L´inchiesta punta a esplorare anche eventuali pressioni per i settori del merchandising e del servizio di security
La magistratura teme altri raid al San Paolo e in trasferta
Due dei 5 fermati si sono avvalsi della facoltà di non rispondere
In una missiva un indagato dice di "stare sempre addosso" al dg Marino per i biglietti
Il rischio che le «condotte violente» possano ripetersi appare «concreto ed attuale»: è l´allarme del giudice Luigi Giordano, il magistrato che ha firmato l´ordine di custodia emesso mercoledì mattina nei confronti di cinque sostenitori del Napoli. Si temono azioni teppistiche dirette «ad ottenere vantaggi e utilità dal Calcio Napoli per le partite in casa e in trasferta», soprattutto alla luce «dell´inizio del campionato di Serie A e dell´amplificazione degli interessi economici e di immagine derivanti dalla partecipazione al massimo campionato». Opportunità fornite, ad esempio, dagli introiti collegati «alle partite in casa e in trasferta, per mezzo dei biglietti omaggio, contribuzioni all´organizzazione dei gruppi di supporter, gestione del marketing e del bagarinaggio». La preoccupazione per le intemperanze di alcune frange estreme ha fatto scattare il divieto per i tifosi napoletani di seguire la trasferta di Milano e ora anche quella in programma all´Olimpico dopo la sosta. Tutto questo senza contare l´episodio, sul quale sono ancora in corso accertamenti, della bottiglietta lanciata durante Napoli-Livorno che ha costretto la società a disputare a porte chiuse la gara successiva contro il Genoa.
L´inchiesta condotta dalla Digos e coordinata dal pm Antonio Ardituro prova intanto ad approfondire i risvolti del giro d´affari collegato al mondo del pallone, partendo dall´episodio che configura il reato di estorsione ai danni della società per i fatti sfociati nel lancio di petardi durante Napoli-Frosinone dello scorso torneo di serie B. Dalle indagini è emerso che il club aveva smesso di elargire un pacchetto di 100 biglietti omaggio ai Blu Tiger, associazione di tifosi che occupa una parte del settore distinti. Questo avrebbe determinato la ritorsione studiata, è la tesi dell´accusa, da uno dei capi dei Blu Tiger, Salvatore Piccirillo, in accordo con Alberto Mattera, uno dei leader del gruppo "Ultras ‘72" della Curva B.
Ma i magistrati ritengono che gli interessi in gioco vadano ben oltre gli introiti legati al bagarinaggio. Il giudice cita come esempio infatti «la gestione del servizio di "security"», anche in considerazione delle nuove norme «che prevedono l´utilizzo degli steward; i servizi bouvet, l´amministrazione delle attività di merchandising». Per nessuno di questi settori sono contestate accuse agli indagati. Resta però uno scenario sul quale la Digos e il suo dirigente, il vicequestore Vittorio Sbordone, mantengono grande attenzione e così anche la Procura. Ieri intanto sono iniziati i primi interrogatori. Davanti al giudice è comparso Francesco Ruggiero, il capo dei Blu Tiger il cui arresto per droga spinse la società a non fornire più i tagliandi. Assistito dall´avvocato Lucio Caccavale, Ruggiero si è avvalso della facoltà di non rispondere. Agli atti sono allegate anche alcune lettere spedite dal carcere nelle quali l´indagato, parlando proprio della questione-biglietti, fra le altre cose scrive: «Martellate il direttore (Pierpaolo Marino n.d.r.) stategli sempre addosso». Si è avvalso della facoltà di non rispondere anche Vittorio Puglisi (difeso dall´avvocato Mario Bruno) l´ultrà considerato il materiale lanciatore dei petardi durante Napoli-Frosinone. Secondo l´accusa, avrebbe cucito uno stemma sul giubbino verde indossato al momento del fatto nel tentativo di «coprire eventuali tracce di bruciature causate dagli effetti degli scoppi dei petardi».
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