##parte tutto dq questo : ###
La verità che non interessa
di G.M
> 28/5/2005
Sabato 28 maggio 2005
1. Cara Italia,
basta
scrivere e dire che le cariche dell'Heysel (che hanno portato al crollo
del muro) sono frutto della "follia omicida" e del tutto immotivata
degli hooligans (a proposito, basta usare il termine "hooligans" per
definire tutti i tifosi inglesi in trasferta: "hooligans" sono i
teppisti che usano il calcio come scusa per la violenza, non è un
termine generico per i sostenitori inglesi). La motivazione c'era e
chiunque si fosse preso la briga di vedere cosa era successo l'ultima
volta che il Liverpool aveva giocato contro una squadra italiana diversa
dalla Juve (incontrata tre mesi prima in Supercoppa) dovrebbe saperlo.
Parliamo
della finale di Coppa dei Campioni l'anno prima: Roma-Liverpool, vinta
dai Reds ai rigori. E' l'altra finale di Coppa Campioni che tutti hanno
cercato di dimenticare. In quell'occasione, i tifosi del Liverpool
vennero assaliti, picchiati e accoltellati da teppisti camuffati da
tifosi della Roma (o tifosi veri, non lo sapremo mai). E, cosa ancora
piu' grave, molti di questi fattacci avvennero sotto gli occhi della
polizia, piu' preoccupata di togliere accendini, orologi e monete (tutti
oggetti - si sa - pericolosissimi) agli inglesi all'entrata dello
stadio (per poi non restituirli dopo). Fuori dallo stadio fu teso un
vero e proprio agguato, con tanto di spranghe e coltelli (tanti
coltelli). Anche perche' gli autisti dei pullman avevano pensato bene
di andarsene a casa, lasciando per strada gli inglesi.
E notate
bene che, visti i costi di quella trasferta e del fatto che Liverpool in
quegli anni era una delle città più povere e depresse d' Europa (non
che sia cambiato molto in questo senso), a fare il viaggio furono
soprattutto famiglie, non la feccia che dodici mesi più tardi sarebbe
arrivata a Bruxelles (viaggio del tutto più agevole, soprattutto
economicamente). Questi poveracci furono bersagliati senza pietà, e ad
evitare un autentico bollettino di guerra sarebbe stato - secondo i
presenti - l'improvviso arrivo di un centinaio di ultras laziali, giunti
all'Olimpico per sfottere i giallorossi. Ma il peggio venne dopo. I
tifosi del Liverpool raccontano di bande di teppisti in motorino che
diedero vita ad una vera e propria caccia all'inglese, con decine di
accoltellati, tra cui un ragazzo di undici anni che rimediò ottanta
punti di sutura al volto. O del fatto che alcuni albergatori serrarono
le porte e gettarono in strada le loro valigie, lasciandoli al loro
destino. Oppure che almeno duecento tifosi del Liverpool, disperati,
furono costretti a rifugiarsi al Consolato Britannico, l'unico posto in
grado di accoglierli.
Tutto ciò lasciò un senso indelibile di
vendetta verso gli italiani. Una sete di vendetta - ingigantita, senza
dubbio, dalle esagerazioni che, in questi casi, sono di rito - che si
manifestò contro gli juventini all'Heysel. Condanniamo giustamente
quindi i tifosi inglesi dell'Heysel (e con loro autorità belghe, l'UEFA e
il resto del baraccone). Ma non raccontiamoci frottole. I motivi
c'erano.
2. Cara Inghilterra,
basta continuare a illudersi
che i tifosi del Liverpool erano stati provocati dagli "hooligan"
italiani nel settore Z. Gli ultrà della Juve (a proposito, bella gente,
come si è visto ad Anfield lo scorso marzo) erano in tutt'altro
settore. E basta dire che si trattava di un semplice tafferuglio,
diventato tragedia semplicemente perchè gli italiani imbelli sono
scappati e il famoso muro gli è crollato addosso. Già, proprio così.
Voi continuate a parlare di un comunissimo tafferuglio, cui è seguito un
fuggi fuggi generale, e poi un muro che, all'improvviso, crolla
inspiegabilmente in testa agli italiani, uccidendone 39. Leggere per
credere. Ecco cosa scrive il sito ufficiale del Liverpool:
www.liverpoolfc.tv/lfc_story/heysel/.
Per voi, il comportamento
dei vostri ragazzi ha dato solo un piccolo, casuale contributo alla
tragedia. Per voi, Heysel è come lo Tsunami, un fatto tragico ma
inspiegabile. Tutte balle. Una parte di voi si rende conto
dell'accaduto e ha chiesto scusa. Una parte di voi invece continua a
fare finta di niente. E tra questi, purtroppo, ci sei anche tu, caro
Liverpool Football Club, con le tue cinque Coppe dei Campioni.
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##la risposta ###
Signor M,
Seriamente: trovo molto povero il suo articolo che, per ricordare una strage,
parla solo delle ragioni dei violenti con logiche da faida medio-orientale
e della mancanza di scuse da parte del Liverpool.
Molto meno seriamente, grazie a Lei, scopro che anche la strage dell'Heysel
è stata (sia pure indirettamente) colpa di teppisti travestiti da romanisti.
Oppure, come lei ha cura di completare, forse proprio di veri tifosi romanisti.
E' quindi possibile che anche i veri tifosi romanisti vadano allo stadio
per fare violenza.
Subito dopo Lei scrive che "basta usare il termine 'hooligans' per
definire tutti i tifosi inglesi". Hooligans sono " i teppisti che usano il calcio
come scusa per la violenza, non è un termine generico per i sostenitori
inglesi".
Secondo logica, ho dunque imparato che:
(a) "hooligan" è uguale a "teppisti";
(b) "hooligan" è diverso da "sostenitori inglesi";
ma © "teppisti" può essere un "termine generico per definire i sostenitori romanisti".
Aristotele concluderebbe che i veri hooligan sono i tifosi romanisti!
Come sarà oramai evidente, io sono romanista. Non ho mai usato il calcio
(né altro, per la verità) come scusa per la violenza, però potrei essere
hooligan o teppista lo stesso. Anche se ho pregato per quei 39 morti.
Anche se mi vergogno degli atti bestiali dei teppisti vestiti di giallorosso.
Anche se quel giorno dell'84 io c'ero e ho sentito cori per i nostri perdenti
e visto uomini piangere mentre applaudivano i vincitori. E, me lo ricorderò
sempre, avevo la pelle d'oca ed era BELLO!
Non ho visto cacce all'uomo, non ho visto polizotti-ladri (romanisti in
divisa blu?), non ho visto la pioggia di valige inglesi dalle finestre degli
alberghi.
Non ho visto neppure tante signore e bambini inglesi, ora che ci penso.
Anche perché -e qui ci torna d'aiuto Aristotele- non si è mai vista una città
così povera, ma così povera, che i giovani single non possono permettersi un
viaggio che sarebbe invece tranquillamente alla portata delle famiglie più
numerose.
A meno che, secondo Lei, i teppisti nascano solo tra poveri e disoccupati
(oltre che tra i romanisti).
Qualcuno più maligno potrebbe osservare che lei non ha citato alcuna
fonte a riprova delle sue (per me) rivelazioni e, a questo punto, mi
piacerebbe proprio saperne di più. Dove posso documentarmi un po' meglio?
Già che ci siamo, visto che Lei è sicuramente meglio informato di me, mi
spiega perché il derby interrotto di Roma è tanto peggio di quello di
Milano, visto che del primo si è parlato tanto (giustamente), ancora se ne parla
(ri-giustamente), mentre del secondo non si parla già più? E perché una
maledetta
monetina lanciata da mano teppista pesa più di un motorino (per fortuna
così intelligente da evitare una decina di spettatori sottostanti)?
P.R.
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##RISPOTA A R, DI G.M
Innanzitutto, la ringrazio per l'email. Il mio articolo non voleva
ricordare l'Heysel o i morti dell'Heysel. Voleva semplicemente
sottolineare che a distanza di vent'anni non siamo ancora capaci di
essere d'accordo sull'accaduto. Ognuna delle due parti ha creato una
mitologia più o meno conveniente che persiste tutt'ora.
Gli scontri dell'Olimpico non giustificano - ovviamente - cio' che è
accaduto all'Heysel. Però chiunque, dopo quegli scontri
(sufficientemente gravi, le ricordo, per fare sì che la Roma venisse
colpita da una squalifica UEFA), avrebbe capito che Liverpool-Juventus
sarebbe stata una gara a rischio (anche perche' a Liverpool, per dodici mesi, non si era parlato d'altro).
Quanto al suo discorso sugli hooligan, devo confessare che la seguo
poco. In inglese il termine viene usato per indicare coloro che usano
il calcio come pretesto per far violenza. Troppi media italiani lo
usano come termine generico per indicare tutti i tifosi inglesi.
Volevo solo precisare l'uso corretto del termine. E, converrà anche
lei, che tra i tifosi della Roma (come tra i tifosi di quasi tutte le
squadre di Serie A e B) vi sono anche degli hooligans.
Lei quindi non ha visto violenze quel giorno all'Olimpico? Molti la
pensano diversamente. Io non c'ero, ma ho parlato con numerosi
presenti. Credo che una rapida scorsa in google potrebbe fornirle
ulteriori documentazioni. Nel mio caso, ho parlato sia con Tony Evans,
redattore del Times di Londra (presente sia a Roma che all'Heysel) e
vari colleghi romani (e romanisti). Ma in ogni caso, se lei mastica un
poco d'inglese e naviga un po' su internet non faticherà certo a
torvare conferma.
Quanto alle differenze sui derby interrotti non so cosa dirle. Forse
di quello romano se ne parla di più per il modo in cui e' stato
interrotto (una telefonata a Galliani). Forse e' perchè, alla fine,
i media italiani sono di matrice settentrionale e tendono a minimizzare
le malefatte di Milan, Inter e Juve (e dei loro sostenitori). Ma forse
io sono di parte: dopo tutto lavoro per un quotidiano romano.
A presto,
G
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###fonte:
indiscreto.it
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