Fonte:tuttonapoli.net
Il filo
unificante di questa inchiesta, e unificante nei rapporti tra gli Ultras
'72 e i Blue Tiger, sono la continua, vessante richiesta di biglietti
omaggio alla società
Alla tifoseria più violenta d'Italia, quella
del Napoli, sono stati arrestati cinque capi. Violenti ed estorsori.
Questa mattina all'alba la Digos di Napoli, su mandato del sostituto
procuratore Antonio Ardituro, è entrata nelle case del centro storico di
tre caporioni degli Ultras '72, la tifoseria organizzata più vecchia
del SanPaolo, quella che occupa la parte centrale della Curva B, e di
due capi dei Blue Tiger, gruppo dei Distinti.
Le accuse -
intrecciate - sono di estorsione ai danni della società e di
associazione a delinquere per reati contro le persone: incendi,
danneggiamenti, resistenza a pubblico ufficiale. Il filo unificante di
questa inchiesta, e unificante nei rapporti tra gli Ultras '72 e i Blue
Tiger, sono la continua, vessante richiesta di biglietti omaggio alla
società. Cento biglietti per ogni gruppo (e i gruppi toccati
dall'inchiesta, a prescindere dagli arresti, sono almeno cinque) più
altri tagliandi da avviare nell'amplissimo mercato del bagarinaggio e la
possibilità di gestire fette del merchandising, ufficiale e in nero,
del Napoli calcio.
E' una lunga storia estorsiva quella di
Francesco "Bon Bon" Ruggiero, capo quarantenne e decisamente robusto dei
Blue Tiger, di Vincenzo Busiello, capo della curva B e dei loro soci
d'affari. Una storia messa sotto controllo dalla Digos per tutta la
scorsa stagione. Il primo atto pesante si consumò nel febbraio 2005,
quando due persone incendiarono di notte la tribuna stampa dello stadio
San Paolo per far sapere ai giornalisti sportivi locali che, in un
periodo di grande tensione dovuto al fallimento e alla retrocessione
coatta in C del Napoli, non avrebbero dovuto occuparsi di ultras e
biglietti gratuiti.
Il passo successivo dell'associazione da
stadio è stato il "sequestro" di alcune televisioni locali, dalle quali
far partire avvertimenti alla società, società che sul fronte delle
agevolazioni ai gruppi violenti a lungo ha mantenuto un atteggiamento
ambiguo. Quindi, è iniziato uno stillicidio di minacce, telefonate
pesanti, incontri-scontri durante le feste dei Napoli club. Fino ad
arrivare alla pioggia di bombe carta - partita dai Distinti -
organizzata nel corso di Napoli-Frosinone del dicembre 2006, atto che
portò alle "porte chiuse" per le gare interne della squadra di Reja e
fece riaprire i rubinetti degli omaggi.
La procura ha poi
ricostruito che i faccendieri dei Blue Tiger per organizzare la "pioggia
con il Frosinone" (così viene definita in alcune telefonate
intercettate) si erano serviti degli scafati Ultras '72, che in quella
pomeridiana di serie B avevano scavalcato le recinzioni di curva,
raggiunto i colleghi nei Distinti e organizzato con precisione
geometrica la santabarbara pirotecnica.
Dallo scorso febbraio,
dopo i fatti luttuosi di Catania e dopo aver scoperto che uno degli
estorsori era stato arrestato per traffico di stupefacenti, la società
Napoli ha smesso di elargire biglietti: il decreto Amato, pena severe
sanzioni, aveva introdotto il tagliando nominale, utilizzabile solo
dall'acquirente. Questo nuovo scudo protettivo utilizzato dal club ha
fatto sì che il livello delle minacce degli ultras si alzasse
ulteriormente. I primi avvertimenti sono stati fatti recapitare anche al
presidente De Laurentiis e lo scorso agosto al direttore generale
Pierpaolo Marino arrivò questa telefonata: "Ridacci i biglietti o
storpiamo te e i tuoi figli". Le motivazioni di tanto accanimento le si
possono capire ascoltando le conversazioni intercettate: "A Bon Bon, noi
viviamo sui biglietti, noi viviamo di Napoli calcio", ricorda un ultrà
al suo capo.
In questa stagione si è consumato l'ultimo atto: la
bottiglietta lanciata durante Napoli-Livorno, sempre dal settore
Distinti, che ha sfiorato un guardalinee. Squalifica del campo per un
turno. La procura la scorsa settimana ha chiesto gli arresti, la Digos
oggi all'alba è andata in centro storico a prelevare i cinque capi.
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