Esigenze di marketing modificano i colori storici delle divise
Coro di proteste da Roma a Genova, da Milano a Foggia
di MATTEO TONELLI
La protesta dei tifosi
ROMA
- "C'era rispetto per la maglia. Quasi una sacralità". Erano gli anni
'50 e Luciano Tessari, portiere della Roma, riassumeva così il senso di
quel pezzo di stoffa che indossava ogni domenica. Da allora le cose sono
molto cambiate. Il calcio non è più quel calcio. Il business del
pallone è ormai immenso e si trascina dietro, modificandoli, tutti gli
aspetti di quello che è nato come un gioco e che gioco non è più.
Poteva
la maglia restare immune? No che non poteva. E infatti, da tempo,
l'introduzione dello sponsorizzazioni e la necessità legate al
marketing, hanno fatto in modo che, anche uno degli ultimi tabù del
pallone, crollasse. Le maglie, almeno quelle legate ai colori della
tradizione, sono sotto attacco. Colori, disegni e simboli sono optional
legati al cambio di sponsor e alle esigenze di mercato.
Ma i
tifosi non ci stanno. E si mobilitano. E non da oggi. Era il novembre
del 2002, quando l'allora presidente del Napoli, Salvatore Naldi, gelava
le proteste dei sostenitori partenopei: "E' impossibile ritornare alle
maglie azzurre. Si mettano l'animo in pace i tifosi napoletani. Per
contratto dovevamo operare entro il 28 febbraio 2002 una scelta tra i
modelli proposti dallo sponsor tecnico". La risposta dei tifosi del
Napoli fu eloquente. Alla prima occasione le nuove maglie furono gettate
addosso ai giocatori.
A Parma invece le cose sono andate
meglio. Dopo anni in cui gli emiliani giocavano con la maglia gialloblù
(in ossequio allo sponsor), quest'anno Gilardino e soci sono tornati ad
indossare la maglia bianca con la croce nera. Vessillo storico di Parma.
Una vittoria per quei tifosi, raggruppati in Settore Crociato, che per
anni ha lottato per un ritorno all'antico. La confusione è massima: il
Bologna, elimina il blu e sembra il Piacenza. L'Inter, in Champions,
sostituisce il nero con il grigio.
E poi c'è Roma, dove la
campagna anti nuove maglie, ha assunto proporzioni notevoli. In pratica,
dopo aver visto le nuove proposte dalla Diadora, l'iniziativa è stata
fulminea. Il primo a muoversi è stato il sito asromaultras.it. A seguire
la weblegion giallorossa. E' partito così un tam tam internettiano che
si è subito allargato a macchia d'olio. E l'appello ha collezionato
migliaia di adesioni: "La Roma ha due colori: il giallo-oro e il rosso
pompeiano. Riteniamo intollerabile che la nostra squadra giochi sempre
con la maglia nera o di qualsiasi altro colore quando non ce n'è
bisogno. Riteniamo insopportabile che la seconda maglia non abbia i
nostri colori ma, su sfondo bianco, una striscia gialla e nera".
Segnalano
un rischio i tifosi giallorossi:"Alla fine della stagione 2004-05 la
Roma avrà giocato di più con maglie di altri colori che non con la
propria: in Champions gioca solo in bianco e in nero, in coppa e nelle
trasferte di campionato scende in campo con altri colori". Un veemente
appello che sembra aver fatto breccia sulla Diadora che si è detta
"disponibile" a tenere in considerazione le proteste dei tifosi a
partire dalla prossima stagione.
Da Roma a Genova, con un passo
indietro. Stagione 2001/2002: la società e lo sponsor lanciano un
sondaggio per stabilire le nuove maglie del Genoa. Vince la tradizione. E
dunque, maglia rigorosamente rossoblù per le partite casalinghe e
ripristino dell'antica divisa bianca con striscia orizzontale con i
colori sociali per le trasferte. Oggi i tifosi genoani del San Giorgio
Old Times Circle per la salvaguardia del patrimonio storico e culturale
del Genoa Cricket & Football Club avvertono: "La maglia da gioco,
rappresenta un caposaldo dell'essere genoano. La casacca rossoblu e
prima ancora quella bianca a fasce orizzontali vanno difese. Rifiutiamo i
surrogati attuali e le maldestre reinterpretazioni volute da sponsor e
da personaggi generalmente incompetenti".
E che dire
dell'eloquente messaggio che gli ultras del Foggia hanno mandato al
nuovo patron della squadra che ha ideato le nuove maglie dei rossoneri
pugliesi? "La nuova maglia ci fa schifo" hanno scritto i tifosi su uno
striscione esposto in una delle ultime partite casalinghe del Foggia.
Ma
chi pensa che il no allo stravolgimento dei colori sia esclusivamente
legato al calcio si sbaglia. Anche i tifosi della pallavolo se la devono
vedere con la potenza degli sponsor. Come è capitato alla squadra di
pallavolo di Cuneo. Erano bianco e azzurri. I colori del nuovo sponsor
sono bianco e verde. Il cambio delle maglie è stato immediato. Con buona
pace delle proteste dei tifosi. Del resto, in certi sport, cambia nome
ogni anno anche la squadra...
Fonre : Repubblica.it
Nessun commento:
Posta un commento