Tifoso assolto, poliziotto condannato. È questo, in estrema sintesi, il
risultato di una vicenda giudiziaria che si trascinava da anni, che ha
visto in aula un tifoso, accusato di resistenza a pubblico ufficiale e
un agente di polizia, accusato di lesioni. La vicenda, vecchia di sei
anni, è arrivata ieri alla fase finale con la sentenza pronunciata ieri
mattina dal giudice Maria Chiara Minazzato. Il giudice ha assolto
Massimo Franzoni, di Castenedolo, assistito dall’avvocato Francesco
Corbetta e condannato a sei mesi (con sospensione della pena) il
poliziotto Angelo Celotto, che all’epoca dei fatti era in servizio alla
polizia ferroviaria di Brescia, il corpo che presta servizio e
garantisce la sicurezza dei cittadini in stazione.
La vicenda risale
al 6 settembre 2000. Ben sei anni fa. In stazione, come ricostruito
dalla difesa, è in partenza un treno speciale per Vicenza. Il Brescia
deve scendere in campo, il treno è pieno zeppo di tifosi che vogliono
incitare i loro beniamini fino a restare senza voce. Forse c’è qualche
scaramuccia, forse i sostenitori delle Rondinelle si agitano più del
dovuto, forse la situazione si presenta preoccupante. La polizia
effettua un controllo, gli agenti salgono sul treno e, dopo le varie
verifiche, prelevano due tifosi. Uno dei due è Massimo Franzoni. I due
vengono portati negli uffici della polizia ferroviaria. Gli agenti
controllano i documenti, fanno accertamenti. E il risultato è che il
treno speciale parte, senza Franzoni e senza l’altro tifoso. A questo
punto Franzoni perde la calma, si innervosisce, impreca. Forse passa i
limiti. Un poliziotto, Angelo Celotto, come ricostruito dalla difesa, lo
porta in un altro ufficio e, come denuncerà il tifoso, comincia a
picchiarlo. Dalla stanza Franzoni esce malconcio, tanto che va al pronto
soccorso dove gli viene riscontrata la frattura di due costole e un
trauma cranico-facciale importante. Il tifoso sporge denuncia e
contestualmente la polizia denuncia Franzoni per resistenza a pubblico
ufficiale.
Franzoni non lascia perdere e ieri, dopo sei anni, in cui
dichiara di aver subito intimidazioni e minacce, oltre che vari
danneggiamenti (ma non ha mai sporto alcuna denuncia) è convinto di aver
ottenuto giustizia. Il giudice che l’ha assolto ha creduto al suo
racconto, alla versione della difesa. Il poliziotto, che dopo l’episodio
non è più in servizio in stazione, è stato condannato, come detto a sei
mesi, oltre che al risarcimento del danno civile con il pagamento di
una provvisionale di 3.000 euro.
Ci sono voluti sei lunghi anni, ma
alla fine Franzoni, tifoso privato di una partita del Brescia, è
convinto di aver ottenuto la giustizia che cercava.
w.p.
www.bresciaoggi.it
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