso, accogliendo l'appello del pm, aveva disposto nuovamente la custodia cautelare in carcere per il giovane. Il carcere era stato revocato invece dal gip, lo scorso 3 giugno, per sopravvenuta mancanza di indizi. Attualmente A.S. si trova ai domiciliari in comunità per l'accusa di resistenza.
In sostanza Cedrangolo ha chiesto, per il solo reato di omicidio, la scarcerazione del ragazzo che attualmente, tuttavia, si trova in una comunità catanese per l'altra accusa a suo carico, di resistenza a pubblico ufficiale. L'unica per la quale, fra l'altro, è stata già formulata un'imputazione.
La decisione verrà presa entro oggi dalla prima sezione penale della suprema corte presieduta da Giorgio Santacroce. Se la Cassazione riterrà valida la richiesta del Pg e quindi riterrà di annullare senza rinvio l'ordinanza del riesame, il ragazzo resterà in comunità per i tafferugli mentre per l'omicidio verrà annullata definitivamente la custodia cautelare in carcere. Al contrario se la Cassazione dovesse respingere il ricorso presentato dal difensore di A.S., Giuseppe Lipera, il giovane verrà riarrestato e tornerà in carcere (dovrà quindi lasciare la comunità).
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