E'
bastata poco più di un'ora perché il vertice, convocato a Palazzo Chigi dal
sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta, sancisse il pieno
accordo tra le forze del nuovo governo e il mondo del calcio. Obiettivo comune:
combattere con ogni mezzo gli atti criminali e il clima di impunità che regna
sui campi di gioco. Tutto all'insegna dei tempi brevi. La prima scadenza
fissata è la fine di agosto, prima dell'inizio del campionato, con la
presentazione del testo del disegno di legge antiviolenza rinnovato e
aggiornato. Un progetto che vedrà lavorare allo stesso tavolo ministero dell'Interno,
relativamente alla sezione dell'ordine pubblico, quello della Giustizia, per
rendere immediata l'applicazione delle pene, e quello dei Beni culturali
vigilante sullo sport per gli aspetti legati proprio al mondo sportivo. Il
primo passo è segnato dalla costituzione di una commissione tecnica presso la
presidenza del consiglio coordinata dall'ex presidente del Coni, oggi
sottosegretario ai Beni culturali, Mario Pescante. Il gruppo, nel quale sono
stati chiamati anche il segretario generale del Coni, Raffaele Pagnozzi, e
quello della Lega Giorgio Marchetti, è già al lavoro e per giovedì ha fissato
la prima riunione. L'iter, iniziato oggi, dovrebbe portare all'approvazione in
Consiglio dei Ministri di un provvedimento di legge e l'attuazione di misure
più severe. "C'è stata intesa completa - ha detto Mario Pescante - Siamo
tutti d'accordo sulla necessità di un provvedimento legislativo liberato dai
tanti articoli che le precedenti proposte contenevano. C'era anche del buono,
ma alcune erano troppo punitive per il mondo dello sport". Il testo avrà
come punto di riferimento la legge approvata in Inghilterra. La prevenzione
dovrà comunque essere affiancata alla repressione degli atti criminali, che
hanno per protagonisti "non dei tifosi, ma dei veri delinquenti" ha
sottolineato il presidente della Lega, Franco Carraro. Il mondo del calcio
reclama un clima più sereno all'interno degli stadi. "Non è la stessa
cosa: ma forse al cinema o nei teatri c'è bisogno della polizia? - ha detto
Carraro - Lo stato risparmierà in futuro, evitando di impiegare ogni domenica
più di 11 mila agenti sui campi". La nuova linea anti-violenza è poco
incline alle spiegazioni di tipo sociologico. "La stagione 2000/01 è stata
disastrosa per l'ordine pubblico - continua Carraro - Questi incidenti non sono
causati dai risultati sportivi: i delinquenti, e noi sappiamo chi sono,
commettono violenze anche quando la squadra vince. Né si scatenano per problemi
di tipo economico".
"Negli stadi c'è troppa impunità - spiega Pescante - con fenomeni
giustificati in modo sociologico. Noi lo respingiamo: sono atti criminali e
come tali vanno trattati". Tra le iniziative che verranno adottate come
misure preventive c'è anche l'uso di campioni dello sport per riportare tra i
tifosi quel clima di serenità che il calcio merita. Ma chi sbaglia deve pagare
e la legge deve garantire un'applicazione rapida delle pene, ricorrendo a
istituti giuridici specifici e ai giudizi per direttissima.
La storia delle violenze delle vittime negli stadi ha scritto pagine tristi
anche nella stagione passata: Antonino Currò, il giovane messinese morto dopo
15 giorni di coma, è solo l'ultimo di un lungo elenco. Molte violenze ancora
non hanno trovato un colpevole.
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