Mensile anno III nr 10 Ottobre
2003
EDITORIALE
Ciao amici Ultras;
eccoci tornati al consueto
appuntamento con "la Voce degli Ultras!" il bollettino virtuale di Ultras
Inside;
abbiamo apportato numerose
modifiche sia al sito che al bollettino non più inviato via email ma visto
in rete con le apposite password;
speriamo che tutti i nostri
sforzi siano graditi da tutti voi che sempre più numerosi affollate le
nostre pagine.
Vi salutiamo e vi diamo
appuntamento al prossimo mese.
buona lettura con Ultras Inside
"La Voce degli Ultras!"
Questa rubrica non vuole fomentare violenza di
nessun genere. Non faremo commenti e ci limiteremo a pubblicare le notizie più
eclatanti successe nel mese precedente l'uscita del bollettino; Combattiamo la
violenza negli stadi...salvaguardiamo il Movimento Ultras!
Condannato tifoso per incendio treno
|
Tre anni e 6 mesi di carcere:
questa la condanna per L.M., coinvolto nel '99 nel rogo di un
treno in cui morirono 4 persone. Il tifoso della Salernitana e'
l'ultimo condannato per la strage del Piacenza-Salerno: sono gia'
in carcere quattro persone. L'incendio, appiccato secondo gli
investigatori dagli stessi tifosi granata, accadde la mattina del
24 maggio 1999. La tragedia si consumo' nella galleria Santa Lucia
nei pressi della stazione ferroviaria di Salerno.
Scontri Prato-Pistoiese, denunciato sedicenne
domenica 26 ottobre 2003
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lunedì 27 ottobre 2003
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domenica 26 ottobre 2003
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Serie D, maxirissa a Palermo
domenica 26 ottobre 2003
domenica 26 ottobre 2003
Speciale
E per la
morte di Ercolano
in arrivo la perizia tecnica Contestualmente all’inchiesta sugli scontri del «Partenio», continuano le indagini, affidate al Pm Marcello Rotondi, sulla tragica morte di Sergio Ercolano. Nessuno dei tre indagati è stato ascoltato e per ora pare che ciò non sia in programma. Imminente, invece, la nomina di un consulente tecnico d’ufficio. Il Pm gli chiederà di ricostruire, dinamicamente, la caduta del giovane tifoso azzurro, precipitato nel tentativo di guadagnare gli spalti del «Partenio» per sfuggire agli scontri.
IL RACCONTO
GIUSEPPE CRIMALDI
Alle due della notte le luci ai piani alti della Questura già accese. In realtà non si sono mai spente: negli uffici della Digos, della Squadra mobile e della Scientifica c’è fibrillazione. Anche su via Medina c’è un insolito viavai di auto-civetta che si radunano in fila indiana, seguite dalle pattuglie dell’Ufficio prevenzione generale.
Sta per scattare il blitz della polizia che farà stringere il cerchio intorno al primo gruppo di tifosi violenti che sabato 20 settembre trasformarono il «Partenio» in un ring, una prateria di violenza e caccia all’ uomo con la divisa addosso.
Alle tre, nella stanza del dirigente della Mobile, Giuseppe Fiore, ci sono tutti i dirigenti impegnati da oltre due settimane nelle indagini per identificare gli hooligans azzurri. Un’ora dopo si parte. Vento e raffiche di pioggia accompagnano i lampeggianti blu delle macchine in questa notte di tregenda e manette. Gli agenti in borghese escono dalla Questura con, sotto il braccio, le ordinanze di fermo firmate dai pm Cecilia De Angelis, Vincenzo Senatore, Marcello Rotondi e vistate dal procuratore Mario Aristide Romano: trentasei pagine che presentano un conto salato ai primi diciotto tifosi identificati. «Sono solo i primi - assicura un funzionario della Digos - altri, come loro, finiranno in carcere: è solo questione di tempo».
Parte il corteo di macchine: alle 4,08 scatta ufficialmente il blitz. Da Piazza Riario Sforza - zona Duomo - a Pianura, da Via Cupa Cintia ai Quartieri e a Secondigliano, e fino a San Giorgio a Cremano e a Portici, gli agenti bussano alle porte degli indagati. In due casi non troveranno la persona che cercano, per altre sedici volte caricheranno in macchina i fermati. Via, di nuovo verso la Questura, per le formalità di rito, prima di dirigersi a Poggioreale.
Tra i primi a essere fermati c’è Vincenzo Abruzzese. Non si aspettava l’irruzione della polizia, i poliziotti lo trovano nel suo letto, a dormire. A inchiodarlo sono tre foto che lo ritraggono mentre brandisce (a volto coperto) una cintura contro due poliziotti. Poi tocca a Alfredo De Rosa: dalle indagini è emerso che «dopo aver invaso il campo di gioco, partecipava al saccheggio», asportando attrezzature sportive; e che «usava violenza nei confronti di polizia e carabinieri». Anche qui, ad inchiodarlo alle proprie responsabilità, molte foto.
Un filmato inguaia invece Vincenzo Panzuto, 23 anni: lo si vede mentre spintona e inveisce contro un poliziotto. E sempre dalle immagini acquisite dalla Scientifica - diretta da Antonio Borrelli - arriva la conferma che anche Daniele Oppedisano, insieme con Giovanni Sacco, Marino Lippiello sono nel gruppo di violenti che si accanisce contro alcuni poliziotti e soprattutto contro il vicequestore vicario di Avellino, Gennaro Rega, sugli spalti della curva Nord, proprio mentre il povero Sergio Ercolano agonizzava nel fossato dopo il tragico salto nel vuoto. Cappucci e felpe calati sul viso, evidentemente, non sono bastati a garantire l’anonimato.
Poco prima delle cinque finisce anche la libertà di Marco Marzano. Dalle indagini si è ricostruito il suo ruolo negli scontri e la sua notte di follia al «Partenio»: sarebbe lui - sostiene l’accusa - il più accanito tra gli aggressori di quell’appuntato dei carabinieri inseguito e aggredito brutalmente sul rettangolo di gioco. «Parzialmente travisato con il cappuccio della felpa - scrivono i pubblici ministeri - Marzano aggrediva le forze dell’ordine mentre tentavano di rientrare negli spogliatoi, colpendo con una sprangata un carabiniere e il vicequestore Gennaro Rega». Nel corso della perquisizione domiciliare sono stati anche trovati gli abiti che indossava quella maledetta sera ad Avellino.
Visti così - singolarmente e svegliati nel cuore della notte dai poliziotti che bussano alle loro case - nessuno dei sedici indagati sembra quel che era nella notte del «Partenio»; nessuno fa più resistenza e tutti si lasciano ammanettare. L’immagine dei violenti del branco ripresi dalle fotografie sembra sbiadire in questa notte di sirene, lampeggianti e manette. Molti appartengono a famiglie che non hanno mai avuto guai con la legge. «Mio figlio ha bisogno di cure, deve fare l’insulina, va curato...», si raccomanda una mamma con i poliziotti che portano via suo figlio. E sorprende anche che ognuno dei fermati ha un regolare lavoro: chi fa il barista, chi il carrozziere, chi l’operaio. Visti così, mentre nell’alba di vento e di pioggia si nascondono il volto con i fogli dell’ordinanza di fermo, i sedici dell’apocalisse del «Partenio» sembrano solo ragazzi spauriti.
LA CURIOSITÀ
In manette un vicino del ragazzo morto
Ha la stessa età di Sergio Ercolano e la sera del 20 settembre scorso partì anche lui da San Giorgio a Cremano alla volta di Avellino per assistere allo stadio Partenio al derby, che non si sarebbe mai giocato, con il Napoli. Daniele Oppedisano, che compirà 20 anni il prossimo mese di novembre, è stato arrestato all'alba nella sua abitazione di via Giuseppe Verdi, un tiro di schioppo da quella della famiglia Ercolano che quella sera perse Sergio.
Stessa età, stesso percorso per raggiungere lo stadio. Retorica facile quella di immaginare Sergio e Daniele che, da ragazzini, giocavano insieme. Probabilmente, invece, s’erano appena sfiorati nelle strade di San Giorgio. Solo che quella maledetta notte, mentre il povero Sergio moriva, Daniele Oppedisano era sul terreno di gioco del Partenio e, stando al recosonto delle indagini ufficiali, partecipava in maniera attiva alla violenza. Su Oppisano gravano imputazioni pesanti. Avrebbe contribuito agli atti di devastazione distruggendo la cartellonistica pubblicitaria. Si sarebbe reso protagonista dell’aggressione alle forze dell’ordine all’ingresso degli spogliatoi, anche lui come gli altri armato di bastone, a caccia di una divisa per colpire.
Abitava a una manciata di metri dalla casa di quel ragazzo che stava morendo, ma non pensava a lui mentre picchiava il carabiniere.
IL CASO
Latitante il giovane col cappuccio verde
È Paolo Pepiello, uno dei due latitanti, il violento che abbiamo identificato in prima pagina sul nostro giornale due giorni dopo i tragici eventi del Partenio. Lo avevamo individuato grazie alle immagini e al lavoro dei tecnici di Telelibera e avevamo isolato tutta la lunga sequenza di violenze che aveva compiuto durante gli scontri della notte del derby.
Inizialmente aveva tentato di coprirsi il volto sollevando fino al naso la maglia che indossava, ma il suo riconoscimento era comunque reso agevole da un cappellino verde che calzava sulla testa e che ha permesso di seguirne ogni movimento anche quando le riprese televisive erano a distanza.
Pepiello, come testimonia la prima pagina del Mattino del 23 settembre, inizia la sua opera teppistica scendendo sul terreno di gioco e lanciando un razzo di segnalazione in direzione della tribuna, poi si aggrega al gruppo di violenti in azione e si dirige verso l'ingresso degli spogliatoi ma, lungo il percorso, si arma di un bastone. Quell’arma la utilizzerà prima per colpire il povero carabiniere che fugge e che è diventato il simbolo della vergogna di quella notte, poi se ne servirà per infierire sugli uomini della polizia che cercano scampo all’interno del tunnel degli spogliatoi.
in arrivo la perizia tecnica Contestualmente all’inchiesta sugli scontri del «Partenio», continuano le indagini, affidate al Pm Marcello Rotondi, sulla tragica morte di Sergio Ercolano. Nessuno dei tre indagati è stato ascoltato e per ora pare che ciò non sia in programma. Imminente, invece, la nomina di un consulente tecnico d’ufficio. Il Pm gli chiederà di ricostruire, dinamicamente, la caduta del giovane tifoso azzurro, precipitato nel tentativo di guadagnare gli spalti del «Partenio» per sfuggire agli scontri.
GIUSEPPE CRIMALDI
Alle due della notte le luci ai piani alti della Questura già accese. In realtà non si sono mai spente: negli uffici della Digos, della Squadra mobile e della Scientifica c’è fibrillazione. Anche su via Medina c’è un insolito viavai di auto-civetta che si radunano in fila indiana, seguite dalle pattuglie dell’Ufficio prevenzione generale.
Sta per scattare il blitz della polizia che farà stringere il cerchio intorno al primo gruppo di tifosi violenti che sabato 20 settembre trasformarono il «Partenio» in un ring, una prateria di violenza e caccia all’ uomo con la divisa addosso.
Alle tre, nella stanza del dirigente della Mobile, Giuseppe Fiore, ci sono tutti i dirigenti impegnati da oltre due settimane nelle indagini per identificare gli hooligans azzurri. Un’ora dopo si parte. Vento e raffiche di pioggia accompagnano i lampeggianti blu delle macchine in questa notte di tregenda e manette. Gli agenti in borghese escono dalla Questura con, sotto il braccio, le ordinanze di fermo firmate dai pm Cecilia De Angelis, Vincenzo Senatore, Marcello Rotondi e vistate dal procuratore Mario Aristide Romano: trentasei pagine che presentano un conto salato ai primi diciotto tifosi identificati. «Sono solo i primi - assicura un funzionario della Digos - altri, come loro, finiranno in carcere: è solo questione di tempo».
Parte il corteo di macchine: alle 4,08 scatta ufficialmente il blitz. Da Piazza Riario Sforza - zona Duomo - a Pianura, da Via Cupa Cintia ai Quartieri e a Secondigliano, e fino a San Giorgio a Cremano e a Portici, gli agenti bussano alle porte degli indagati. In due casi non troveranno la persona che cercano, per altre sedici volte caricheranno in macchina i fermati. Via, di nuovo verso la Questura, per le formalità di rito, prima di dirigersi a Poggioreale.
Tra i primi a essere fermati c’è Vincenzo Abruzzese. Non si aspettava l’irruzione della polizia, i poliziotti lo trovano nel suo letto, a dormire. A inchiodarlo sono tre foto che lo ritraggono mentre brandisce (a volto coperto) una cintura contro due poliziotti. Poi tocca a Alfredo De Rosa: dalle indagini è emerso che «dopo aver invaso il campo di gioco, partecipava al saccheggio», asportando attrezzature sportive; e che «usava violenza nei confronti di polizia e carabinieri». Anche qui, ad inchiodarlo alle proprie responsabilità, molte foto.
Un filmato inguaia invece Vincenzo Panzuto, 23 anni: lo si vede mentre spintona e inveisce contro un poliziotto. E sempre dalle immagini acquisite dalla Scientifica - diretta da Antonio Borrelli - arriva la conferma che anche Daniele Oppedisano, insieme con Giovanni Sacco, Marino Lippiello sono nel gruppo di violenti che si accanisce contro alcuni poliziotti e soprattutto contro il vicequestore vicario di Avellino, Gennaro Rega, sugli spalti della curva Nord, proprio mentre il povero Sergio Ercolano agonizzava nel fossato dopo il tragico salto nel vuoto. Cappucci e felpe calati sul viso, evidentemente, non sono bastati a garantire l’anonimato.
Poco prima delle cinque finisce anche la libertà di Marco Marzano. Dalle indagini si è ricostruito il suo ruolo negli scontri e la sua notte di follia al «Partenio»: sarebbe lui - sostiene l’accusa - il più accanito tra gli aggressori di quell’appuntato dei carabinieri inseguito e aggredito brutalmente sul rettangolo di gioco. «Parzialmente travisato con il cappuccio della felpa - scrivono i pubblici ministeri - Marzano aggrediva le forze dell’ordine mentre tentavano di rientrare negli spogliatoi, colpendo con una sprangata un carabiniere e il vicequestore Gennaro Rega». Nel corso della perquisizione domiciliare sono stati anche trovati gli abiti che indossava quella maledetta sera ad Avellino.
Visti così - singolarmente e svegliati nel cuore della notte dai poliziotti che bussano alle loro case - nessuno dei sedici indagati sembra quel che era nella notte del «Partenio»; nessuno fa più resistenza e tutti si lasciano ammanettare. L’immagine dei violenti del branco ripresi dalle fotografie sembra sbiadire in questa notte di sirene, lampeggianti e manette. Molti appartengono a famiglie che non hanno mai avuto guai con la legge. «Mio figlio ha bisogno di cure, deve fare l’insulina, va curato...», si raccomanda una mamma con i poliziotti che portano via suo figlio. E sorprende anche che ognuno dei fermati ha un regolare lavoro: chi fa il barista, chi il carrozziere, chi l’operaio. Visti così, mentre nell’alba di vento e di pioggia si nascondono il volto con i fogli dell’ordinanza di fermo, i sedici dell’apocalisse del «Partenio» sembrano solo ragazzi spauriti.
LA CURIOSITÀ
In manette un vicino del ragazzo morto
Ha la stessa età di Sergio Ercolano e la sera del 20 settembre scorso partì anche lui da San Giorgio a Cremano alla volta di Avellino per assistere allo stadio Partenio al derby, che non si sarebbe mai giocato, con il Napoli. Daniele Oppedisano, che compirà 20 anni il prossimo mese di novembre, è stato arrestato all'alba nella sua abitazione di via Giuseppe Verdi, un tiro di schioppo da quella della famiglia Ercolano che quella sera perse Sergio.
Stessa età, stesso percorso per raggiungere lo stadio. Retorica facile quella di immaginare Sergio e Daniele che, da ragazzini, giocavano insieme. Probabilmente, invece, s’erano appena sfiorati nelle strade di San Giorgio. Solo che quella maledetta notte, mentre il povero Sergio moriva, Daniele Oppedisano era sul terreno di gioco del Partenio e, stando al recosonto delle indagini ufficiali, partecipava in maniera attiva alla violenza. Su Oppisano gravano imputazioni pesanti. Avrebbe contribuito agli atti di devastazione distruggendo la cartellonistica pubblicitaria. Si sarebbe reso protagonista dell’aggressione alle forze dell’ordine all’ingresso degli spogliatoi, anche lui come gli altri armato di bastone, a caccia di una divisa per colpire.
Abitava a una manciata di metri dalla casa di quel ragazzo che stava morendo, ma non pensava a lui mentre picchiava il carabiniere.
IL CASO
Latitante il giovane col cappuccio verde
È Paolo Pepiello, uno dei due latitanti, il violento che abbiamo identificato in prima pagina sul nostro giornale due giorni dopo i tragici eventi del Partenio. Lo avevamo individuato grazie alle immagini e al lavoro dei tecnici di Telelibera e avevamo isolato tutta la lunga sequenza di violenze che aveva compiuto durante gli scontri della notte del derby.
Inizialmente aveva tentato di coprirsi il volto sollevando fino al naso la maglia che indossava, ma il suo riconoscimento era comunque reso agevole da un cappellino verde che calzava sulla testa e che ha permesso di seguirne ogni movimento anche quando le riprese televisive erano a distanza.
Pepiello, come testimonia la prima pagina del Mattino del 23 settembre, inizia la sua opera teppistica scendendo sul terreno di gioco e lanciando un razzo di segnalazione in direzione della tribuna, poi si aggrega al gruppo di violenti in azione e si dirige verso l'ingresso degli spogliatoi ma, lungo il percorso, si arma di un bastone. Quell’arma la utilizzerà prima per colpire il povero carabiniere che fugge e che è diventato il simbolo della vergogna di quella notte, poi se ne servirà per infierire sugli uomini della polizia che cercano scampo all’interno del tunnel degli spogliatoi.
Nuova rubrica di messaggi lasciati sul muro di ultras inside
- nessuno potrà mai raggiungere la nostra capacità di soastenere la nostra fede............
- CARI GOBBI .....NON LA PASSERETE LISCIA QUESTA'ANNO.....VI DOVRETE NASCONDERE LE SCIARPE(COME SEMPRE FATE)...TANTE SORPRESE VI ASPETTANO.....PS:A TORINO CI CARICATE O NO???????
TUTTE LE SQUADRE PRESENTI NEL FORUM, DALLA A ALLA C2.
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TUTTI I TIFOSI, IN UN UNICO SITO, SEMPRE A CONFRONTO.
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Ciao e buon calcio!
iRRiducibili Lazio
la squadra che se non c'è,meglio è
rossoblu sono i colori che indossiamo noi,
non ci fermerete certo voiiii!
B O L O G N A!
Ultras Catanzaro 1973
catanzaro e firenze son fratelli per sempre.
ACCENDI LA
PASSIONE...
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TELEVISIONE!
Sito Italiano....le
Grandi
(ultras salerno)
Un sito bellissimo;
al di sopra delle parti dei gruppi;
da spazio ai salernitana supporters, la
nuova formazione che guida la curva sud;
si trovano informazioni sulle trasferte,
sulle novità, sondaggi ecc,
guardatelo!
*Grafica 8,5 *Testi 8*Informazione 9 *Originalità 8
Voto Totale 8,5
Sito Italiano...le Piccole
(Taranto Supporters)
Non è il sito di un
gruppo ultras in particolare, ma racchiude un po'
racconti e immagini
degli estrosi tarantini!
*Grafica 8*Testi 8 *Informazione 8 *Originalità 7,5
Voto Totale 8
SITO ESTERO
(
legiones sur merida SPAGNA)
Sito bellissimo quello della
legiones;
i siti spagnoli stanno crescendo
sulla scia di quelli italiani, e talvolta
ci troviamo davanti a siti
davvero ben curati come questo..
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articoli ufficiali di Ultras Inside!
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